Capitolo 2.

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Pov di Gennaro

I sogni che aveva sempre fatto da bambino, le storie scritte tra i banchi di scuola, i desideri espressi a Capodanno, le lettere segrete, e i pensieri incondivisi, tutto parlava di ciò che ora, si stava realizzando.
Aveva sempre visto Londra, come una metropoli senzazionale, con i suoi alti grattacieli, che toccano i cielo come le dita di un bambino, con la vitalità, i colori, la voglia di vivere e di esprimersi, l opportunitá per abbandonare la monotonia e l'angoscia del piccolo paese, dov'era nato e cresciuto, quel posto che non era mai riuscito ad amare.

L'arrivo nell'aeroporto di Londra, suscitò nel ragazzo, una di quelle sensazioni uniche, una di quelle che devono essere ricordate, e raccontate, magari ai propri figli: un brivido lungo la schiena, segno che tutto quello di cui aveva sempre scritto, tra le pagine della sua anima, si stava finalmente avverando. Aveva la sensazione di correre lungo binari ad occhi chiusi, conoscendo la giusta via da seguire, con la paura di sollevare le palpebre e far entrare la luce, per terrore che un solo fioco bagliore, facesse sparire velocemente, come era arrivato, quell'attimo di vera felicità.
Dopo essersi ripreso da i suoi pensieri, scorse tra i capi degli altri passeggeri, il cappotto avorio, di un giovane ragazzo alto, dai folti capelli castani. Si avviò a grandi falcate verso la figura, con gli occhi che riflettevano tutta la gioia che era in grando di provare. Gli diede una scherzosa pacca sulla spalla, e gli sussurrò:
-Oh si, ci divertiremo qui!-, il ragazzo lo guardò con occhi stanchi, e gli accennò un debole sorriso forzato. Lo sguardo angosciato di Alessio, trafisse Gennaro come una coltellata in pieno petto. Ripensò ai mesi precedenti alla partenza, a tutto ciò che aveva detto all'amico affinché si convincesse, che quella momentanea permanenza a Londra, sarebbe stata determinante per il loro futuro. Che avrebbero dovuto afferrare al volo l'irripetibile opportunità, che avrebbero potuto così finalmente vivere di musica. Alessio non era mai stato restio all'invito, era sempre stato consapevole dell' importanza dell'occasione, ma Gennaro con gli anni era riuscito a comprendere ogni lieve sfumatura del carattere del compagno, gli fu facile percepire la mancanza di entusiasmo e di felicità che egli provava. E tutto ciò gli provocava una profonda fitta di senso di colpa, lui non sarebbe mai stato niente senza Alessio, aveva bisogno di lui, era ormai parte del suo essere. Quello non doveva essere solo il suo sogno, ma di entrambi.

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