Foscolo a Antonietta Fagnani Arese (5)

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Tu mi hai amato, Antonietta, ed io ti sarò riconoscent e sino all'estremo sospiro. Ma io ti sono riconoscente ancor piú per la lealtà con cui mi confessi che la tua passione non è piú cosí ardente. Separiamoci dunque, mia unica amica! L'amore non può estinguersi in me, ma io spero che non si estinguerà in te l'amicizia. Separiamoci: dopo Ia tua confessione io t'amerei con lo stesso furore, ma non on la stessa ingenuità: s'io volessi ascoltare soltanto gl'impeti del mio cuore, io diverrei forse il tuo tiranno, e ti costringerei a diventarmi un giorno nemica. Domani a sera tu mi lascerai i tuoi ultimi baci, ed io ti bagnerò delle mie lagrime... delle mie lagrime che saranno eterne! ma non importa; io le verserò per te; ed io ti devo ubbidire.
Abbandonandoti, mi conforto nella certezza di averti fatto sentire tutta la vivacità della tua anima, e di essere stato amato da te quanto tu possa amar mai. Vivi sicura il tuo amico non ti farà mai arrossire della tua passione per lui; e che non oserà amare altre donne, perché non troverà piú niuna che somigli alla sua celeste Antonietta.
Ti giuro ciò che ti ho tante volte giurato nelle mie lettere, e tante volte confondendo i miei sospiri a' tuoi baci: Tu sarai l'ultimo eterno amore di questo giovine sfortunato. Ma io ti rendo nel tempo stesso il tuo cuore, che mi hai un tempo donato con tanto candore. Tu mi hai fatto per tre mesi sentire tutta tutta la felicità della vita; e abbandonandomi, mi lasci un tesoro di tenere e soavi memorie. Devo io farti misera con la mia insistenza? Devo io rendermi noioso alla donna che mi ha amato? No, mio angelo, no; eccoti interamente padrona di te stessa; non mi lagnerò se tu amerai un altro, e se ti scorderai perpetuamente di me.
Serba le mie lettere; quando piú né l'amore, né alcun dolce sentimento ti parleranno per me, quando ti saranno indifferenti quelle carte ch'io scrissi nel sommo dolore e nel sommo piacere della mia anima, io ti prego di serbarle almeno come deposito confidato a te dall'amicizia. Presento che un giorno mi saranno necessarie.
Il mio ritratto è quasi compiuto: lo avrai fra giorni. Queste sarebbero le ultime righe, s'io avessi il tuo; ma sino a che io non me lo vedrò attaccato al mio petto, io sarò forzato ad importunarti. - Prima di questa ti ho scritto una lunghissima lettera, tutta bagnata di pianto, e piena de' miei affettuosi delirj. Il Cielo mi concede un momento di calma, ed io ti scrivo queste ultime parole con quanta fermezza mi è possibile per non affliggerti col mio immenso dolore.
Vivi felice, mia Antonietta; io mi allontano, poiché tu credi la nostra separazione necessaria alla tua quiete domestica, e alla libertà del tuo cuore... tu me l'hai comandato, ed io, con la disperazione dell'anima, sí... ma ti ubbidisco. Ma ti protesto in faccia al tribunale di Dio che da quando ti ho conosciuto, ti ho amata ogni giorno di piú; e che ora io t'amo quanto può amare il mio cuore. E tu lo conosci il cuore di questo infelice.
[..]
Addio, Antonietta... addio perché la mia costanza vacilla... io mi sento tornare il pianto su gli occhi; ma non voglio che ti funesti. Addio.

Il tuo vero eterno amico


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