Capitolo 3

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Erano le cinque e trenta in punto quando Alexi aprì gli occhi. Il freddo metallo che le premeva sulla pelle nuda le diede una sensazione di sicurezza. Sfiorò la pistola con una mano e un sorrisetto le comparve sul volto. La stanza era buia in maniera innaturale. Le finestre erano coperte con spesse tende nere che non facevano filtrare nemmeno un filo di luce. Cercò di guardarsi intorno senza far rumore. L'ultima cosa che avrebbe voluto era svegliare Cryzia nel bel mezzo della notte e subire la sua isterica ira.

Sapeva che non si sarebbe riaddormentata. Era talmente abituata ad alzarsi presto che il suo fisico non contemplava nemmeno quell'opzione. Pensò che, in fin dei conti, fosse un inaspettato vantaggio. La sveglia era puntata per le sette di mattina, ogni giorno. Il che voleva dire che, tolto il tempo necessario a cambiarsi, le rimaneva un'ora abbondante per gironzolare liberamente nei corridoi deserti del Castello e tornare in stanza senza che nessuno se ne accorgesse. Era perfetto. Ricordò quello che le aveva spiegato Fara prima della partenza: non c'erano telecamere al quinto e al quarto piano. Le telecamere dal terzo al primo piano non registravano le immagini, le trasmettevano semplicemente ai guardiani. Ne conosceva la collocazione, non sarebbe stato difficile evitarle.

Prese in punta di piedi l'abito rosa da dama e si diresse silenziosamente verso il bagno. Non appena si fu chiusa la porta alle spalle, fece scivolare a terra la camicia da notte e, assicurandosi che la pistola fosse ben fissata, infilò lo scomodo abito. La gonna ampia e piena di pieghe nascondeva perfettamente l'arma. Non indossò le scarpe con il tacco, ma si mise ai piedi le leggere scarpe da camera che avevano a disposizione. Voleva essere silenziosa e potersi muovere in maniera agile e veloce.

Raccolse velocemente i capelli e uscì dalla stanza. Il corridoio che portava alla porta d'ingresso era deserto. Avanzò silenziosa come un felino fino a raggiungere la grossa porta. Estrasse da una tasca la propria copia della chiave e la infilò cercando di non far rumore. Quando la girò però un click secco e preciso risuonò all'interno della stanza, facendole trattenere il respiro. Attese alcuni istanti, ma non accadde nulla. Sapeva che la camera matrimoniale si trovava quattro stanze più in là e che le cameriere dormivano in un altra ala del Castello. Quello che a lei era sembrato un rumore frastornante, probabilmente non era stato udito da nessun altro. Si fece coraggio e aprì la porta.

Il corridoio era buio. Le poche luci fioche non illuminavano a più di un paio di metri di distanza. Per fortuna, la cartina dell'intero edificio era stampata centimetro per centimetro nella sua memoria. 

Si trovava al quinto piano. La stanza che doveva raggiungere si trovava sette piani sotto di lei. Per iniziare, decise di vedere quanto tempo le occorreva per arrivare al pianoterra, evitando le telecamere. 

Si diresse verso sinistra. La strada più veloce per raggiungere le scale era seguire il corridoio che svoltava sulla destra e proseguiva dritto per alcune decine di metri. Arrivò senza problemi e, controllando di non essere vista, scese velocemente la grossa scalinata.

Il quarto piano era quello dove alloggiavano i soldati semplici. Le scale per scendere erano poco distanti e le raggiunse senza nessuna difficoltà, ma il terzo piano era un problema. Lì si trovavano uffici aperti ad ogni ora del giorno e della notte. C'erano due scalinate che portavano al piano inferiore, una a pochi metri, di fronte agli uffici, e una dalla parte opposta del palazzo, ma in un'area tranquilla ed isolata, solitamente usata dalle domestiche, in quanto molto vicina ai loro appartamenti. Optò per la seconda e cominciò a fare il giro lungo con grande attenzione. Il suono delle voci proveniente dalle stanze chiuse era talmente vicino da rimbombarle nella testa. Cercò di non pensare a cosa sarebbe potuto accadere se qualcuno l'avesse scoperta lì. Proseguì muovendosi agilmente, ma i corridoi erano lunghi, troppo lunghi. Ci mise diversi minuti a raggiungere la scala e quando finalmente fu lì, si rese conto che era trascorso già molto tempo. Scese le scale e si ritrovò al secondo piano, quello delle domestiche e delle cameriere. Sapeva che nessuno si sarebbe alzato ancora per un po' e proseguì decisa. Il primo piano era quello in cui si trovavano le cucine, le sartorie e tutte le attività del Castello. Un piano attivo e rischioso da attraversare.

Era quasi arrivata alla scalinata quando diede un'occhiata all'ora. Le sei e venticinque. Non aveva più tempo e decise di lasciar perdere e tornare di corsa all'appartamento di Madama Wislow, prima che qualcuno si accorgesse della sua assenza.

I corridoi erano ancora liberi e si ritrovò davanti alla porta in meno di venticinque minuti. Sperò che nessuno fosse già sveglio e la aprì. L'interno era ancora buio e silenzioso. Tornò in camera e, rendendosi conto che in meno di cinque minuti Cryzia sarebbe stata sveglia, si infilò senza pensarci due volte in bagno. Chiuse la porta a chiave e si appoggiò sul bordo della piccola vasca bianca. Tirò un sospiro di sollievo. Era riuscita a non farsi scoprire, ma l'uscita era stata un completo fallimento. Quattro piani in mezz'ora era molto meno di quanto avrebbe sperato. Doveva diventare più veloce, doveva osare di più. Asciugò una gocciolina di sudore dalla fronte, poi sentì una voce nervosa borbottare. "Dove si trova Dorotha?"

"Sono in bagno." rispose la ragazza a Cryzia, per tranquillizzarla.

"Finalmente una buona idea. Se tu ti alzi prima io avrò più tempo per usare il bagno." disse acida. Alexi sentiva il cuore battere veloce. Per fortuna Cryzia era talmente presa da se stessa da non riuscire nemmeno a guardare ad un palmo dal suo naso. Alexi aprì l'acqua e si sciacquò velocemente. Mise un velo di trucco e sistemò i capelli. In fine, come per un tic, controllò la pistola e uscì dalla stanza da bagno.



"Quindi sei uscita da sola?!"

Ileene le lanciò uno sguardo di rimprovero. "E' troppo rischioso, potevi almeno aspettare che ci assegnassero i microfoni per comunicare! Sei andata allo scoperto, potevi venire scoperta!"

Alexi minimizzò scacciando idealmente il problema con una mano. "Il punto è un altro. Ci ho messo troppo tempo, decisamente troppo tempo! Non possiamo impiegarci così tanto, dobbiamo essere più efficienti."

"E come pensi di fare?"

"Dovremo chiedere a Fara di disattivare in qualche modo le telecamere per permetterci di muoverci più in fretta. Domani notte ci proverai tu e vedremo come va. Potresti essere più veloce di me. Nelle condizioni attuali, per arrivare alla porta della prigione ci metteremmo almeno quarantacinque minuti, poi ci sono i due piani sorvegliati, che sono il vero problema. Dovremo trovare un modo per entrare lì senza farci ammazzare, o, peggio, far scattare l'allarme."

Ileene alzò un sopracciglio domandandosi come potesse essere peggio di venire uccise, ma decise di non stare a contestare.

"Allora è deciso. Domani notte mi muoverò io. Con i microfoni dovrebbe essere più semplice. Con l'aiuto della Tana potremmo risparmiare molto tempo."

Cryzia uscì dal bagno interrompendo la loro conversazione. Erano tutte pronte. Alexi si stampò in faccia un sorriso sciocco e si incamminarono verso il salotto di Madama Wislow.


Rebel - Risorta dalle ceneriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora