La luce del giorno aveva già iniziato ad illuminare il cielo e le stanze del loft, quando Gennaro aprì gli occhi a fatica, svegliandosi da un sonno profondo. Rimase qualche istante in silenzio, cercando di capire se gli altri erano svegli o meno. Riusciva a sentire lo scrosciare dell'acqua nella doccia, quindi dedusse che qualcuno doveva essersi alzato prima di lui. Un movimento al lato della sua visuale gli fece voltare leggermente la testa: vide Alex alzarsi dal letto, sbadigliando, e iniziare a rovistare tra i vestiti buttati ovunque.
Gennaro aprì la bocca per dirgli qualcosa, ma la richiuse quasi subito nel rendersi conto di un bruciore costante in fondo alla gola, un fastidio che prima non aveva notato ma che, si accorse, gli rendeva difficile perfino deglutire. Cercò di schiarirsi la gola e questo tentativo terminò in un attacco di tosse improvviso, che fece girare Alex verso di lui.
"Genn, tutto ok?" domandò il moro, avvicinandosi un po' al suo letto.
'Che domanda del cazzo, non vedi che sto per sputare un polmone?' intendeva rispondere Gennaro, ma riuscì solamente a tirarsi su a sedere e a continuare a tossire. Distrattamente si accorse che Alex si era seduto sul bordo del suo letto, e gli batteva piano dei colpi sulla schiena, a mano aperta, cercando di rendersi utile.
"Sto bene, sto bene. Ho solo un po' di mal di gola" riuscì finalmente a dire con un filo di voce, dopo un minuto buono di sofferenza.
"Sei anche giù di voce" osservò Alex, alzandosi dal letto e recuperando dei vestiti anche per Genn. "Tieni, vestiti subito, altrimenti prendi freddo e peggioriamo la situazione. Io vado a fare la doccia, gli altri sono tutti già a far colazione" gli disse, lanciandogli ogni istante delle occhiate preoccupate, come se si aspettasse di vederlo morire da un momento all'altro.
Genn lo scacciò via con un gesto della mano. "Vai e renditi presentabile, Iodice. Io me la caverò" tentò di scherzare, riuscendo a malapena a far uscire un filo di voce e sentendosi sempre peggio con ogni momento che passava.
Alex alzò gli occhi al cielo, e poi uscì dalla stanza per andare a farsi la doccia.
*
Alla fine Gennaro si era trascinato lentamente nel salotto del loft, stringendosi le braccia attorno al petto in una sorta di abbraccio, perché dannazione se sentiva freddo quella mattina! Alcuni degli altri ragazzi erano già seduti, chi sul divano, chi intorno al tavolo, a mangiare qualcosa per colazione, ma a lui si rivoltò lo stomaco al solo pensiero del cibo. Con un sospiro sconfortato, si lasciò cadere seduto sul divano, a debita distanza da Leonardo ed Enrica che mangiavano scherzando tra loro. Inclinò la testa all'indietro, poggiandola sullo schienale, e chiuse gli occhi. Odiava stare male, specialmente ora che non aveva nessuno che lo facesse sentire accudito. Un'ondata di malinconia e di solitudine lo spinse a raggomitolarsi un po' di più su se stesso.
Lo intristiva un po' il fatto che una circostanza simile, in fondo, non l'aveva mai vissuta: ogni qualvolta che stava male, prima di entrare a X Factor, si chiudeva in casa, sotto le cure di tutta la sua famiglia (essere il piccolo di casa aveva ancora i suoi vantaggi, nonostante i 20 anni). Ora invece era da solo, circondato da altre persone, ma senza quelle a cui permetteva di farsi vedere debole e malato. Per questo non era riuscito ad ammettere ad Alex di sentirsi davvero male: aveva cercato di sviare l'attenzione, di prendere tempo, sperando che quel malessere generale passasse, eppure era solamente peggiorato. Adesso sentiva la gola bruciare, un cerchio alla testa che gli rendeva fastidiosa perfino la luce al neon del loft, e un senso di debolezza diffuso in tutto il corpo.
Stava quasi per riaddormentarsi, nonostante il chiacchiericcio che riempiva la stanza, quando una mano si poggiò sulla sua spalla, facendolo sobbalzare. Aprì gli occhi di scatto, trovandosi davanti Giò, che in piedi di fronte a lui lo guardava attentamente.