"Corri, forza dai non fermarti.
Anche se le articolazioni ormai sembrano non ascoltarti più per il troppo male tu corri, non soffermarti sulla realtà e pensa solo a sopravvivere. Fallo per lui, non puoi deluderlo, non avrebbe voluto che tu ti fermassi.
Una dozzina o forse più, spero che correndo si dilaghino, almeno così riuscirò a scappare.
La tensione sale quando rallento per riprendere un po' di fiato, ne vedo due avvicinarsi così predo il coltello e li colpisco alla nuca, non c'è la farò ad ucciderli tutti, ma devo almeno provarci.
Un ramo mi fa perdere l'equilibrio e cado in prossimità di una grossa quercia. Mi trascino fin li per aver due quarti di visuale coperti così da concentrarmi su quelli di fronte a me. Mentre penso ad un piano per cavarmela cerco di capire se mi sono rotto una caviglia, purtroppo si, sono spacciato.
Osservo i vaganti avvicinarsi a me con una lentezza disumana. Sapendo che mi avrebbero trasformato in un aborto simile a loro, presi il coltello e cominciai a pensare come poterne uccidere la maggior parte così da aiutare chiunque fosse rimasto in quel terribile modo.
Poi ci ripenso, prendo la pistola e me la punto alla tempia sinistra...-almeno non mangerò la gente- sbuffai tra me e me accennando un piccolo sorrisetto beffardo.
Ora basta chiudi quei dannati occhi e premi, forza so che c'è la puoi fare..."Un boato fece sussultare il ragazzo che aprì gli occhi per guardarsi in torno, proprio davanti a lui apparve una figura alta e longilinea.
《Non ammazzarti, pensa a cosa potresti fare da vivo.》tuonò rimproverandolo.
Il ragazzo castano si ergeva sul ragazzino quasi come uno scudo
《Dai su alzati.》gli porse una mano.
Non vedeva una forma di vita -umana- da diversi mesi se non anni, ormai non contare più i giorni poiché aveva perso la speranza verso il mondo, "è come se ci volesse tutti morti, magari bisogna lasciare che acada" questi furono i suoi pensieri negli ultimi mesi ed è per ciò che stava per spararsi, così da finirla con tutta quella preoccupazione inutile di spravvivere dato che tanto prima o poi anche un infarto lo avrebbe fatto trasformare in una di quelle bestie senz'anima.
Il ragazzo gemette dal dolore ed il più grande capì che non poteva camminare, si strinse la caviglia mordendosi il labbro e guardò l'altro come fargli capire che proprio non riusciva neanche ad appoggiarci il proprio peso.
《Sali.》 gli ordinò dandogli le spalle
《Grazie.》 l'unica parola che uscii dalla bocca arida del ragazzo fu quella mentre si abbandonava sulla schiena dell'altro che cominciò a correre.
Le cose si fecero man mano più sfuocate ed il ragazzino svenne.
STAI LEGGENDO
Dead inside, please open
ActionOgni volta che una nuova difficoltà si faceva avanti mi ero ripromesso di non cedere, ma non immaginavo che il mondo potesse andare a puttane. Non ho niente per cui vivere, nulla per cui morire e allora perché vado costantemente avanti? Vale davvero...