44•Non scappi.

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Cameron...
"C'è l'ho fatta!" salto con il sudore che mi scorre dalla fronte.
Ho vinto questa cazzo di gara finalmente.
La gente come una marea mi viene addosso dai soppalchi e io esulto felice.
Butto il casco per terra e mi giro verso la direzione di Queen per vedere il suo sorriso, ma non la vedo.
Guardo in tutte le direzioni ma niente, acchiappo Dylan.
"Dov'è Queen?" urlo per sovrastare le urla.
"È andata" alza le spalle lui serio.
"Dove?" ringhio.
"Rassegnati non tornerà da te" dice ovvio.
Qualcosa dentro di me si accende, le grida diventano lontane.
"Dove?" urlo con il nervosismo che mi ribolliste, sposto bruscamente gli esaltati e vado verso le sue amiche.
La folla mi segue ma io non ci penso.
"Dov'è lei?!" prendo per il polso Kat.
"Primo mi molli, secondo è andata via. Con te non ci sta più nessuno" si sposta lei.
La spingo e corro verso l'esterno nel panico, un taxi giallo sta andando via.
"Queeeeen!" grido con tutta la voce che mi resta.
Cado in ginocchio a terra.
"Fanculo a tutti" sussurro, guardo il vuoto.
Quella donna è arrivata due anni fa e mi ha scombussolato.
Io la odio, odio le santarelline ma lei mi attira come una calamita, e sono consapevole che più mi allontanerò da lei, più vorrò ritornarci.
Mi sarei dovuto innamorare si, ma solo della ragazza giusta.
Tutte quelle stronzate che le ho detto, no.
La ragazza giusta per me è una come Lidia. Lei non so come cazzo sia entrata nella mia vita; ma ora che mi ha dato l'occasione la farò uscire a calci.
Devo dimenticarmi di lei.
Scuoto il capo bruscamente, devo fare una follia o impazzisco.
"Cameron" sento la voce di Lidia.
Mi alzo e le sorrido, la stringo in un forte abbraccio.
"Ci sei solo tu" sussurro.
Non dice nulla, in confronto a Queen lei parla ogni tanto e solo per bacchettarmi, ma mi va bene.
La folla mi sta ancora aspettando quando ritorno.
Sorrido e esulto, devo andare avanti in fin dei conti.
Ma una malinconia mi avvolge d'un tratto, come se tutta questa felicità non abbia un granché di motivi.
La felicità di uomo? Chissà di cosa si tratta.
Forse dei soldi, della fortuna o della donna giusta.
Ho venti anni e potrò continuare ancora per poco a fare il play boy, non è di obbligo che mi debba sposare ma neanche restare solo per sempre.
Cazzo però una ragazza davvero può farti questo effetto? Ti può rendere un riflessivo del cavolo?
C'è molta differenza tra Lidia e Queen, ma non so davvero notarle, so solo che ci sono.
Lidia però sa anche essere dolce e poi lei mi seguirà.
Ma che cazzo sto dicendo! Mi sbatterei di testa al muro fino a perder tutto il nervosismo.
Sono spacciato, esaurito e esausto.
IO ODIO LA RAGAZZA CHE AMO.
Questa cosa mi porta confusione massima, vorrei correre ovunque lei sia ora stringerla a me, baciarla, abbracciarla e finalmente farci l'amore.
Ma devo stare qui imprigionato in me stesso.
Forse sono ancora in tempo...
Lascio di colpo Lidia e corro verso la mia macchina.
"Dove vai?" urla lei.
"Da Queen" urlo a mia volta e parto alla massima velocità verso la via dell'aeroporto.
Da qui non è molto lontano siamo sempre in periferia.
Corro velocemente fino a quando non vedo le torri di intermittenza e le piste.
Scendo e mi prendo appena il disturbo di chiudere lo sportello, e correre verso il check-in.
Corro disperato con il sudore che continua a scendermi, le persone mi guardano curiose anche per la tuta che ho addosso.
"Mi scusi il volo per Los Angeles" fermo un'hostess e chiedo a intervalli visto il forte affanno.
Mi indica la direzione allontanandosi appena da me e io senza esitare corro con quel poco di forza che mi resta.
Finalmente arrivo e lei è li con il mento nel cappotto, gli occhi lucidi e il cellulare in mano.
"Queen" le tocco una spalla.
Lei alza il capo sorpresa e mi guarda con gli occhi spalancati.
I suoi occhi sono come droga di un verde acceso, tanto da uscirne pazzi.
