23. Ciò che ci ha portati qui

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Il Behemoth ruggì ferocemente, scaraventando uno degli Orchi contro il muro dell'Arena a Nord. Valerie aveva recuperato un po' della sua abituale concentrazione. Nauru le aveva dato degli ordini precisi, doveva ritrovare il suo istinto di cacciatrice, era per quel motivo che aveva accettato quella follia. Dare la caccia a un Behemoth e ucciderlo era forse la sfida più grande che aveva mai affrontato. Avrebbe dimostrato a suo nonno che lei era in grado di affrontare e vincere le sue sfide, e che, nonostante la sua natura non mentisse su chi era e cosa poteva fare, quella sfida sarebbe stata la più grande, l'ultima. Fra quei pensieri, tuttavia, si aggirava furtiva un'idea sconsideratamente folle. Uccidere il Leviatano, colui che comanda tutte le Bestie, la Bestia per eccellenza, sarebbe stata la ricompensa più grande per tutte le sue fatiche.

Una volta raccolta la faretra, tuttavia, dovette tornare presto alla realtà. Le avevano lasciato solo sei frecce, di cui solamente una esplosiva. Lucien non sembrava essere messo meglio.

"Ne sono rimaste solo due" disse sconsolato rivolgendosi all'Aladel. Nauru guardo i due congegni di vetro, facendo reagire la sua intelligenza velocemente.

"Ti serviranno entrambe. Devi fare due centri se vuoi essere sicuro del risultato" Un ultimo ruggito, più potente e minaccioso dei precedenti, annunciò la prima carica.

"Ricordati – disse attirando la Bestia lontano dal ragazzo – Quando ha la bocca spalancata" Lucien, in ginocchio al centro dell'Arena, teneva in mano i due cilindri. Alla sua sinistra, Valerie aveva raccolto arco e faretra e si apprestava a fare quello che sapeva fare meglio, Nauru, alla sua destra, sfrecciava veloce come il vento tra le luci dei bracieri e le ombre di quel Mondo orrendo, aspettando il momento giusto.

Si potevano farcela.

Valerie, con una freccia incoccata, stava cercando il punto debole della Bestia. Purtroppo, le giunture erano coperte da spesse escrescenze ossee, la pelle, del resto, sembrava spessa e coperta da uno strato ruvido, simile alla corteccia degli alberi. Quando notò le tre file di occhi che la seguivano dovunque, capì che non l'avrebbe persa di vista nemmeno un secondo. Quando caricava, la terra tremava paurosamente e, nonostante la sua massa, si rivelò molto più rapido del previsto.

Anticipare le sue mosse era un incubo, cercare di prevederle significava giocare con il destino.

La cosa andava avanti da diversi minuti senza risultati e la Cacciatrice cominciava a sentire la fatica, quando, finalmente, ebbe un'idea.

Nauru, usando i suoi poteri, divenne un'ombra. Il Behemoth aveva una vista acutissima, e, come se non bastasse, distingueva anche le tracce di calore. Nauru, essendo morto, non emanava calore e la Bestia faticava a seguirlo. Quando l'Aladel vide che il Behemoth puntava la ragazza, estrasse i coltelli e attese il momento giusto. L'ultima volta che aveva ucciso un mostro del genere gli era quasi costato un braccio.

Valerie corse verso l'Orco morto contro le barriere. Il suo Orso, morto anche lui in malo modo, aveva ferite esposte e grasso che colava dovunque. Attraverso le fiamme viola Valerie risultava invisibile per la Bestia. Cosparse le frecce di grasso, poi, mentre il Behemoth si avvicinava, si poggiò su un ginocchio e attese. Rallenta i battiti, respira.

Le fiamme danzavano di fronte ai suoi occhi, sopra la punta della freccia ricoperta di grasso. Il muso del Behemoth ciondolava brontolando di fronte a lei.

Chiuse l'occhio destro per prendere meglio la mira, si concentrò per estraniarsi dal delirio che aveva attorno.

Il dardo sfrecciò attraverso le fiamme prendendo fuoco all'istante, volò dritto verso uno degli occhi, centrandolo in pieno. Il Behemoth ruggì dal dolore, perdendo di vista il suo obiettivo.

Valerie si spostò rapidamente a un altro braciere prima che il mostro potesse riprendersi e, incoccata una seconda freccia, tirò a un secondo occhio, centrandolo di nuovo. Il mostro cominciò a correre in giro come impazzito.

Valerie non aveva più il tempo di prendere la mira, ogni volta che ci provava subiva una nuova carica.

Nauru vide la prima freccia infuocata centrare l'occhio della Bestia. Il Behemoth si alzò sulle zampe posteriori dal dolore, ruggendo impazzito. Nauru colse l'attimo.

Corse appiattito verso la coda dell'animale. Aiutandosi con le sporgenze della sua pelle rugosa, scalò la tozza coda e superò le zampe posteriori. Il Behemoth si dimenava impazzito, e Nauru scoprì solo in quel momento che la corazza sulla schiena era dotata di punte acuminate di osso, capaci di sfondare l'armatura più resistente. Doveva dare fondo a tutte le sue abilità per uccidere la Bestia. Vide il secondo dardo centrare in pieno un secondo occhio. Il Behemoth si scosse da testa a piedi, dimenando zampe, testa e dorso. Nauru, inizialmente, perse la presa e fu costretto ad attaccarsi a uno degli acuelei, ferendosi una mano. Appeso per un solo braccio, cercò per diversi minuti di riprendere il controllo. Il Behemoth, probabilmente all'inseguimento di Valerie, scagliava i bracieri dappertutto. Quando sbattè contro le barriere, diede modo a Nauru di fare leva per riprendere la sua posizione e risalire il possente corpo. Alla fine le vide: due sfiatatoi alla base del collo. Estrasse i pugnali, pronto a infilzare la Bestia.

Lucien, perso di vista l'Aladel, si concentrò su Valerie. La sorella sembrava nel suo elemento naturale. Quando la vide scagliare le frecce attraverso le fiamme viola per incendiarle, un dubbio tremendo attraversò la sua mente. Frugò freneticamente all'interno dello zaino, ma niente.

Gli avevano preso l'acciarino, come avrebbe acceso i caleidoscopi?

Mentre ci pensava, la Bestia emise un urlo spaventoso, mentre un occhio gli andava a fuoco. Lucien non poteva avvicinarsi troppo allo scontro, così decise di usare il metodo della sorella, ma presto il Behemoth aveva disperso la maggior parte dei bracieri. Anche il secondo dardo prese in pieno il mostro. Solo in quel momento, mentre la Bestia quasi abbatteva una delle barriere, intravide Nauru appeso sulla schiena. Pochi istanti più tardi, Nauru, con un salto prodigioso, affondò i pugnali nel suo collo e il mostro ruggì così forte e con così tanta rabbia, che anche il furore degli spettatori ebbe un attimo di esitazione.

Era quello il momento.

Il Mostro aveva la bocca spalancata, si trovava esattamente di fronte a lui. Senza esitazioni, lanciò il primo caleidoscopio. Con uno scattò, il Behemoth volse la testa a sinistra, e il cilindro di vetro s'infranse come una nuvola bianca sulla sua guancia. Con lo stesso movimento, Nauru perse l'equilibrio e venne scagliato contro una colonna. Il Behemoth, ancora trafitto dai coltelli, caricò Lucien con tutta la rabbia che aveva in corpo. Lucien, raccolto l'ultimo cilindro, attese il momento giusto. Se era destinato a morire lì, avrebbe portato la Bestia con se. Il mostro era troppo veloce, troppo grosso. Schivò la carica di un soffio, finendo con la schiena contro una barriera a pochi passi dalle bronze roventi di uno dei tanti bracieri distrutti. Alla fine, con Nauru ancora steso a terra dalla parte opposta dell'Arena, Valerie che accorreva con l'arco in mano, Lucien capì che era finita. L'imponente mole della creatura delle Tenebre incombeva cupa, le fauci spalancate pronto a fare di lui un sol boccone. Un attimo prima che le enormi mascelle si chiudessero su di lui, vide la freccia esplosiva centrare la guancia ricoperta della polvere bianca del primo caleidoscopio. La fiammata bianca rifulse per diversi secondi, creando una bruciatura molto estesa sulla guancia della Bestia.

"Ora o mai più" si disse.

Scagliò il secondo caleidoscopio tra le fauci del mostro, centrandolo in pieno, poi, soffocando il dolore, prese una bronza accesa e la scaglio in bocca.

Il Behemoth ruggì dal dolore, barcollando contro le barriere, le colonne e i bracieri. Il pubblico rumoreggiava, scontento. Diversi fasci di luce spuntarono dal corpo della bestia, bruciandolo dall'interno, aprendogli enormi ferite. Dopo diversi minuti di agonia, si accasciò al suolo e si dissolse nella notte fredda. Valerie accorse a sincerarsi che Lucien stesse bene. Avevano entrambe diverse ferite al volto e alle braccia, anche se Lucien aveva la mano ustionata. Nauru era ancora lontano, steso a terra, svenuto.

Valeriesi strappò la manica della camicetta per fasciare le ferite messe peggio,tenendo sempre d'occhio l'Aladel per raggiungerlo e prestare soccorso anche a lui.In pochi secondi l'Arena esplose in una bolgia chiassosa che inneggiava alsangue. Le vittime dovevano morire, e invece avevano ucciso una delle Bestiepiù temute. Cinque cavaliere d'Orso entrarono per scortare i fratelli versol'uscita, altri si diressero verso Nauru e Valerie lo perse di vista.

Le Cronache Delle Sei Armate - Vol.1:Sangue ConnorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora