Jongin era seduto davanti a un tavolo di mogano e, di fronte a lui, posata sul piano, vi era una tazza di té fumante. Osservava il vapore salire per intraprendere piccoli ghirigori, come se una mano li stesse disegnando nell'aria.
Era sera tardi ed era stata una delle poche giornate di completo riposo che aveva avuto a sua disposizione e che avrebbe avuto di lì a due mesi.
Jongin era felice della sua carriera - nonostante la fatica nel portarla avanti - e grato, perché grazie a essa, aveva incontrato Kyungsoo.
Un sorriso, al pensiero della persona che amava, gli increspó le morbide labbra, dando un che di dolce alla loro forma piena, mentre delle piccole rughe di espressione comparvero sotto i suoi occhi gentili, dalle iridi di un marrone denso, color cioccolato.
Con una mano scostó dal volto i capelli castani, dai riflessi biondi, sistemandoli.
Prese la tazza, attento a non scottarsi le dita e si alzó per dirigersi verso il divano. Una volta seduto comodamente su quel bianco e soffice mobile, dopo aver appoggiato la tazza sul tavolino nero posto davanti a lui, prese due cuscini di tessuto blu e se li mise vicino.
Si sistemó comodamente fra essi e recuperó il telecomando. Con un sorriso dolce stampato sul volto, accesso la televisione - posizionata a circa due metri da divano - e la sintonizzó sul canale su cui sarebbe andato in onda il nuovo drama di Kyungsoo.Kyungsoo era molto stanco, aveva lavorato tutto il giorno e, per i suoi gusti, era stato in un ambiente fin troppo rumoroso, assai differente dal "rumore" della musica e delle grida delle fan, a cui era abituato; così un leggero mal di testa premeva agli angoli della sua mente, torturandolo lievemente e con una pacatezza che lo rendeva doloroso e spietato.
Si frugó in tasca del capotto grigio e vi trovó le chiavi di casa, mentre le girava la chiave nella fessura, pensava a Jongin e che voleva - anche se non lo avrebbe ammesso tanto facilmente, visto che non era propenso a nessun sbalzo (se non di rabbia) d'umore, a differenza dell'altro - essere abbracciato e coccolato da lui, addormentarsi magari insieme, rilassandosi a letto.
Aprì la porta e vi trovó il buio. Nemmeno una luce era accesa. Si tolse le scarpe sospirando leggermente, richiudendo la porta dietro di sé, rinunciando all'idea di qualche smanceria imbarazzante.
"Sei a casa."
Alzó il volto e incontró gli occhi di Jongin, che sembravano brillare nel buio. Confuso per il tono atono usato dall'altro e dall'assenza di luce, si tolse il cappotto per poi chiedergli quella che forse sarebbe stata una domanda sciocca.
"Perché sei al buio?"
Ma lui non gli rispose.
Kyungsoo sentiva i suoi occhi scrutarlo, ma non lo avvertiva muoversi.
Avanzando, percorse il corridoio al buio e si fermó davanti all'entrata della cucina, con l'intento di schiacciare l'interruttore per aprire le luci. Jongin non aveva risposto alla sua domanda, ma non era la prima volta che lo faceva, spesso, quando era arrabbiato o triste, metteva "il muso" e lui gli lasciava i suoi spazi. Aveva un carattere solare e dolce, adatto alla compagnia e forse era proprio per questo che tendeva a isolarsi quando aveva un momento difficile.
Prima che la sua mano toccasse l'interrutore, quella di Jongin si serró sul suo polso, stringendolo forte, ma non tanto da fargli male. Sentiva il suo respiro sul collo e sapeva che voltando la testa avrebbe incontrato i suoi occhi, così lo fece.
"Cosa succede?" gli domandò.
"Ho visto il drama" fu la risposta, mormorata a voce bassa, del ragazzo.
Il battito del suo cuore accelleró e lui si ritrovò a lottare contro il sorriso che premeva sulle sue labbra.
"Non mi è piaciuto per nulla" continuó Jongin.
"Perchè?" domandó confuso. Non gli era piaciuto il suo lavoro e questo era possibile. Una delle cose che apprezzava di piú della loro relazione era che Jongin gli aveva sempre detto la verità, senza tralasciare nemmeno le critiche, che sapeva essere costruttive. Era deluso, leggermente triste, eppure c'era ancora qualcosa che non gli tornava.
Jongin non aveva mai reagito così.
"L'hai baciata!"
All'inizio non capì, poi si ricordó la scena del bacio e gli venne da ridere e sospirare allo stesso tempo.
Fissandolo negli occhi, per quel che poteva attraverso il buio, si accinse a rispondergli: "Sei ridicolo."
Dopo un attimo di silenzio, in cui sostenne il suo sguardo, Jongin lo sbattè al muro e lo sovrastó. La mano libera era appoggiata vicino alla sua testa e le loro gambe si toccavano con deliberatezza. Sentiva il ginocchio di Jongin posizionato tra le sue cosce e il respiro di lui sulla sua guancia, che gli sfiorava la pelle come una carezza e gli provocava leggeri brividi dietro al collo.
"Era un bacio finto."
"Non importa: l'hai baciata."
"Sì, ma non io! Il mio personaggio ha baciato il suo! L'ho fatto per lavoro, Jongin, lavoro!"
"Non mi importa."
"Siamo idol, non è la prima volta né sarà l'ultima e poi..."
"Soo, l'hai baciata!" ringhió a quel punto il ragazzo, interrompendolo.
In quel momento, stufo di tutto ciò, alzò la mano e afferrò la maglietta di Jongin, trascinandolo verso di sé.
I loro volti si ritrovarono a pochi centimetri e lui, dopo qualche momento, si sporse. Sapeva di aver preso in contropiede l'altro, che per quanto arrabbiato ora si ritrovava senza parole, e per un solo secondo godette di quella sua mossa astuta; non durò poi molto. Posò le labbra sul mento di Jongin, a causa del buio, e iniziò a riempirlo di baci, leccando la pelle che sapeva di lui, inspirando il suo odore. I loro corpi vicini si trasmettevano calore e la loro vicinanza, mischiata alle sue provocazioni e alla rabbia di Jongin, eccittava entrambi. Arrivato all'angolo delle sue labbra, lo leccó, percorrendo la linea del suo labbro superiore con la lingua, lentamente, mentre il respiro di Jongin si faceva spezzato e accelerato.
Arrivò alle labbra e lo baciò leggermente, aspettando che lui contracambiasse e, quando lo fece, approfondì il bacio, infilando la lingua nella sua bocca e spalancando le labbra, cosicché anche l'altro potesse stuzzicarlo come stava facendo lui.
La sensazione umida e la gola secca creavano contrasto fra i loro respiri mozzati dalla passione. Continuavano a eccittarsi, a sentirsi inondati da una sensazione di calore bruciante, mentre il loro basso ventre pulsava insieme a qualche altra parte del loro corpo, ingrossatasi, che esigeva di piú.
Jongin mise fine al bacio e, spingendolo nuovamente contro il muro, si abbassò sul suo collo, su cui lasciò una umida scia di baci che gli fecero salire in gola un piccolo gemito che non riuscì a trattenere.
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Jealousy ~ Gelosia (KAISOO)
FanfictionQuando si tratta della persona che amiamo, anche le persone piú equilibrate hanno problemi a mantenersi razionali e a non lasciarsi trasportare dalla gelosia. Eppure, forse, ogni tanto, un po' di gelosia fa bene e non porta troppi guai, ma crea - an...