"Perché te ne vai?" mi inginocchio per guardarla meglio.
"Lasciami in pace" dice fredda e gira dall'altro lato la testa.
"Ascoltami, butta tutto e torna con me, verrò all'università a Los Angeles se questo ti potrà aiutare ma ora non prendere l'aereo, non lasciarmi di nuovo solo" le prendo la mano e la stringo.
Lei continua a non guardarmi.
"Queen non mi fare questo! Sono stato uno stronzo bastardo lo so, ma era perché mancavi tu! Ora ci sei possiamo restare insieme per sempre" la scuoto appena.
"Vattene" sussurra lei con la voce spezzata.
Mi guardo intorno disperato non sapendo come convincerla, o cosa fare.
Non volevo arrivare a dire questo, ma devo farlo anche se vorrà dire promettere di non avere più la mia vita da playboy.
"Ascoltami" le accarezzo una guancia.
"Mi stai facendo fare una figuraccia, vai via" dice con freddezza.
"Ascoltami almeno, ti ho detto che ti amo, ti ho detto che senza di te non posso stare..." inizio.
"Hai esaurito i colpi, tornatene a casa è meglio" abbassa lo sguardo e una lacrima le scende.
"Ma sappi che tutte queste cose sono stronzate. Tu ora non hai idea di quanto odio provo per te, ma non hai neanche l'idea di quanto voglia prenderti, portarti lontano da questi casini in una casa solo nostra. Fare l'amore tutti i giorni o anche mangiare una pizza e basta, o se ti va anche una passeggiata non è male come pensata"
"Queen Bennet non ho mai odiato nessuna così tanto, tu hai diciotto anni, io venti e molti ci prenderanno per degli incoscienti o per una cotta passeggera, ma non me ne fregerà un cazzo. Ti daranno fastidio li picchieró uno ad uno" le lacrime salgono anche a me.
Il volo per Los Angeles viene annunciato prima che possa continuare.
Queen si alza impassibile e cammina cacciando la carta d'identità.
"Fermati" le prendo un polso.
Lei si scosta e cammina decisa.
"Almeno degnati di guardarmi un'ultima volta negli occhi!" le urlo.
Deve guardarmi negli occhi, sono sicuro che solo così tornerà.
Le corro vicino e le alzo il viso, ma gli occhi continuano a vagare.
"Sono disperato! Guardami ti prego!" la stringo in un forte abbraccio, in modo da non farla divincolare.
"Lasciami" si muove velocemente.
Corre a passo svelto verso l'hostess.
Uso le maniere forti, e basta.
Corro di nuovo verso di lei e la prendo in braccio, soffoca un gridolino.
"Così non puoi scappare"
"Aiuto! Aiutatemi!" urla verso la sicurezza.
Scendo al piano di sotto e lei continua a gridare, la gente ci fissa e io li assicuro con lo sguardo e qualche "Sta solo scherzando".
Per grossa fortuna riesco ad arrivare alla macchina, anche se con difficoltà.
La butto dentro e blocco gli sportelli da fuori.
Lei bussa forte sui vetri.
Dopo quindi minuti lei ha cessato e l'aereo per Los Angeles vola nel cielo.
Rientro in macchina compiaciuto di me e le sorrido.
"Ci tornerai a Los Angeles, ma solo con me.Farò li l'università" le faccio l'occhiolino, ma lei non cede.
"Insomma cosa diavolo devo fare per farti almeno sorridere?" mi metto le mani nei capelli.
Lei incrocia le braccia e finalmente mi guarda negli occhi.
A momenti scoppia, ma invece sussurra qualcosa di incomprensibile.
"Scusa puoi ripetere" mi avvicino.
Lei di colpo alza il mento e poggia le sue labbra sulle mie.
Mi avvolge con le mani le guance e io le avvolgo i fianchi.
"Andremo sempre contro il destino vero?" mi avvolge il collo con le braccia.
"Per forza" sussurro.

#Spazio autrice
Avevo pensato ad un finale tragico,ma questo mi piace di più e voi che ne dite?❤️
Scusate il ritardo,ma ho l'impressione che potrò pubblicate ogni 6 giorni,i compiti sono aumentati e le idee arrivano scarse:-(
Siamo comunque quasi a 40K❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️💚💜💚💛💙💜💚💛💓E 2k mi piace❤️❤️❤️❤️
Siete Fatalose!!!!❤️❤️💜💜❤️💜💜❤️
Grazie,alla prossima Princessofpink26

La chiamavano principessa. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora