Una Giornata Insieme

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- Bé... ecco... io... -

- Allora? -

- Io... non lo so, perché l'ho fatto. -

- Capisco. - Mi copro il volto con il cappuccio della felpa e raggiungiamo la città in meno di mezz'ora.
Il supermercato più vicino è a trenta minuti da dove siamo noi, non è molto.
Arriviamo e Dylan prende un carrello, poi entriamo a fare la spesa.

- Che cosa prendiamo? -

- Qualsiasi cosa sia commestibile va bene. -

- Ok. - Dylan prende diverse cose, tra cui carne, pesce, pasta e bibite, io gli lancio un'occhiata confusa, mentre spingo il carrello con aria annoiata.

- Dovreste mangiare qualcosa di diverso oltre alla carne, è importante avere una dieta equilibrata. -

- Se lo dici tu. Senti, se vuoi prendere qualcosa anche per te e per tua sorella, fa pure. -

- Davvero? Grazie. - Faccio spallucce. Giro per il supermercato e trovo il reparto dei dolci. Prendo qualcosa al cioccolato e qualche pacchetto di patatine.

- Ehi Dylan, abbiamo finito? -

- Si, abbiamo preso tutto. Possiamo andare alla cassa. - Mi copro meglio il viso per non farmi riconoscere, lui paga mentre metto tutto nelle buste ed esco. Aspetto che Dylan abbia finito e ci incamminiamo per tornare a casa.

- Senti, se vuoi andare a casa tua, a prendere, che so, qualunque cosa, ci andiamo. -

- Da-davvero? -

- Bé, non vedo perché no, già che ci siamo... -

- W-wow, grazie. - Faccio spallucce.
E fu così che andammo a casa sua...
Ma perché?! Voglio dire... perché adesso sono così gentile con lui? Io sono Jeff The Killer e lui è il mio schiavetto. L'ho marchiato incidendogli sulla pancia il mio nome.
Perché adesso spunto fuori con questa storia? Boh.
Per arrivare a casa sua, prendiamo una strada poco affollata. Il motivo non c'è bisogno che lo dica e arriviamo in un'oretta.

- La porta è chiusa. La polizia deve averla sigillata. -

- Spostati, lascia fare a me. -

- Ehm... ok. - Prendo il mio coltello e inizio a forzare la serratura, dopo qualche minuto... Clik! Si apre! Sono un mago. Sono un mago killer.

- Prego. -

- Cavolo. -

- Perché ti sorprendi tanto? Sono un killer, queste cose sono delle bazzecole. - Chiudo la porta alle mie spalle. - Bé, tu fai tutto quello che devi fare. Prenditela pure comoda. Io schiaccerò un pisolino sul divano. Ovviamente, non c'è bisogno di ricordarti che tua sorella è con Jack e che se solo provi a chiamare la polizia e non mi vede tornare, finisce male in un paio di giorni, vero? -

- C-certo. -

- Bene. - Forse questa potevo anche risparmiarmela, ma d'altro canto, non potevo certo permettere che chiamasse la polizia.
Va bé, lasciamo stare. Ho sonno.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
Vengo svegliato dolcemente, da un buonissimo profumo. Mi alzo e vado verso la cucina. Vedo Dylan di spalle che sembra stia cucinando della carne che abbiamo comprato. E sta facendo anche le patatine fritte!
Mi appoggio allo stipite della porta e lo osservo cucinare.
Quando si volta per apparecchiare, finalmente si accorge di me.

- Jeff. Non ti ho sentito arrivare. -

- Non preoccuparti. -

- Ho preparato due cotolette con le patatine fritte. -

- Mmmh, buono! Ma, quanto ho dormito? -

- Abbastanza. Dovevi essere molto stanco. -

- Si, infetti lo ero. - Rispondo mentre mi siedo.

- Colpa di Jack? -

- ... Si. A proposito, ti ringrazio ancora per avermi salvato oggi, da lui. -

- Di niente. L'ho fatto... senza pensarci. -

- Capisco. -

- Dai, mangiamo adesso? -

- Volentieri. - Iniziamo a mangiare queste magnifiche cotolette e queste fantastiche patatine. Devo dire che per essere un sedicenne, sa cucinare magnificamente.

- Come sono? -

- Buonissime. Complimenti. -

- Ti ringrazio. - Finiamo di mangiare e il ragazzino va in camera sua a finire di prendere le sue cose. Quando scende noto che si è cambiato. Ha indosso una felpa a maniche corte con cappuccio rossa, dei pantaloncini di jeans blu e un paio di converse nere.

- Ti sei cambiato, come mai? -

- Così... non c'è un motivo preciso. -

- Capisco. Senti, io di tornare a casa non ne ho voglia, stiamo qua ancora un po'? -

- Va... va bene. -

- Benissimo. Guardiamo la TV allora. - Siamo seduti sul divano, io sto facendo zapping tra i canali per trovare qualcosa di almeno decente da guardare. Trovo un film Horror e mi fermo su quello.
All'inizio è noiosetto ma poi finalmente ci sono scene quanto meno divertenti. L'assassinio che uccide le sue vittime, le tortura, le squarta, ne mangia gli organi... fantastico. Sento qualcosa stringersi alla mia felpa, quindi abbasso lo sguardo.
Dylan è stretto a me, con la testa e le mani sul mio petto, che trema. Quant'è adorabile quando ha paura. - Che c'è, non avrai paura? -

- N-no... certo che no... -

- Allora perché stai tremando e ti sei stretto a me? -

- E-ecco io... - Gli prendo il mento con due dita e lo costringo ad alzare lo sguardo su di me.

- Dimmi la verità. Non puoi mentirmi. -

- Io... si... ho paura. -

- Solo questo? -

- E-ecco... i-io... - Mi avvicino lentamente al suo viso. - J-Jeff? - I nostri nasi stanno per sfiorarsi. Lentamente annullo la distanza che ci separa, e lo bacio.

Jeff e Jack (TKB)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora