Capitolo 32

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Buttai i suoi pantaloni dietro di me, e iniziai a massaggiarle l'interno coscia.

Guardavo ogni sua espressione mentre cercava di restare calma e di mantenere il respiro regolare.

Si morse il labbro, per poi mimare con le labbra "oh, cazzo".

Le divaricai le gambe, lasciando una scia di baci sulla coscia, fino ad arrivare vicino alla sua intimità.

La sentii soffocare un gemito.

<< Sì, certo, è comprensibile. Chiamalo in ufficio... >> continuava a parlare al cellulare.

Sbuffai, decisamente seccata.

<< Quanto hai ancora da parlare? Io non ti aspetterò all'infinito. Voglio farti godere ora >> dissi ad alta voce.

Lauren strabuzzò gli occhi, guardandomi malissimo.

"Ti sente!" mimò con la bocca, poi rimase in silenzio per un po'.

Sentii per un attimo la voce al telefono... sembrava urlare.

<< Oh no, papà, non è come pensi >>

Mi trattenni dal ridere.

"Oh oh" pensai "Al cellulare c'è suo padre"

L'avevo fatta finire nei guai.

<< No, non ho ricominciato >> disse Lauren.

Cosa voleva dire con quella frase?

Il padre la stava accusando di qualcosa che a lei dava noia, conoscevo quell'espressione.

<< No, non lo è... È una mia amica >> continuò.

Aveva un'espressione seccata e arrabbiata.

<< Papà! >> urlò << Non dire così >>

Poi si girò con la testa.

<< Non vado più a puttane >> sussurrò sperando di non essere sentita da me.

Mi alzai e mi allontanai da lei.

Vedendo che la discussione sarebbe andata per le lunghe, mi coprii con una maglia molto lunga che mi portavo per le emergenze nella borsa.

La discussione si fece molto accesa, perché alla fine ci furono tre secondi di puro silenzio, lei si alzò in piedi di scatto con gli occhi che bruciavano dalla rabbia...

<< NON DEVI PARAGONARMI A LUI, NÉ A NESSUN'ALTRO DELLA NOSTRA FAMIGLIA >> urlò Lauren.

Mi misi a sedere sulla poltrona, e abbassai la testa, sentendomi in colpa.

Avevo fatto partire in quella litigata.

Ma perché il padre di Lauren le stava dicendo quelle cose?

E perché lei rispondeva così?

Mi ricordai che io non sapevo niente del suo passato, e niente del suo presente, del suo lavoro, della sua famiglia...

H.O.PDove le storie prendono vita. Scoprilo ora