"A small Apocalypse"

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Avrei dato tutto per uscire da quell'inferno. Avrei rinunciato a tutto ciò che mi restava pur di allontanarmi da quella casa, ma continuavo, speranzosa, a contare i giorni che mancavano alla fine e cercavo di convincermi che, prima o poi, il sole sarebbe tornato a splendere.
D'altronde, mia madre me lo ripeteva sempre, mi aveva insegnato che dopo ogni tempesta il sole torna a splendere, più forte di prima. Mi chiamo Yohana, eppure la gente si divertiva a chiamarmi Apocalypse, come se la mia dolorosa vita non fosse già un inferno. Mia madre morì prima ancora che io potessi compiere dieci anni e mio padre, beh, lui aveva deciso di liberarsi di me, di crearsi una nuova famiglia, di lasciarsi il passato alle spalle, troncando tutti i nostri legami e contatti. Avevo cercato più volte di trovare una spiegazione ed ero giunta sempre alla stessa conclusione: forse gli ricordavo troppo la mamma. Ma aveva comunque deciso di fare da papà ad altri due figli seppur consapevole di non essere stato in grado di farsi carico e di badare alla sua prima figlia. Sapevo che il dolore della morte della mamma lo aveva distrutto, l'amava alla follia e gli era stata strappata senza pietà da un tumore fulminante al cervello e il senso di colpa e la paura di non aver fatto abbastanza per salvarle la vita, lo divoravano dall'interno. Ma io stavo soffrendo quanto lui, o forse più. Aveva così deciso, una mattina, circa una settimana dopo la morte della mamma, di preparare la mia valigia, di abbandonare la nostra casa e di scaricarmi alle porte di un orfanotrofio. Non aveva avuto il coraggio di dirmi addio, così si era girato di spalle, senza neppure salutarmi e da quel momento non l'avevo più visto. In meno di due settimane ero rimasta da sola, avevo perso mia madre e subito dopo mio padre: non mi restava più nulla.

Ed eccomi qui, all'età di sedici anni, a distanza di sei anni, sdraiata su un letto sudicio a fissare il soffitto dell'orfanotrofio che avevo lasciato più volte ma mai per sempre, perdendo ogni volta una parte di me. In quel posto avevo sempre avvertito quel senso di disagio, di non appartenenza, ma soprattutto una straziante solitudine. Spesso mi chiedevo cosa avessi fatto per meritare quella vita, ma la mia risposta era sempre la stessa, non avevo fatto nulla di male, avevo perso mia madre troppo presto e avevo un padre che aveva reagito al dolore nel peggior modo possibile.

Ero stata affidata, nel corso degli anni , a diverse famiglie, ma la sensazione di non appartenenza era sempre lì presente, in un angolino e saltava fuori non appena qualcuno provava ad avvicinarsi, avevo paura di essere delusa per l'ennesima volta, così creavo una barriera, smettevo di parlare, di mangiare e di sorridere. In questo modo, puntualmente mi riportavano indietro, ma ogni volta perdevo una parte della mia gioia e della mia piccola felicità.

Anche se quel posto era un inferno, non potevo abbandonare i miei amici, d'altronde condividevamo più o meno tutti la stessa sorte, in fin dei conti eravamo tutti nati sotto una cattiva Luna, ma erano gli unici a rendere quel posto più simile ad una casa. Mi capitava spesso, dopo una dura giornata, di pensare che il peggio fosse passato, ma con il tempo capii che non ci sarebbe stata mai fine al peggio; così ero giunta alla conclusione che l'unico modo per uscire viva da quell'inferno, era fissare la luce alla fine del tunnel e attendere la fine di quel dolore.

Molte volte però, pensavo al 'dopo', al mio futuro fuori da quel posto. Avevo avuto molto tempo per pensarci e fantasticare e i miei progetti erano basati soprattutto sull'indipendenza: volevo continuare gli studi, trovare un lavoro, riprendere in mano la mia vita e cambiare il programma che il destino aveva in serbo per me. Avevo una gran voglia di reinventare la mia vita, la mia persona,  di riscattarmi e di diventare la ragazza forte che si era lasciata alle spalle il suo terribile passato, lo stesso passato che ogni giorno le dava la forza e il coraggio di andare avanti e combattere per i propri sogni.

Ed ero, ancora una volta, incantata a fissare il soffitto , quando....

                                                                                                                             To be continued...







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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2016 ⏰

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