Capitolo 26

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Mattia's p.o.v.
-Emmaaa!!-
Il mio grida rieceggia nella sala di canto, per sovrastare la base di "Skyfull of stars", che la nanetta qui di fronte sta cantando, per le prove generali. La canzone si stoppa di colpo, ed un' Emma sbigottita mi si para davanti, con le mani sui fianchi, e le sopracciglia aggrottate.
-Ma sono modi? Mi hai fatto prendere un colpo! Che c'è?-, chiede con una nota di disappunto nella voce.
-Emmì, ho scritto una canzone!- annuncio, mostrandole il foglio scarabocchiato e impiastrato di penna e matita.
Le si illuminano gli occhi, e si apre in un sorriso mozzafiato.
-Andiamo a farci una sigaretta, così me la canti.-
Ci prendiamo questa piccola libertà, dal momento in cui le telecamere sono spente già da un po'. Abbiamo chiesto a Maria il permesso di rimanere, e lei ha acconsentito.

La luna splende alta nel firmamento, quando io ed Emma sbuchiamo fuori dagli studi. Sono le nove di sera, e fa un po' freddo. Tengo un braccio intorno alla sua vita, per averla stretta a me, e lei ha la testa appoggiata sulla mia spalla. Nell'altra mano, il foglio con scritta la nuova canzone. Penso di averla dedicata a lei, e a me, e a noi. Alzo lo sguardo verso il cielo, e scruto le stelle, in cerca di quella più luminosa. È un gesto che mi ha insegnato mia madre, quando avevo cinque anni. Mi diceva che il punto più luminoso del cielo fosse tutto l'amore che provava per me. E quel punto era infinito. Quante volte, nel momento del bisogno, ho cercato quella stella come punto di riferimento? Tante, ed ora voglio mostrarlo ad Emma, prima di cantarle la mia canzone. Prendiamo posto su una panchina di ferro, appena fuori dalla recinzione.
-Mimma..?-, sussurro con le labbra sul suo collo, prima di stamparci un bacio.
-Mmh...-.
Alzo lo sguardo, e la osservo in tutta la sua bellezza. Gli occhi chiusi, a gustare un momento intenso, il sorriso appena accennato sulle sue labbra perfette, la camicia a quadri rossi leggermente aperta su una cannottiera trasparente.
-'A vedi quella stella, la più luminosa de tutte?- continuo con un tono basso, stavolta accostandomi al suo orecchio.
-Mmh mmh- mugola, mordendosi il labbro. Cazzo, mi sta provocando. No, no, e no. Mattia, rimani concentrato!
-Riesci a immagina' quanto sia lontana?-, replico, baciandole il lobo dell'orecchio per rispondere al suo atto di seduzione.
Apre gli occhi e fissa intensamente la stella, prima di girarsi verso di me, e sussurrare, con lo sguardo nel mio,:-In realtà... no. Credo che sia tanto, forse infinito...-
-Ecco. Infinito. È quanto ti amo, è ciò che vedo nei tuoi occhi quando mi ci perdo, sei tu. Tu sei infinita, noi siamo infinito. In tutti i nostri sbagli, gli equivoci, i casini, ma anche negli abbracci e nelle canzoni, in ogni brivido sulla mia schiena. Ricordati di questo, anche se un giorno non ci sarò più, ma guarda quella stella, perché è stato grazie a lei che ho capito di amarti. Okay, nane'?-
Finisco il mio discorso, e sono senza fiato.
Una lacrima luccica sotto il riflesso della luna, scendendo sulla pelle candida di Emma, la quale sorride splendidamente, tenendo una mano sulla mia guancia.
-Io... non avevo mai sentito parole così...-, si interrompe per tirare su col naso.-...mi stai salvando, Mattia, da tutto, e tutti. Non mi lasciare mai...-.

Emma's p.o.v.
-Non mi lasciare mai...-
È tutto ciò che riesco a dirgli, una richiesta disperata. Non voglio allontanarmi da lui.
-Never Again.- ribatte lui.
-Cosa?-
-Never Again, mai più. Non ti lascerò, neanche se mi ricattano, neanche se tu non mi vorrai più, neanche per la musica.-
D'improvviso, mi rendo conto della situazione che stiamo vivendo. Mi sento crollare, oppressa dalla paura. Mi sale dentro un'ansia pazzesca. Ma un'ansia cattiva, causata dalle parole di Fabio e di Ludovica. Non voglio che me lo portino via, attraverso il gossip e gli scandali.
-Matti...-. La mia voce vacilla, insieme alla mia stabilità, e sento le lacrime scorrere.
-Ehi...?- mi risponde, preoccupato. Intreccia una mano con la mia, con l'altra mi asciuga le lacrime dalle guance.
-Ho paura... cosa faremo...? Qui dentro non possiamo stare insieme... e se Fabio e Ludovica dovessero venire a scoprire qualcosa... ci rovinerebbero...-
Neanche il tempo di terminare, che mi prende tra le sue braccia, e, accarezzandomi i capelli, mi sussurra:
-No, shhh... andrà tutto bene, tesoro mio...-
Rimaniamo così, semplicemente noi. Siamo un groviglio di braccia ed anime, quel "noi" che non è più solo "io e te", ma anche tutto quello che siamo, le parole, i baci, le promesse.
Ormai siamo legati, le mani strette in un doppio nodo, ed i cuori che battono all'unisono. E io lo so, ci separeranno, ci ostacoleranno, cercheranno di dividerci in tutti i modi, perché l'amore non è giusto, e dovremo farlo, me lo sento. Ma allora saremo "inseparabili ma separati"?
Si. Questo pensiero mi fa sorridere spontaneamente, e sento subito Mattia chiedere: -Perché sorridi, nane'?-
Credo di star avvampando. Ho troppa vergogna a dirglielo...
-Niente, Matti. Pensavo a noi due...- rispondo, rimanendo sul vago.
Mi giro a guardarlo, e lo trovo sorridente. Mi perdo nei suoi occhi, per l'ennesima volta, e continuo a volerci affogare dentro, in quel mare verde come la speranza, in quegli occhi che mi leggono dentro. Lui posa una mano sulla mia guancia. Quanto mi piace questo gesto! Mi fa sentire protetta come mai nessuno era riuscito a fare. Ci avviciniamo, lentamente, respirando aria crepitante di elettricità e carica d'aspettativa, un centimetro alla volta. Mi tortura, non vuole essere lui a fare il primo passo. Allora mi avvicino di più, con il cuore che scalpita, gioioso, e le mani dietro il suo collo, fino a sfiorargli le labbra. Una brivido si insinua nelle mie vene, facendomi tremare appena. Sento il suo respiro affannoso fondersi col mio, e i nostri occhi ancora a studiarsi, a cercarsi. Mi allontano di poco, voglio farlo soffrire. Con un sorriso strafottente, gli comunico che non sarò io ad avvicinarmi, allora lui risponde con la stessa moneta. Si avvicina piano, facendo crescere la mia eccitazione, e le nostre labbra si afiorano di nuovo. Un altra scossa, più potente di prima.
-...Baciami...-, una richiesta esasperata, frutto del desiderio.
Non se lo fa ripetere due volte, e si slancia in avanti per incontrare le mie labbra in una danza dolcissima. Se potessi descrivere questo momento, direi: musica. Le nostre lingue si cercano, si assaporano, giocano, e quasi mi pare si sentire qualcosa simile al primo movimento della Primavera di Vivaldi, poi la musica di Bach, intersecate alle note della Quarta Sinfonia di Mozart, e poi al suono del pianoforte di Beethoven.
Dolcezza, grinta, passione, paura si fondono nel mio cuore e nella mia anima. Il nostro bacio sa di amore, di lacrime, di voglia di assaporarci e si viverci. Adesso, il bacio si fa più rabbioso, e sento nel mio cuore, il ritmo sempre crescente di un violino, le note a scandire il tempo delle nostre mani che si accarezzano, febbrili, in cerca di pelle da sfiorare. Sento il fuoco avvampare in me, e mille farfalle muoversi furiosamente nel mio stomaco. Dio, quanto mi piace...
Poi tutto smette.
Mattia si stacca.
La musica cessa.
Le farfalle volano via.
Il fuoco si spegne.
Perché lo ha fatto?
Si china per terra, e raccoglie una cosa che assomiglia vagamente ad una scatola. Legge l'etichetta. Poi me la porge, con sguardo interrogativo. Ci impiego un nanosecondo a capire che quella è la mia scatola di pillole. Cazzo, cazzo, CAZZO.
Inizio a tremare, non ho più controllo di me stessa. Cerco di trovare una spiegazione plausibile in pochi secondi, ma i suoni che la mia bocca riesce ad emettere sono del tutto inarticolati.
-Emma, perché? -
Abbasso lo sguardo, sconfitta. Perché? Non lo so, forse perché ho sofferto come un cane quando me ne sono andata, e quando ho sentito che lui aveva una fidanzata.
-Ti prego, di' qualcosa...-
-Che dovrei dirti, Mattia? Non ce l'ho fatta, senza di te. Avevo bisogno di dimenticarmi di tutta questa merda... Di te, di Fabio... Cosa pensavi che avrei fatto?-, ribatto, mettendomi subito sulla difensiva.
-Quante... quante ne hai prese?- chiede lui. Sta per cedere, la sua voce é tremolante.
-Io... non lo so...- mento spudoratamente.
-Vieni qui...-. Mi accoglie fra le sue braccia, cullandomi dolcemente.
-Promettimi di non farlo più.- mi sussurra, -Ci sono io, adesso.-
Come faccio a promettertelo? Non posso assicurarti che quelle pillole spariranno dalla mia vita, come tu non puoi giurarmi che tutto andrà sempre per il verso giusto, che resterai. E allora, se te ne sarai andato, cosa farò io? Se tu sarai la causa del mio dolore, come puoi impedirmi di volerti dimenticare? Mi dispiace, ma questo é l'unico modo che conosco, oramai le ferite del mio cuore non si rimarginano più da sole, ho bisogno di aiuto, di un modo per restare a galla. Se non ci sei tu a farmi da ancora, come posso fare per non affondare? Mattia, nessuno si salva da solo. Ma ti prometto che ci proveró, e finché sarai con me, questa droga posso anche buttarla via, perché il mio amore per te è più forte dell'eco del mio dolore.

-Ti amo.-

Il cielo era sereno quella notte, e due anime malate avevano deciso di aggrapparsi l'una all'altra per non affondare.

E se vi lasciassi così? Vi piacerebbe che fosse la fine, oppure dovrei continuare? A voi la scelta.

"QUEL SORRISO MESSO COME SCUDO"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora