Oggi è il giorno dei morti. A casa mia a Catania è un vero e proprio giorno di festa. Non si andava a scuola e la mattina ci spostavamo tutti insieme al cimitero. È sempre strapieno di persone il due novembre. Portavamo dei fiori ai nonni e dopo aver ascoltato la messa ci immettevamo nuovamente nel traffico per andare a comprare i dolci che sulla nostra tavola non dovevano mancare mai. Tutti i bar sfornano succulenti dolci tipici come le ossa di morto, i pupatelli ripieni di mandorle tostate, i Totò bianchi e neri e tante altre leccornie che io e i miei fratelli divoravamo allegramente. Anche lo scorso anno è stato così. Per me è sempre stata una cosa normale, ma adesso che sono qui è come se una parte della mia vita fosse lontanissima. Sento di aver chiuso troppo in fretta con il passato. Qui oggi si è lavorato come se nulla fosse. Nessun segno di festa, nessun dolce particolare, niente. Una giornata come tutte le altre. Ho sentito l'esigenza di telefonare a casa. Così nella pausa pranzo, anziché scendere al ristorante self service per mangiare con gli altri, sono andato a comprare una scheda telefonica da diecimila lire e mi sono chiuso in una cabina. Mia mamma, quando ha sentito la mia voce si è commossa al telefono, lei soffre tanto la mia assenza, manco molto pure a mia sorella Emilia e, anche se non lo da a vedere, so con certezza che anche mio padre sente la mia mancanza. Per diciannove anni, ogni mattina mi sono svegliato con loro, ogni sera ho cenato con loro. Rarissime sono state le volte che per qualche occasione, gite scolastiche o feste da amici, non ho dormito a casa con loro. Adesso sono quindici giorni consecutivi che non torno e quando sono partito non li ho neanche potuti salutare come si deve, convinto di tornare il giorno seguente. Ho svelato ad Emilia che appena riceverò lo stipendio del mese di prova tornerò per un week end per fare una sorpresa a tutti quanti. Subito dopo ho chiamato anche Lorenzo, non l'ho più sentito dalla mia partenza. Mia mamma mi ha detto che aveva chiamato la settimana scorsa e ha saputo da lei la notizia. Quando mi ha risposto era un po' freddo, dice che lo avrei dovuto chiamare il giorno successivo al colloquio. Sono tutti offesi con me i miei amici. Io non ho mai smesso di pensarli ma sono stato veramente travolto da una valanga di cambiamenti radicali. Sono ancora scombussolato. Mi dispiace molto non vederli più ogni settimana. Ma che posso farci? Ho detto a Lorenzo che presto gli avrei inviato una email per raccontargli un po' di cose. l'unico modo per rimanere in contatto è la corrispondenza.
Quando sono tornato al lavoro davanti al mio computer mi è tornato in mente Nicola, uno dei pochi ragazzi che in questi giorni si sono soffermati a parlare con me in chat. Mi sono messo nei suoi panni e ho pensato che deve essere veramente terribile rimanere chiusi in un ospedale per più di un anno. Io non dovrei lamentarmi affatto, sto coronando il mio sogno e ho tutto.
Ho pensato di aprire questa nuova chat room #ancona2.0, lo voglio fare per tutte le persone che come me conservano uno spirito sano della chat e hanno bisogno di parlare e socializzare. Deve essere un luogo di aggregazione, dove darsi appuntamenti per uscire la sera, organizzare eventi, scherzare. Dobbiamo creare una vera e propria comunità.
