Prologo

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(Nota: Essendo l'inizio di una nuova storia mi sembra necessario spiegare che sarà un racconto basato sul libro "Il Grande Gatsby", partirò dalle ultime pagine, modificando la storia. Spero di esserne all'altezza e che qualcuno abbia voglia di leggerla. Detto questo, devo inserire alcune frasi importanti del libro per chiarire la situazione da cui si parte. Buona lettura.)

Lei corse fuori nel crepuscolo, agitando la mano e gridando. La «macchina della morte» come la chiamarono i giornali, non si fermò; uscì fuori dal buio che s'addensava, sbandò tragicamente per un momento, e poi scomparve dietro la curva. Vedemmo le tre o quattro automobili e la folla quando eravamo ancora a una certa distanza.
«Un incidente!» disse Tom «Meno male. Wilson avrà un po' di lavoro adesso».

«Hai notato qualche incidente sulla strada?» chiese dopo un minuto Gatsby, nascosto nel giardino di Tom e Daisy.
«Sì».
Esitò.
«E' morta?»
«Già; l'ho detto a Daisy. E' meglio se lo shock arriva tutto insieme. Ha retto piuttosto bene».
Parlò come se la reazione di Daisy fosse la cosa più importante. Alquanto scosso dalla giornata, lasciai Gatsby lì, a sorvegliare il nulla.


Il giorno seguente lui stesso si presentò alla mia porta, trafelato e nervoso come l'avevo già visto spesso.
«

Buongiorno, vecchio mio.» esordì entrando inquieto.
Si guardò più volte alle spalle e scostò le tende, infine si sedette sul bordo di una poltrona, come pronto a scappar via al minimo pericolo.
«Insomma, che cos'è accaduto?» sbottai stanco dei suoi segreti, che purtroppo erano diventati anche miei da quando non ero riuscito a tenermi fuori dalla sua vita piena di menzogne e verità allo stesso tempo.
«Daisy. Ha detto a Tom che guidava lei ieri sera.»
Lo guardai perplesso. Probabilmente aspettava un minimo di dubbio nei miei occhi per alzarsi in piedi e sbraitare. E così fece.
«Non comprendi, vecchio mio. Avevamo programmato di dire che ero io a guidare, dovevo proteggerla... E invece una sua parola e lo sguardo di lui sono bastati a farla crollare.»

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