Prologo - Orgoglio

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Avevo il respiro mozzato per lo sforzo.

Non ero sicura di riuscire a fare anche solo il più piccolo movimento da quanto mi facevano male i muscoli, ma non l'avrei mai ammesso.
L'orgoglio era una parte di me indispensabile.
- Jade, fai uno sforzo... Ci siamo quasi!
Non riuscivo a vaderlo, ma sentivo la sua voce a poca distanza da me, poi percepii una carezza appena accennata sul mio fianco sinistro. Mi agitai un poco, sbuffando:
- Lo so dove siamo e non ho bisogno di te.
- Smettila di fare la viziata e reggiti, ti porto su io.
- Non ce la fai John, lasciami. Torno giù...- Cercai di allontanarlo, ma con questo gesto sforzai una volta di troppo i muscoli già dolenti e persi la presa sulla roccia.
Le mie mani si riempirono di graffi, mentre il mio respiro mi si bloccava in gola e i miei piedi si agitarono nel vuoto. La mano di John afferrò la mia e mi ritrovai a sbattere contro il muro di roccia. Avevo gli occhi spalancati per lo shock e le labbra che tremavano. Sentii i muscoli di John contrarsi dolorosamente, mentre mi issava su con le sue sole forze. Mi spinse a forza in una nicchia naturale vicino alla vetta e mi disse di andare avanti. Agii come un automa e mi guardai intorno.
Il cielo era di un azzurro intenso contro le mille sfumature del canyon che avevamo scalato. Era uno spettacolo stupendo.
- John, avevi ragione, è la cosa più bella che abbia mai visto! 
Ma non ricevetti alcuna risposta. Mi voltai e notai di essere sola.
Non c'era più nessuno alle mie spalle a darmi una pacca e dirmi: - Visto che avevo ragione! Devi smetterla di fare la viziata!
Non me l'avrebbe mai più detto, anche se era una bugia.
Non l'avrei mai più sentito.
John, l'uomo che mi aveva cresciuta era scomparso lasciandomi quell'ultimo dono: il suo posto, la sua casa.

Mi sedetti sulla nuda roccia, prendendomi la testa tra le mani.

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