RITORNO INASPETTATO!IL GRANDE GENIO DEI TEMIS!

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CAPITOLO 10

RITORNO INASPETTATO! IL GRANDE GENIO DEI TEMIS!

Kenzo e il suo maestro, il severo e diligente Masami sensei, lasciarono la "Roccia Sospesa" subito dopo aver salutato il venerabile Kiemon e tutti i gakusei. Si inoltrarono nella grande foresta, un ammasso di pini secolari, querce bianche e altri alberi sempreverdi che lasciavano nell'aria l'odore classico della natura incontaminata. Una leggera pioggerella scendeva delicatamente dal cielo grigio, accumulandosi ai bordi dei copricapo a punta dei due viaggiatori. Non avevano portato molto con loro. Si erano limitati ad un piccolo bagaglio con poche provviste, per poter viaggiare comodi e veloci. Dopo qualche giorno di cammino fra i monti orientali, giunsero alla loro meta. Sotto una parete rocciosa che si inerpicava vertiginosamente verso l'alto, la foresta si diradava, lasciando spazio ad un folto prato verde. Qualche raggio di sole ancora caldo sbucava dalle nuvole minacciose che da qualche tempo accompagnavano allievo e maestro. Kenzo alzò lo sguardo, rimanendo per un attimo abbagliato da un tentacolo luminoso. Con una mano reggeva il suo sugegasa , per evitare che gli cascasse. Il suo occhio investigava, perdendosi fra le bellezze naturali di quel luogo senza tempo.

« Dove siamo maestro? » chiese.

« In un luogo sacro» rispose Masami con la solita austerità che lo caratterizzava « Su questa stessa terra, dove tu ora cammini, molti giovani guerrieri si sono allenati per dominare il loro Cosmo interiore ed essere investiti del titolo di Cavalieri di Atena. Arduo fu il loro addestramento, lo stesso che metterà a dura prova la tua mente e il tuo corpo. Io ti accompagnerò lungo la strada che, spero, ti vedrà diventare uno dei più grandi Saint di tutti i tempi ».

Il sensei riprese a camminare, instancabile e fiero, non mostrando mai un solo cenno di cedimento, nonostante l'età non più florida e la tanta strada percorsa. Il più delle volte se ne stava in silenzio quasi religioso, con le mani incrociate dietro la schiena. Kenzo non finiva mai di stupirsi e ammirare quell'uomo così impavido. Costeggiarono la montagna, seguendo un vecchio sentiero consumato dai passi. Finalmente, dopo poco, giunsero dinanzi ad una vecchia casetta di legno. La dimora era molto piccola, simile ad un rifugio. In alcuni punti, il tetto, fatto di sterpaglie e rami secchi, era collassato. Masami aprì la porticina che gracchiò spalancandosi. L'interno era angusto e spoglio. L'odore di legna bagnata e polvere si sparse fin da subito, mentre alcuni scoiattoli scapparono spaventati da sotto quella che sembrava un vecchia tavola marcia e distrutta dal tempo.

« Qui è dove staremo» fece il sensei, togliendosi il copricapo di paglia e varcando l'uscio. «Come prima cosa metteremo in sesto questo posto, donandogli nuova vita».

Kenzo obbedì senza batter ciglio. Alcuni giorni dopo il vecchio tugurio tornò ad essere abitabile. Allievo e maestro se ne stavano seduti a meditare al centro dell'unica stanza, a gambe conserte ed occhi chiusi. Il cinguettio di alcuni uccelli si fondeva al vento che scendeva dalla montagna e che sembrava sibilare fra le fratture della roccia. Fu Masami a spezzare quella sorta di silenzio ultraterreno che si era creato.

« Kenzo, ascoltami» esordì restando con gli occhi chiusi « Sai perché ti ho portato proprio qui per addestrarti?».

« Certo » rispose immediatamente «Perché questo è un luogo sacro. Me lo ha detto quando siamo arrivati».

« Non intendevo questo. Sacro o no, tutto ciò che ti sto insegnando avrei potuto trasmettertelo anche in un qualsiasi altro posto ».

« Allora no, maestro. Non so».

Il sensei si alzò dirigendosi verso la porta. Fuori la luce del sole bagnava ancora la vallata.

«C'è una cosa che voglio mostrarti. Vieni» ordinò all'adepto, il quale obbedì senza fare domande.

SAINT SEIYA NEXT GENERATION 2 : IL DESTINO DI ARTEMIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora