Capitolo 8.

17.3K 766 158
                                    

Pranzammo verso le due, o almeno così indicava l'orologio di Newt. Lo stufato di Fry era venuto da dio e nel giro di quindici minuti mi ero già pappata la mia porzione, tornando in Cucina per prendere la mia ciotolina di fragole. Newt mi osservò mangiare in silenzio, facendomi compagnia al tavolo. Mi chiese delle mie due ore con Jeff e fu felice di vedermi contenta ed emozionata per quel lavoro. Il biondino mi spiegò inoltre di aver provato a parlare ad Alby, ma senza riuscirci in quanto il ragazzo fosse molto impegnato. Lo rassicurai, spiegandogli che il giorno successivo avrebbe di sicuro trovato un attimo per parlargli in privato e il ragazzo sembrò tranquillizzarsi.
Dopo il pasto mi accompagnò da Gally e lo incaricò di tenermi a bada per un paio d'ore. 

Il Costruttore si limitò a tirarmi dietro nei suoi vari compiti, insegnandomi a impugnare bene il martello e il chiodo e a non infilzarmi le dita. Sostituimmo un paio di travi marce, poi apportammo qualche modifica alla porta del bagno, inserendovi una specie di lucchetto che avrebbe così permesso di avere più privacy. 
Quell'occupazione, per quanto fosse utile, sembrava un lavoro di testa e precisione. C'erano molte cose che ancora non mi erano chiare, come il passaggio dei fili elettrici per la luce sul soffitto, o come capire se il terreno per edificare fosse buono o meno. Tentai di imitarlo nel costruire uno sgabello, ma fallii miseramente, intagliando il legno in maniera pessima.
Per quanto mi mettessi giù d'impegno, non riuscivo a realizzare granché. Al contrario, Gally sembrava essere nato per quel lavoro, armeggiando con tutti quegli strumenti come se fossero prolungamenti delle sue mani.

Per quanto le dita del ragazzo fossero tozze e tutte rovinate da quel lavoro duro, si muovevano con una delicatezza e una precisione impeccabili, rendendolo un maestro nel suo campo. 
Dopo un paio d'ore, Gally mi propose una pausa.
"Che ne dici di andare a prendere una bottiglietta d'acqua, Fagiolina?" borbottò, soffiando sul pezzo di legno che aveva appena finito di intagliare e appoggiando a terra il suo sgabello ormai completato. 
"Elena." lo corressi senza riuscire a trattenermi. "Lo preferisco a Fagiolina, se non ti dispiace." 
Sul volto del ragazzo si formò un largo sorriso, mentre i suoi occhi si illuminavano e le sue guance si arrossavano leggermente, mettendo in risalto le lentiggini.
"Perché diamine non me l'hai detto prima?" chiese, abbandonando sul tavolo da lavoro gli strumenti e frugando alla rinfusa nella sua borsa per trovarne altri. "Ti porto subito al Muro a incidere il tuo nome, caspio!"

Una volta arrivati davanti a un muro del labirinto, Gally si fermò e mi indicò delle incisioni sulla pietra. Mi avvicinai e le osservai attentamente. C'erano almeno cinquanta nomi incisi, tutti maschili ovviamente, ma quello che mi incuriosì fu vedere che alcuni nomi fossero sbarrati da delle linee storte e tremolanti.
Ne sfiorai alcuni, leggendo nella mente alcuni dei nomi che erano stati cancellati. Stephen, Justin, Alfred...
"Perché alcuni sono sbarrati?" chiesi sfiorando nuovamente la S di 'Stephen', incuriosita.
"Quanti siamo nella Radura, più o meno?" chiese Gally rispondendo alla mia domanda con un'altra domanda.
"Non so... Forse una trentina." 
"E quanti nomi ci sono scritti?"
"Cinquanta più o meno." mormorai, iniziando lentamente a capire.

"Quindi..." aggiunse lui, cavando un coltello dalla sua tasca.
"Sono morti." sussurrai arrivando alla conclusione. "Ecco come si riempiono le Faccemorte."
"Bingo, piccola. Devi imparare a fare meno domande e a trovare le risposte da sola. È così che funziona la Radura. Ci sono cose che capirai e altre no. La vita continua comunque." concluse, porgendomi il coltello dalla forma strana e poi un piccolo martello.
Afferrai entrambi, analizzando la parete alla ricerca di un posto dove inserire anche il mio nome. Trovai un piccolo spazio vicino a quello di Newt e pensai che sarebbe stato il posto perfetto. Appoggiai la lama alla parete e, aiutandomi con il martello, iniziai a spingere con forza, incidendo la pietra.
Gally non aveva tutti i torti, dovevo ammetterlo. Nonostante fossi appena arrivata nella Radura, dovevo svegliarmi e iniziare a vivere come facevano gli altri. Meno domande e più fatti.

The Maze Runner - RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora