Un lampo illuminò la stanza, rischiarandola per un secondo prima di lasciarla ripiombare nell'oscurità della notte. Con un sospiro, Alex si mosse un po' sul divano, allungando ancora di più i piedi e cercando di prendere sonno in qualche modo. Non riuscì a trattenere uno sbuffo contrariato: fino a qualche ora prima, aveva sperato di poter dormire normalmente insieme a Genn, e invece... "Sempre così va a finire" borbottò.
Il loft dei concorrenti di X Factor era diviso in sezioni a seconda delle categorie. Le camere dei gruppi erano state divise in maniera piuttosto equa, e alla fine, dopo qualche momento di indecisione al loro primo arrivo, lui e Gennaro erano riusciti ad aggiudicarsi una stanza con due letti singoli, tutta per loro. 'Genn...' pensò Alex, con un sospiro accorato: era lui la ragione per cui adesso era confinato su quel divano, in cerca di riposo.
Scuotendo la testa, Alex affondò la testa nel cuscino e cercò di addormentarsi nonostante il temporale che imperversava fuori.
*
Lo scalpiccio di piedi nudi sul pavimento fu ciò che riscosse Alex da un sonno leggero e tormentato. Aprendo gli occhi di scatto, si voltò lentamente su un fianco per vedere di chi si trattasse. Sapeva per certo che Leonardo soffriva di insonnia, e si rincuorò un po' pensando alla possibilità di fare due chiacchiere con lui e aspettare che quella dannata notte trascorresse. Ormai aveva rinunciato all'idea di riaddormentarsi, e quel divano gli stava distruggendo la schiena.
Nel buio riusciva a vedere qualcuno camminare per il salotto e avvicinarsi, ma prima ancora di capire chi fosse, sentì uno strattone alla coperta, e un corpo gelido si sdraiò di fronte a lui, con il petto schiacciato contro il suo. Un ciuffo di capelli chiari andò a solleticargli il naso, e per Alex non c'erano più dubbi su chi fosse la misteriosa figura. Sospirò, anche se non poteva impedirsi di sentire quello sfarfallio nel petto al pensiero che Genn fosse andato a cercarlo.
"Che fai qui?" gli domandò, con finta noncuranza.
"Il letto era troppo freddo" rispose Genn, piantandogli i piedi gelidi tra i polpacci e facendolo sobbalzare. Quella sua maledetta abitudine! Lo faceva sempre, quando avevano la possibilità di dormire insieme.
"Ah! Quindi ti sei pentito di avermi mandato a dormire sul divano!" esclamò Alex, trionfante.
"No, te lo meritavi" lo liquidò Gennaro, con semplicità. Alex sorrise: quel ragazzo non gli concedeva mai una soddisfazione, lo faceva diventare matto con quel suo modo di fare e di ragionare. E lui... lui non sapeva far altro che bearsi di ogni sua azione, di ciascun momento in cui quegli occhioni si posavano su di lui e sapeva di aver catturato l'attenzione di quel ragazzo con l'aspetto un po' da bimbo.
"Mh" disse solamente, e Genn affondò il viso nel suo collo, facendolo rabbrividire con il suo naso gelido contro la pelle. Il suo profumo infondeva un senso di completezza in Alex, e tutto il malumore di poco prima era svanito in un attimo. Baciò ripetutamente la fronte e ogni parte del viso di Gennaro, e lui in cambio arricciò il naso in quel modo che lo faceva impazzire, e poi gli morse un orecchio, dispettoso.
"Ho freddo" mormorò Genn, tirando un po' su col naso. Alex lo avvolse tra le sue braccia e rabbrividì nel sentirlo gelido contro di lui.
"Lo sento, sei ghiacciato. Che fine ha fatto la maglia del tuo pigiama?" chiese.
"Me l'hai tolta tu, prima. Non ti ricordi?"
Alex lo ricordava, molto bene. Erano in procinto di fare qualcosa, si erano assicurati di chiudere bene la porta e avevano programmato di far meno rumore possibile. Peccato che tutto questo fosse stato mandato all'aria da quello stupido screzio, la causa della sua notte sul divano.