cure

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Mi girai dall'altra parte non appena i bambini se ne andarono. Mi sentivo stanca ed il mio corpo richiedeva un estremo bisogno di riposare.
Avevo caldo... un estremo caldo che mi faceva bruciare la fronte. Sentivo le gote rosse e ogni muscolo pulsare sotto la carne.
Mi portai una mano alla fronte: forse era un po' di febbre. Mi tastai una mano sulla faccia, in fondo non ero così calda.
Era solo un po' di stanchezza.
Jack:- hey stai bene? -.
Risposi di si con un cenno della mano.
Jack:- sicura?-.
Mi voltai verso di lui incastonando i miei occhi con i suoi, erano freddi ed inespressivi. Anche se dall'ultima volta che li avevo visti erano percorsi da una luce diversa.
Io:- si sto bene... -.
Lui annuì leggermente con la testa, si alzò ed uscì dalla porta. Si fermò per un istante sull'uscio di essa, come per dirmi qualcosa ma non ci riuscì e si richiuse la porta della stanza dietro di sé.
Mi rimisi rannicchiata portandomi le coperte fino alla testa, forse una buona dormita poteva risolvere tutto. Chiusi gli occhi, ma l'incubo di poco prima mi fece subito riaprire gli occhi.
Non potevo... ma la stanchezza era troppa e crollai poco dopo. Cullata nella dolce stretta di Morfeo.

Mi risvegliai dopo non so quanto tempo, la stanchezza non era passata e mi sentivo ancora peggio.
Mi alzai dal letto poggiando una mano sulla fronte, cavolo.
Poggiai i piedi per terra e mi alzai andando verso la porta, dovevo trovare un bicchiere d'acqua o sarei morta.
Uscii e nel corridoio non c'era nessuno, non sapevo ancora orientarmi anche perché mi sembrava che alcune volte l'ordine delle stanze cambiasse.
Poggiai una mano sulla parete e cominciai a camminare verso in una qualsiasi direzione.

Finii nella sala principale dove tutti i bambini erano ordinatamente disposti sugli spalchi, mi sorrisero dolcemente e mi salutarono con la manina.
Rivolsi a tutti un sorriso forzato, e la bambina di prima mi tirò leggermente la manica della felpa.
Mi voltai ed incastonai i miei occhi con i suoi, leggevo nei suoi occhi una forte gioia.
X:- giochiamo insieme -.
Volevo rispondere ma la terra sotto i miei piedi girava troppo per i miei gusti. Mi sedetti per terra tenendomi la testa con le mani.
La stanchezza e il dolore erano insopportabili, tossii leggermente e guardai dispiaciuta la bambina che intanto mi si era avvicinata.
Io:- n...non... m...-.
Non finii in tempo di dire la frase che un'altra fitta dolorosa mi mise a K.O.
X:- Sam... Sam! -.
Guardai in alto e vidi una figura nera, anche la vista era debole e i suoni mi sembravano più ovattatati.
Qualcuno mi prese da sotto la schiena e mi tirò su a modi sposa. L'ultima cosa che vidi fu il suo solito naso a righe bianche e nere.

Laughing Jack's pove

L'adagiai sul letto coprendo il suo corpo con le soffici coperte. Lei schiuse leggermente gli occhi e mi fissò sorridendomi dolcemente per poi riaddormentarsi. Le sue guance erano rosse e il suo viso era mandino di sudore. Le posai una mano sulla fronte: scottava.
Il suo respiro era pesante e le labbra erano leggermente schiuse. Era una situazione strana... sentivo una strana emozione...
La placai e andai in bagno. Presi un asciugamano dalla credenza, lo misi sotto l'acqua e lo strizzai facendone cadere l'eccesso.
Mi guardai allo specchio: erano cambiate troppe cose dall'arrivo di Sam. Lei era diversa da Vicky. Era molto più umana e... Diedi un pugno allo specchio facendolo rompere in mille pezzi.
Strinsi la mascella e ignorai il dolore causato da un pezzo di vetro conficcato nel dorso della mano.
Non potevo innamorarmi ancora. Era una sensazione passata, che mai più dovevo provare, era vietato.

Ritornai nella camera di Sam e le poggiai la pezza sulla fronte. I suoi respiri diminuirono un poco. Dal cassetto tirai fuori un termometro di quelli elettronici.

Segnava: 39.7.
Neanche io avevo mai avuto una febbre così alta, anzi non l'avevo mai avuta perché ero un demone. E i demoni non possono dimostrarsi deboli: non possono provare emozioni e dolori umani.
Cosa che io avevo fatto e di cui mi pentivo amaramente.
Sospirai e rimisi il termometro nel cassetto.
L'amore: era un'emozione che doveva scomparire dal mondo. Ma dato che sapevo ormai come ci si sentiva una volta innamorati, potevo dire che era allo stesso tempo una bell'esperienza.
Scacciai via quei pensieri. No, avevo sbagliato tutto: l'amore portava solo odio.
Guardai Sam e una strana sensazione mi spinse a puntare gli artigli alla gola. Una sensazione che conoscevo bene: la pazzia. Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi, le ricacciai di nuovo indietro.
Io:- perché non riesco ad ucciderti!? -.
Il suo respiro era ancora irregolare e le guance estremamente rosse. Ma le sue labbra erano irresistibili: rosee e leggermente inumidite.
Cercai di avvicinarmi, le posai delicatamente un artiglio sulla sua guancia accarezzandola.
Sam:- J...jack-.
Stava sognando... e nei sogni doveva immaginare proprio me? No.
Mi staccai freddamente ed uscii dalla stanza prendendo il cappotto poggiato sul letto della mia stanza. Dovevo solo uscire un attimo per pensare.

L'aria era fredda e per le strade aleggiava una leggera foschia. Il mio aspetto era quello di un normale ragazzo. Mi strinsi nel cappotto nero. Cavolo si gelava.
Svoltai in un vicolo e la solita insegna vecchia e malmessa della taverna si stagliava imponente in esso.
Involontariamente sorrisi.
Mi incamminai premendomi di più il cappello in testa.
Entrai e il solito odore di liquore e di vecchio si insediò nelle mie narici.
Mi sedetti al bancone e ordinai la mia solita bottiglia di vodka.
Il barista e mio vecchio amico Fred mi versò il liquido in un bicchierino di vetro.
Avevo promesso di smettere di bere ma... quella era un occasione speciale. Non avrei comunque esagerato.
Presi il bicchiere e inghiottii la vodka al suo interno, subito la gola mi bruciò e un forte sapore amaro e dolce allo stesso tempo si espanse nella mia bocca.
Forse la scusa del 'bevo per rilassarmi' era proprio una stronzata. Si beveva perché se ne aveva voglia, e a volte per dimenticare.
Dimenticare quella maledetta Sam... così bella e allo stesso tempo irraggiungibile.
X:- oh ma ve chi c'è!!-.

Oltre la follia // Laughing Jack \\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora