Camilla si precipitò giù per le scale cercando di non inciampare nei suoi stessi piedi, qualcuno stava bussando alla sua porta; riuscì miracolosamente a non cadere e quando finalmente aprì la persona che si ritrovò di fronte era l'ultima che potesse immaginare.
"Ciao"
"Ciao, che....che cosa ci fai tu qui?" domandò stupita.
"Non era esattamente questa la reazione che mi aspettavo quando ho pensato di farti un'improvvisata" si giustificò l'altra quasi tristemente.
"No, no scusa, è uscita male, volevo....cioè intendevo dire.....oddio mi sto incartando con le parole" pronunciò frustrata dalla sua poca chiarezza nell'esprimersi "Sono contenta che tu sia qui, solo che non me lo aspettavo" continuò a spiegare aiutandosi con le mani.
"Ok" l'altra la guardò stranita "Posso entrare allora?" le chiese ridendo nervosamente.
"Certo, scusa-"
"Basta chiedere scusa Camz" la fermò dal continuare a parlare "Almeno sono riuscita nell'effetto 'sorpresa' dai" parlò entrando in casa della cubana.
"Va bene, come mai sei qui?"
"Oggi sei in vena di domande eh"
"Scusa"
"Lo stai rifacendo Camz" le fece notare l'amica, mentre si facevano strada verso il divano.
"Si hai ragione"
Dopo l'ultima affermazione di Camila le due ragazze rimassero in silenzio, era già capitato ma quella volta non era lo stesso, quel silenzio era un silenzio di imbarazzo, il silenzio di qualcosa di non detto, di sospeso.
Ed era proprio così che Camila si sentiva, lei si sentiva sospesa, in bilico tra ragione e sentimento, istinto e razionalità; quando stava lontano da Lauren riusciva a gestire la cosa, riusciva a controllarsi ma se la ragazza dagli occhi smeraldo era di fronte a lei, allora tutte le barriere e i muri che si era riuscita a costruire cadevano uno ad uno, le bastava un sorriso, uno sguardo di quegli occhi che riuscivano a contenere la bellezza di tutto il mondo, per perdersi di nuovo in lei.
"Che cosa stavi facendo prima che arrivassi" finalmente Lauren parlò rompendo quel silenzio.
"Stavo leggendo in camera mia, sono da sola in casa" spiegò Camila.
"Lo avevo notato" rise dolcemente l'altra.
"Si, ovviamente la piccola peste non è attaccata come un koala a te"
"Mi piacciono gli abbracci koala, da parte di tutte le Cabello" strizzò l'occhio all'amica.
"Ne vuoi uno?" azzardò la cubana.
"Non hai mai chiesto se volessi un abbraccio, mi hai sempre buttato le braccia al collo"
Camila sentendo quelle parole e percependo il tono malinconico con cui le aveva dette capì che forse il suo allontanamento non era passato inosservato a Lauren; si sentiva male al solo pensiero di aver fatto sentire l'altra a disagio anche quando se l'era ritrovata davanti alla porta poco prima. Non aveva voluto porsi in quel modo ma era rimasta sconvolta e non era riuscita a controllarsi, la paura si era impossessata di lei.
Continuava ad essere guardata da Lauren che era in attesa di un gesto da parte sua, istintivamente si sporse verso di lei e l'abbracciò. La stringeva forte e l'altra ricambiava allo stesso modo, non c'era più nessuna distanza tra di loro e finalmente riuscì a sentire il profumo della pelle della ragazza dagli occhi belli, senza rendersene conto posizionò la sua testa nell'incavo del collo dell'altra per respirare meglio la sua Lauren.