Arrivammo in un piccolo bar del centro e nulla fu più lontano da quello che la mia mente si aspettava. Un locale che non aveva nulla di pretenzioso, dove mi sentii subito a mio agio. Ringraziai mentalmente Jack per la scelta.
Ci accomodammo in un tavolino di fronte le vetrate, che davano sul centro. L'area di quel periodo era tiepida, quella sera preannunciava un'estate ormai imminente.
Il tempo che trascorremmo fu piacevole, con mia grande sorpresa Jack si dimostrò un bravo ragazzo, con una grande umiltà a dispetto di molti suoi coetanei, che come lui provenivano da una famiglia ricca.
Parlare fu naturale, semplice, non mi sentii mai fuori luogo. Non fu mai invadente e questo lo apprezzai.
Scoprii che aveva quattro anni in più a me, era laureato in economia e lavorava nell'azienda di famiglia. Una ditta immobiliare, una delle più grandi del nord America.
Prima di volgere a termine la serata, mi propose un giro in centro. Cosa che accettai immediatamente, ero così a mio agio in sua compagnia che quasi non volevo ritornare.
Passeggiammo di fianco, senza mai toccarci, tra altri giovani che popolavano la notte.
Jack era un ragazzo simpatico, con la battuta sempre pronta e gli occhi gioiosi. Riusciva a farmi sorridere, cosa che non mi appariva facile in quel momento della mia vita.
Mi riaccompagnò a casa, da vero gentiluomo uscì dall'auto, mi aiutò con il bouquet e mi accompagnò fin sotto al palazzo. Un velo di imbarazzo scese tra di noi, in quel momento ci stava tutto il famoso bacio della buonanotte ma qualcosa mi frenava, qualcosa mi impediva di avvicinare le miei labbra alle sue.
"Non cercherò di rubarti nessun bacio Cara. Con me puoi stare tranquilla". Quelle sue parole inaspettate, in un certo senso mi rassicurarono.
"Grazie per aver accettato il mio invito, sono stato benissimo".
"Grazie a te per la splendida serata. Anche io sono stata bene". Pronunciai le parole quasi con difficoltà, c'era qualcosa in me che non andava. Una sensazione strana alla bocca dello stomaco.
Ero stata veramente bene con lui,ma per qualche strana ragione al momento dei saluti mi sentii pervadere da strani pensieri.
"Spero accetterai un altro invito..." il suo sguardo divenne più intenso, mentre io pensavo solo a voler andare a casa e mettere fine a quell'ansia strana che mi stava invadendo.
"Si certo". Risposi velocemente e senza pensarci.
"Buonanotte Cara". Mi si avvicinò lentamente, quasi temetti che le sue labbra si posassero sulle mie. Per fortuna deviò la strada, posando un dolce bacio sulla mia fronte.
"Buonanotte Jack". Non aspettai un secondo in più.
Mi precipitai all'interno del palazzo, feci le scale quasi correndo, quanto le scarpe con il tacco permettevano, ed entrai nel mio appartamento.
Chiusi la porta alle mie spalle e il mio sguardo cadde irrimediabilmente su un pezzetto di carta sotto i miei piedi. Lo raccolsi senza capire di cosa si trattava. Non riconobbi quella grafia elegante, ma dopo aver letto non ci misi molto a capire chi mi aveva scritto. La firma fu superflua.
"Voglio rivederti...
Ho aspettato troppo!
Alexander"
Voglio rivederti. Ho aspettato troppo. Alexander.
Quelle parole mi giravano per la testa come un vortice potentissimo di pensieri confusi e frastornati.
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In The Deep
RomanceQuando credi che la vita non abbia più niente in serbo per te, che valga la pena di essere vissuto... proprio in quel momento arriverà un uragano che travolgerá ogni tua certezza. Porterá con sé gioie e dolori, restituendoti il "senso della vita"...