Capitolo 1

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••Lo sai come funziona. Tu accetti. Senza discussioni. Noi ci occupiamo del trasporto e dello scavo, poi ti consegnamo i soldi. I tuoi campi torneranno come prima, non si vedrà nulla.
L'uomo basso è scuro, con il volto segnato dal sole e dal tempo, fisso Angelo con diffidenza. Poi guardo per un attimo la propria terra, bruna è punteggiata di ulivi, e scosse la testa con lentezza.
••Cosa c'è che non ti va bene? Eh? •• incalzò Angelo, la voce già alterata. Aveva solo 22 anni ma il tono rauco è profondo di chi è abituato a fumare e a gridare. Il suo corpo nervoso non sopportava l'immobilità. Anche quando doveva restare fermo ad aspettare, non poteva fare a meno di lanciarsi da un piede all'altro, insofferente.
L'uomo scosse di nuovo la testa. ••I soldi li voglio subito.••
Angelo si mise a ridere e gettò un'occhiata alle sue spalle. Poco distante dai due, all'inizio del viottolo che conduceva alla casa contadina, era parcheggiato un enorme Suv nero, sporco della polvere della campagna. Appoggiato allo sportello chiuso, con le lunghe gambe una sull'altra, c'era un ragazzo dai capelli scuri, apparentemente più giovane di Angelo. In jeans e maglietta, dava l'idea di uno che avrebbe potuto mettersi a correre dietro a un pallone, in mezzo a quei campi profumati di fiore e terra dissodata.
Invece, ricambio lo sguardo di Angelo e alzo appena il mento, con un atteggiamento più adulto del suo aspetto.
••I patti sono chiari, stupido vecchio. •• esclamò Angelo, col sorriso che in un secondo gli si spegneva sul viso e si trasformava in un ghigno storto. Portò la mano dietro la tasca dei pantaloni, dove teneva la pistola. Sentiva le dita fremere.
••Mia moglie deve fare l'operazione subito.•• insistette il vecchio. ••Non posso aspettare, non c'è tempo.
Angelo ignorò il tono supplichevole e leggero velo di lacrime che era apparso negli occhi del contadino. Era sempre la stessa storia. Tutti avevano un guaio da risolvere, tutti volevano i soldi in fretta. Ma nessuno aveva la più pallida idea di cosa significasse gestire un traffico come quello.
Angelo non si poteva fidare di nessuno.
Tirò fuori la pistola e la puntò alla tempia del vecchio, che si irrigidì all'istante. ••Vediamo se ti convinco così. Ti faccio un buco in testa e ti ci ficco dentro un concetto semplice:nessuno paga in anticipo.
••Angelo!
Il ragazzo accanto alla macchina aveva gridato e si era raddrizzato.
••Fatti gli affari tuoi•• gridò Angelo di rimando. ••Mi sono rotto di trattare con questi pezzenti. Ammazziamoli tutti e prendiamoci le loro terre •• permette la pistola più forte contro la tempia del contadino. ••Che ne dici? Ti sta bene? Vi mando in paradiso, a te e a tua moglie, così risolvere i vostri problemi. E noi i nostri.
L'uomo, che non osava muoversi, udii il rumore di passi veloci sulla ghiaia. Un istante dopo, il ragazzo bruno era accanto a loro.
••Ma che stai facendo? ••esclamò, guardando nervosamente la pistola. ••Tano ti ha avvisato, niente cazzate.
Al nome di suo padre, Angelo a lento appena la presa sull'arma. Le nocche li ripresero colore. Il vecchio, distinto, ne approfitto per scappare. Si mise a correre come se avesse potuto raggiungere la casa prima che proiettili di Angelo raggiungessero lui. Come se le mura del posto in cui era nato e cresciuto potessero bastare a proteggerlo.
••Razza di bastardo•• disse Angelo. E prese la mira. Il ragazzo bruno fu più veloce: con un colpo di mano devi ho il braccio di Angelo, che sparò a vuoto. Il proiettile sibilo e si andò a conficcare nel tronco di un ulivo, poco distante.
Angelo si mise di nuovo a ridere. Vedere quel vecchio sbilenco che inciampava, probabilmente quei pantaloni già zuppi degli effetti della paura, lo metteva di buon umore.
••Fammici almeno divertire. Tanto con lui non si combina nulla.•• concluse, in tono fermo. Prese la mira e comincio a sparare in modo che proiettili sfiorassero il contadino senza colpirlo, sollevando nuvolette di polvere attorno ai suoi piedi.
Sulla porta della casa apparve una donna che si mise a gridare qualcosa in un dialetto incomprensibile.
••Fantastico••commentò il ragazzo bruno. ••Facciamoci notare da tutto il vicinato.
Si avviò verso la macchina.
••Sbrigati. Qualcuno chiamerà la polizia••aggiunse, affrettando il passo.
••Mi piacerebbe sparare a uno sbirro •• commentò Angelo, raggiungendolo e aprendo lo sportello dell'auto dalla parte del passeggero.
••E a me piacerebbe sparare a te, certe volte •• mormorò il ragazzo, salendo al posto di guida e accendendo il motore. Uscì dal vialetto sgommando e lasciandosi dietro una densa nuvola di polvere bianca.
Angelo acceso lo stereo a tutto volume e si mise a cantare, col braccio fuori dal finestrino aperto.
••Non hai smesso vero? •• chiese ragazzo bruno, con gli occhi fissi sulla strada, duri e severi.
L'altro non si prese il disturbo di rispondere, sì limito a cantare più forte.
L'auto sbuco sulla strada principale, allontanandosi dagli uliveti in direzione della città. Dai finestrini aperti entrava l'aria di mare, frizzante come solo a settembre, intensa dopo il caldo estivo.
••Adesso cosa pensi di fare? ••chiese di nuovo il ragazzo, alzando la voce per farsi sentire al di sopra del baccano. ••Hai mandato a monte 5 contatti su 5. Tano non ne sarà felice.
Angelo si zittì. Poi spense lo stereo con una manata violenta. ••Tano, Tano, non fai che nominarlo. É mio padre, non te lo dimenticare. E questo traffico lo devo gestire io ••gridò, agitandosi sul sedile. ••E comunque i suoi metodi non funzionano più. Non la senti questa puzza di muffa? Mi prende alla gola! Se continua così, lo faranno fuori.
Il ragazzo bruno strinse le labbra. ••Lui sa quello che fa. Al contrario di te.
Angelo emise un sospiro profondo. ••Senti, questo posto fa schifo. La gente é così attaccata alla propria terra che sembra ti stiano vendendo il loro sangue.
••Forse è così.
Angelo ridacchiò. ••Mi piace l'idea. Però davvero, dovremmo tornare nella nostra regione. Da noi è tutto più facile, non gliene frega a nessuno di avere un po' di merda sotto il culo. Ci sono abituati. ••si accalorò poi. ••Possiamo trovare un buco da qualche parte.
••No. Glia altri clan ci stanno addosso e Tano lo sa. •• replicò il ragazzo. ••Dobbiamo trovare un posto per sistemare i rifiuti e tenere l'affare il più possibile segreto.
••Non lo sarà a lungo. Anche gli ulivi hanno occhi e orecchie.
••Lo so. Ma finché ci riusciamo, abbiamo un vantaggio sugli altri.
Angelo si portò le mani alle tempie e chiuse gli occhi.
••Mi scoppia la testa.
Apri lo sportellino del vano portaoggetti nel cruscotto e si mise a frugare tra documenti e altre cianfrusaglie. Tirò fuori, con la mano che gli tremava nervosa, una scatolina di metallo satinato.
••Che stai facendo? •• indago il ragazzo bruno mentre partiva. Dato che l'altro aveva preso lo specchietto e stava sistemando ci serve la polvere bianca.••Cazzo.
Scherzo ovviamente è inchiodato di colpo sul ciglio della strada deserta, ai margini di un campo incolto e desolato. La polvere bianca tira sparse per tutto. Angelo Canevari credula Palazzese tempo a reagire perché l'altro era già sceso dalla macchina.
••Maledetto stronzo••gridò,e scese anche lui.
••Avevi promesso di smettere••esclamò il ragazzo. ••Sei fuori controllo!
••Basta con questa storia ••replicò Angelo. ••Non lo reggo lo stress, così. Ho bisogno di farmi ogni tanto. Mi serve per carburare.
••Ci metti tutti in pericolo•• continuo il ragazzo denti stretti. I due si guardarono negli occhi, attraversati da quel modo di odio reciproco è profondo che era nato anni prima sulle macerie della loro infanzia, senza che nessuno dei due ne fosse mai stato consapevole. Forse fino a quel momento.
••Se non ti avessi fermato, avresti ucciso quel vecchio•• continuo il ragazzo.
Angelo sputò a terra e infilò le mani nelle tasche dei pantaloni.
••Uccidere qualcuno significa solo 2 cose, per noi:doverci occupare del cadavere•• aggiunse il ragazzo, alterato ••e attirare le attenzioni della polizia. Non è così difficile da capire. E poi cosa avresti fatto? Avresti ammazzato anche la moglie? Non puoi lavorare così, Angelo. Se non ti fanno fuori prima, ci distruggerai tutti.
••Non mi piace il tuo tono. Tu non sei nessuno •• mormorò angelo con gli occhi cattivi. Giro sui tacchi e raggiunse lo sportello per infilarsi in macchina al posto del guidatore.
••Ti devi ricordare che il capo sono io •• grido dall'interno, poi accese di nuovo lo stereo a tutto volume e partire a razzo, grattando la marcia mentre passava dalla seconda alla terza.
Il ragazzo bruno guardo la macchina che si allontanava e tiro fuori la pistola dalla tasca posteriore dei jeans. Tu sei un occhio, che nell'auto di Angela al centro del mirino. Sarebbe bastato sparare, uguali una gomma, mandarlo fuori strada e sperare che ci restasse se come l'impatto. Aveva la mano ferma, ci sarebbe riuscito 9 volte su 10.
Invece il ragazzo abbasso lentamente il braccio, mentre l'auto svoltava in una traversa, e rimase la pistola al suo posto. Dall'altra tasca e tiro fuori un lettore MP3 e s'infilò le cuffiette alle orecchie, facendo partire la musica a tutto volume.
Non c'è nessun lato oscuro della luna. La verità è che tutta buia.
Sia violentemente, inspirando l'aria salmastra e pensando che prima o poi, non importava quando, avrebbe avuto modo di pareggiare tutti i conti che la vita aveva aperto con lui.
Era solo questione di saper aspettare. Nell'ombra.

E sarà bello morire insieme (Manuela Salvi) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora