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L'autobus si ferma, io stoppo la musica ed esco, sommersa dagli altri studenti frettolosi.

Non ho mai capito da dove viene tutta questa fretta!

Mi incammino verso un bar, tanto manca mezz'ora all'inizio delle lezioni, e compro una brioche al cioccolato e un caffè, che mi aiuterà ad affrontare al meglio la giornata.

Costa meno al bar rispetto alle macchinette, quindi ne approfitto.

Danii, dove sei? Devo parlarti!

È un messaggio di Carmen.

Poso la brioche sul piattino e rispondo.

Sono al bar, vieni qui e parliamo tanto manca un po' al suono della campanella.

Invio il messaggio e poso il telefono nella tasca del mio zaino.

Dopo meno di cinque minuti arriva Carmen con un sorriso enorme.

"Ciao Dani! Ti devo raccontare tantiiiiiissime cose!"

Eccola che inizierà a raccontare del suo amore verso Paulo e bla bla bla.

Farò finta di darle ascolto.

"Penso che Paulo ti abbia detto che stiamo insieme. Era come avevi immaginato tu, mi piace veramente. Ieri mi ha baciata, è stato il mio primo bacio."

A diciassette anni dare il primo bacio?

È da sfigati!

Se provassi a contare tutte le pomiciate che mi sono fatta io ci metterei ore!

"Ah, che bello" dico inespressivamente.

"C'è qualcosa che non va?"

"No, sono solo sovrappensiero per quello che sta succedendo, tranquilla."

Ho sempre avuto la capacità di mentire senza essere scoperta, perché tendo a guardare le persone negli occhi quando parlo.

Secondo la mia psicologa, da cui andavo un paio di anni fa, quando si abbassano gli occhi durante una chiacchierata o si evita lo sguardo o si è in imbarazzo o si sta mentendo.

Da quel giorno guardo tutti negli occhi.

Finisco il caffè, ci alziamo e andiamo verso scuola.

"Francisco aspettava con ansia il tuo ritorno."

Ah, giusto, mi ero dimenticata di lui.

Quello che è successo per Paulo mi ha fatto dimenticare il suo invito al ballo.. che sbadata che sono.

"Gli parlerò oggi."

Aumento l'andatura per arrivare in classe e occupare il mio posto.

Voglio sono sedermi e aspettare in silenzio l'arrivo di Paulo.

"Alla fine ieri sera non hai dormito da me" dice Carmen.

"Sì, lo so, mi sono addormentata mentre ero con un mio vecchio amico e mi sono dimenticata di chiamarti. Stasera posso venire?"

"Certo! E dimmi, che hai fatto con questo tuo amico?" dice ridacchiando.

"Niente di quello che stai pensando!"

Detto da lei che non ha baciato nessuno prima di Paulo mi sa di insulto.

"Vieni direttamente a casa mia dopo scuola?"

"Va bene, ho già.. ehm.."

È entrato Paulo in classe e i suoi occhi azzurri e il suo sorriso rendono tutto migliore.

Carmen mi guarda infastidita.

"Hai già?"

"Ah, giusto, ho già il pigiama nello zaino!"

Sicuramente sono tutta rossa, devo nasconderlo.

Paulo si siede davanti a noi e poi arriva Francisco che mi saluta facendomi l'occhiolino.

"Dani, posso parlarti?" mi chiede.

Perché tutti mi chiamano Dani ora?

"Certo" gli dico forzando un sorriso.

Mi avvicino al suo banco per parlare.

"Quindi hai accettato l'invito?"

"Sisi."

"Non me lo sarei mai aspettato! Sai, sembri una ragazza così irraggiungibile!"

Non me lo sarei mai aspettato da lui, e non so cosa dire.

C'è un silenzio imbarazzante tra noi due.

"Beh, comunque come stai?" si vede che è imbarazzato.

"Meglio, grazie. Ma non voglio parl.."

Entra la professoressa di italiano in aula e quindi torno al mio posto.

L'ora passa velocemente, adoro l'italiano e Paulo sembra molto interessato come me.

Quando suona la campanella mi fermo e mi rivolgo a Paulo.

"Ehi Paulì, ti vedo molto interessato all'italiano. Come mai?"

"Beh, è una storia molto lunga. Se vuoi te la racconto."

"Sai che il professore di arte è sempre in ritardo quindi abbiamo tanto tempo, raccontami tutto."

"Sai che gioco a calcio, no? Bene, una squadra italiana è interessata a me. Si chiama Palermo, credo. Non lo so pronunciare bene. Non posso trasferirmi per giocare lì prima dei diciott'anni, però voglio imparare l'italiano per trovarmi bene una volta arrivato lì."

"È importante questo.. Palermo?"

"Probabilmente sai che in Italia il calcio è molto seguito. Questa squadra gioca nel campionato maggiore, credo si chiami Serie A o qualcosa del genere. Sarebbe un'esperienza bellissima perché mai avrei pensato di giocare in una squadra importante come quella!"

"Che bello Paulì! Poi ti vedrò alle partite!"

Lo farei veramente.

Entra il prof di arte che inizia a parlare, ma io mi distraggo, pensando all'Italia.

Il resto della giornata passa veloce e, una volta uscite da scuola, io e Carmen ci dirigiamo a casa sua.

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500 visualizzazioni! So che sono poche, ma per me conta tantissimo!

Vi adoro. ♡

you skilled into my heart // paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora