Capitolo 22

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Passò una settimana e la situazione non cambiò per niente.

Cercavo di avere un rapporto normale con Lucas , ma tutto ciò che ne ottenevo era indifferenza e qualche silenzio imbarazzante.

Lui aveva continuato a uscire con Susan e io non facevo altro che guardare film o andare al lago.

Ormai non ci parlavamo neanche, le uniche volte che stavamo da soli era quando ci scambiavamo il sangue, che, ogni volta, mi provoca
Fori emicranie, ma anche in quei casi non mostrava molto interesse.

Evitavo di andare in città.

Non volevo imbattermi in loro ,sforzare un sorriso e salutarli amorevolmente.

mi sono ripromessa di non mentire e non ho intenzione di rimangiarmelo.

Però continuo a indossare la collana che mi regalò quel giorno.

È un po' come la dimostrazione che , anche se per un effimero momento, è stato mio.

O almeno mi piace sperare che sia stato così.

Oggi sto davvero male, mi sento la testa scoppiare e il mio corpo sembra andare a fuoco.

È tutto il giorno che sono a letto e le uniche persone che si stanno prendendo cura di me sono Tom ed Ann.

Non pretendo che venga e cominci a rimboccarmi le coperte o che cucini per me, vorrei solo un " come va?" o " "stai meglio?".

So che la mia confessione ha rovinato quel rapporto di amicizia che si era creato tra noi, ma io non ce la faccio a stare così, ho bisogno di lui.

Io sono la classica ragazza che si è creata un'armatura per proteggersi dal dolore.

una persona del genere può sembrare forte, ma non lo è.

Appena le togli quell'armatura conoscerai la vera ragazza, una persona fragile che può frantumarsi al minimo contatto, come una statua di cristallo.

Io non sono forte.

per me , la sua indifferenza, è il male più grande.

Lo rivoglio con me e basta.

E pensando a tutto questo, scoppiai in lacrime e forti singhiozzi, che cercai di trattenere il più possibile.

Mi rigirai nelle lenzuola abbassando il capo e portando le ginocchia vicino al petto.

Rimasi così per un tempo indeterminato, finché non arrivò Tom con la cena, che appoggiò sul comodino.

Si sedette di fianco a me e cominciò ad accarezzarmi la nuca.

Non ci fu neanche bisogno di spiegargli il motivo del mio pianto, poiché l'aveva già capito.

Pov Tom

Lascia sfogare Erin e appena vidi che si era calmata, notai i suoi occhi .

Non erano più di quel azzurro cielo che conoscevo.

Erano scuri e cupi come il fondale dell'oceano, gonfi e rossi a causa dei pianti , a malapena riusciva a tenerli aperti.

Ci volle poco prima che si addormentasse.

Subito dopo mi diressi da Lucas ,in città.

Questa situazione non poteva andare avanti.

Lei è sempre stata sincera nei suoi confronti, ha sempre cercato di aiutarlo.

Ed ora che lei ha bisogno di aiuto, lui non muove neanche un dito.

Cosa ha fatto di male Erin per non meritarsi neanche il suo saluto.

Andai in città e lo trovai passeggiare in un parco con Susan.

Mi misi in mezzo e presi da parte Lucas.

<< ma sei impazzito cosa c'è?>>

<< Lucas cos'è successo >>

<< come cos'è successo, sei tu che sei venuto a rompere le palle>>

<< ha scusami tanto signor "sono troppo figo per sorridere",ma la tua cara Ejiki sta una merda e io non ce la faccio più a vederla così >>

Lo osservai, volevo vedere la sua reazione, ma rimase impassibile.

<< le passerà >>

Si limitò a dire.

Ok , qualcuno deve tenermi , prima che lo meno.

<< cercherò di parlarti con tutta la calma che mi è possibile, ma ti prego di dirmi la verità.

È successo qualcosa che non so o per tutti questi anni non mi sono mai accorto del pezzo avariato di merda che sei?>>

Abbassò lo sguardo.

Se gli avessi parlato in questo modo in qualsiasi altro momento mi avrebbe rotto la mascella come minimo.

Non sta bene è tormentato da qualcosa.

<< senti , posso capire come ti senti, è normale non riuscire ad ammettere i  pro->>

Non riuscì a terminare la frase che sentii una forte presa attorno al mio collo e mi ritrovai scaraventato a terra ,con il braccio di Lucas che mi teneva per la gola.

Era arrabbiato, anzi furioso.

I suoi occhi sembravano fiumi di sangue e la bocca era chiusa a mo di ringhio.

Mollò la presa e poi parlò

<< nessuno può capire, non credere di essere diverso.

Nessuno può capire tutto questo, quello che sta succedendo o perché lo faccio, avete vissuto troppo bene e perso troppo poco per capire.

Stasera non torno a casa, se qualcuno ti chiede qualcosa tu non ne sai niente e non seguirmi, voglio stare da solo>>

Si voltò e se ne andò.

A quel punto non ebbi più dubbi, mi sta nascondendo qualcosa.

That day [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora