Successivamente all'attacco terroristico di Parigi, l'Europa è crollata nella paura più nera come accadde con l'11 Settembre. Proprio come allora, la Francia assieme ad altre nazioni come gli Stati Uniti e la Russia hanno iniziato ad intensificare i bombardamenti in Siria. Questa azione militare sembra però più che altro una 'vendetta' personale, come se l'Occidente dovesse dimostrate a tutti che ha la situazione sotto controllo quando non è assolutamente vero.
Ma siamo sicuri di voler rientrare in guerra?
Questa situazione infatti è molto simile a quella in cui si ritrovò l'America dopo l'11 Settembre, costretta a rispondere agli attentati perchè non poteva dimostrarsi debole.
Il 20 Marzo del 2003, dopo solo un anno e mezzo dall'attentato terroristico alle torri gemelle, l'America iniziò la Seconda Guerra Del Golfo.
L'obbiettivo dichiarato era mettere fine al regime di Saddam Hussein, accusato di voler fornire armi di distruzione di massa al terrorismo islamico e con la volontà di proteggere i paesi occidentali e il resto del mondo da una possibile minaccia terroristica. Il risultato di quelle scelte le ritroviamo oggi, dove il terrorismo è tutt'altro che debellato.
Quella guerra, dalle ragioni così nobili, uccise 134 mila civili iracheni nonostante fosse considerata una gerra di precisione, aveva quindi l'obbiettivo di distruggere le basi nemiche, limitando al minimo l'uccisione di civili. Agli Stati Uniti quella guerra costò 1700 miliardi di dollari, con altri 490 miliardi per l'assistenza ai reduci di guerra.
Al termine del conflitto George W. Bush spiegò: "è stata una guerra 'necessaria' per la difesa della democrazia e per liberare il mondo dalla minaccia delle armi di distruzione di massa." Al termine della guerra però la situazione in Iraq peggiorò ulteriormente perchè si ritrovarono senza un governo forte, cadendo così in balia dell'esercito che provocò un periodo di grande instabilità politica e sociale.
Come ci insegna il passato dunque, la guerra non è una soluzione plausibile per degli Stati democratici, che sostengono di difendere la libertà e l'uguaglianza. La soluzione esiste, ed è anche molto lampante ma poco proficua e non viene neanche presa in considerazione. La soluzione più ragionevole sarebbe quella di sostenere un governo stabile e democratico nel territorio siriano, accompagnando questo Paese 'maledetto' fuori dal tunnel del terrore e della morte. Una situazione di questo tipo porta molti vantaggi, ad esempio viene eliminata la necessità di inviare truppe nel territorio siriano ma limitarsi a sostenere le i soldati Curdi che già da mesi stanno combattendo contro l'ISIS e che chiedono solo rifornimenti da parte dei paesi europei. Il lato positivo di questa soluzione però arriverebbe al termine della guerra, perchè una volta scacciata la minaccia ISIS, il governo instaurato grazie all'aiuto occidentale, potrà governare il territorio e distruggere eventuali minacce future, garantendo una protezione a lungo termine.
Questa soluzione però causerebbe la perdita totale del controllo sulla zona da parte dei paesi occidentali, rinunciando così agli ingenti guadagni della guerra per i governi e rinunciando al controllo degli enormi pozzi petroliferi della Siria.
Stati Uniti e Russia hanno già iniziato una corsa per il controllo dell'aria, e la situazione è ormai al limite. La guerra è ormai ad un passo, ma per nostra fortuna noi italiani sappiamo ancora raggionare con un minimo di buon senso, perchè l'Italia non ha ancora preso direttamente parte agli attacchi, ma è in attesa di direttive dell'ONU.
Non possiamo fare la guerra e abbassarci al loro livello, non possiamo essere così stupidi da crede "alla guerra per la pace" perchè non esiste e non potrà mai esistere, la guerra è solo per soldi.
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Una soluzione ragionevole contro l'Isis
Historical FictionUn'altra guerra deve essere evitata, perché in nessun caso la guerra porta alla pace. In questo breve articolo ho voluto esprime la mia umile idea riguardante i fatti accaduti a Parigi. Non facciamoci prendere dal panico e non iniziamo una nuova gue...