Così, dopo l'orario di lavoro, mi sono messo all'opera. Per prima cosa ho aperto il canale. Questo lo può fare chiunque, ma per far sì che rimanga sempre attivo con tutte le impostazioni e io resti sempre l'owner, ho dovuto inserire dei roBot. Questi simulano degli utenti normali e restano sempre collegati al server, anche quando spengo il computer. Il canale risulterà sempre aperto e popolato. Poi ho cercato Nicola e l'ho nominato Host, così può moderare anche lui le conversazioni e buttare fuori chiunque infastidisca gli utenti. Da quel momento ho iniziato a fare circolare dei messaggi automatici nei canali italiani più diffusi per pubblicizzare la nuova room. Con un po' di pazienza e di tempo il canale diverrà un luogo di incontro e finalmente potrò anche io avere più occasioni per conoscere gente nuova del territorio. Nel giro di un paio d'ore, su #ancona2.0 c'erano già dieci persone, tra curiosi, amici di Nicola e altri nick. Una bella soddisfazione. Con alcuni ospiti sono riuscito a parlare anche in privato, ho capito che non tutti vivono ad Ancona, molti vengono spesso per lavoro, altri sono nostalgici, vivono fuori ma sono cresciuti qui. Ho invitato tutti a tornare nel canale. Spero di stare facendo una cosa buona e spero anche che non si riveli solo una perdita di tempo. Come al solito ho fatto le ore piccole e per la prima volta sono rimasto solo alla Ubivision. Mi sono chiesto cosa fare, poi ho ricordato che ci sono delle istruzioni per la chiusura appese nel corridoio. Ho verificato che tutte le luci fossero spente, ho attivato dalla centralina l'antifurto e ho chiuso assicurandomi di non dimenticare nulla. Ancora non ho ricevuto la copia delle chiavi. Dovrei evitare di uscire sempre così tardi, non vorrei che si insospettisse qualcuno, anche se non faccio nulla di male, non posso neanche fare come se fosse casa mia.
Nel tragitto per tornare a casa ho pensato e ripensato a questo nuovo canale. Ero di buon umore e mi sono fermato a bere un margarita in un pub. Ho scambiato due chiacchiere con il barman, il locale era semideserto. Sono rimasto lì fino alla chiusura. Credo di avere un senso di resistenza interiore che mi porta continuamente posticipare il ritorno a casa. Faccio di tutto, anche inconsciamente per non tornare in quel luogo. Appena riceverò i primi stipendi ne cercherò un'altra. Magari ci saranno persone più cordiali e meno strane.
L'altra mattina, appena sveglio, sono andato in cucina per farmi un caffè. Dopo aver preparato la caffettiera ho notato che era terminata la bombola del gas. Quando stavo andando via dalla cucina rassegnato è arrivato Nando. Sempre più gonfio. Ogni volta che lo vedo mi sembra che stia aumentando di dimensioni. Chissà cosa mangia tutto il giorno chiuso nella sua stanza. Gli ho detto <<è finito il gas. Puoi farti portare la bombola nuova, io sarò al lavoro tutto il giorno>>. La sua risposta è arrivata dopo un minuto di silenzio, il suo cervello ha dovuto elaborare per qualche secondo e poi con aria infastidita e con il suo accento romano ha detto <<ce penso io!>>. Ha preso una candela profumata dalla sua stanza e con gli accessori della cucina ha costruito una struttura per mettere la caffettiera sopra la fiammella. Non ci potevo credere, non sono riuscito a trattenere una risata, <<ma che stai facendo? Non uscirà mai il caffè!>>. Ha iniziato ad alimentare la fiamma con dei pezzi di carta e non contento ha recuperato una bottiglia di alcol etilico. Alla cretinagine non c'è un limite. A quel punto sono andato a prepararmi, non volevo fare tardi al lavoro. Appena uscito di casa ho buttato un occhio verso la cucina e l'ho visto sempre lì ad armeggiare con l'accendino. È così pigro e stupido che per non chiamare il servizio di fornitura delle bombole del gas, ha rischiato di dare fuoco alla casa.
Ma non è solo Nando il problema. Con Enrico lavoriamo nello stesso posto e non siamo andati neanche una volta a lavorare insieme. È completamente per i fatti suoi. La mattina forse aspetta che esco io per prepararsi. Mette il naso fuori dalla sua camera solo quando gli altri sono chiusi nella loro. Tenta accuratamente di evitare ogni contatto con il suo prossimo. Dalla sua camera arriva sempre un cattivo odore di fumo. Credo che fumi una sigaretta dopo l'altra senza soste. La sua finestra è accanto alla mia. Qualche volta la sera mi affaccio per prendere una boccata d'aria e mi arriva il suo fumo in faccia. Spesso mi sporgo per capire cosa stia facendo e lo vedo straiato sul davanzale con la sua sigaretta a guardare l'infinito. Ho la sensazione di abitare in un centro per ragazzi con problemi mentali. Chissà cosa penseranno loro di me. Magari, ai loro occhi sono proprio io quello strano.
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Nei panni di una donna - il diario dimenticato
RomanceUn viaggio negli anni '90, attraverso il diario di Alberto, diciannovenne con un'attiva vita sociale, genio dell'informatica e cultore dei videogames, che per inseguire il suo sogno andrà a lavorare lontano da casa. Inizialmente elettrizzato dall'id...