Alive.

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-"Cosa ti colpisce di lui?"-

-"... in che senso?!" chiesi alzando la testa dal libro che stavo leggendo. "Qual è la cosa che ti colpisce di più di lui?" mi richiese Luca, cercando di mantenere la calma "non so di cosa tu stia parlando", risposi secca posando nuovamente lo sguardo su quelle poche righe che avevo appena finito di leggere, ma con la consapevolezza che due occhi castani mi stavano penetrando il cervello, e che da li a poco le sue labbra si sarebbero iniziate a contorcere da un fastidiosissimo tic nervoso.  

Ossessione nei miei riguardi.

"Ieri sera ti ho visto che stavi chattando con un ragazzo, e ieri mattina ho visto come sorridevi sorniona quando ti è arrivato un messaggio da non so chi. Mi credi davvero così idiota?! Guardami invece di leggere quelle stronzate" e senza lasciarmi tempo, si chinò verso di me e mi strappò dalle gambe "I love shopping" gettandolo per terra, spiegazzando tutte le pagine di quello che era sempre stato il mio romanzo preferito. Ma cosa le interessava a lui, di quello che a me piaceva? Nulla. Ma lui si ostinava a dire che era l'unico che poteva amarmi. "Allora adesso hai voglia di rispondermi? Eh!", "mi fai male Luca" urlai non appena iniziò a stringermi i polsi. "Dimmi chi è, e io ti lascio stare", "è solo un collega di lavoro, siamo solo amici" mi lamentai, nella speranza che almeno quella volta mi avrebbe lasciato andare. Ma come era da copione, strinse ancora di più e accecato dalla rabbia mi trascinò bruscamente a terra, iniziando ad inveire su di me. "Un collega?! E' solo un collega?! Quante volte ti ho detto che l'amicizia tra uomo e donna non esiste, quante volte ti ho detto che gli uomini ti voglio solo scopare. Vedi che non vali un cazzo!".

Urli...

Urli..

E ancora urli ....

Ormai le mie orecchie erano stanche di risentire quelle parole, "non vali niente", "solo io ti posso avere", "io sono perfetto", "devi rimanere nella nostra cerchia di amicizie", "sono solo io il virtuso". Basta, basta e ancora basta non ce la potevo più fare. Preferivo morire.

Senza più difendermi, lasciai che Luca continuasse a ripercuotere la sua gelosia malata su di me. Smisi persino di urlare. Il mio corpo non ce la faceva più era completamente stanco di lottare per quell'amore malato che mi aveva fatto perdere gli amici, la mia famiglia e soprattutto la mia vita.

"Sofi..ehi... ". Mi sentivo le palpebre pesanti, non riuscivo ad aprire gli occhi. "Sofia mi senti ... sono io". Aprendo leggermente gli occhi vidi la luce del sole penetrare nella stanza, e una mano che mi stava accarezzando la guancia bruciante. Probabilmente avevo anche del sangue che mi colava da qualche parte, perché in bocca sentivo un sapore amarognolo. "Tia?!" cercai di chiedere con voce fioca. "Esatto, non hai nulla da temere ora. Nessuno ti farà più male". "Cosa è successo?", " le favole hanno ancora una volta vinto  sulla realtà. Ecco quello che è successo". E accarezzandomi chiusi gli occhi e mi addormentai ancora confusa di quello che fosse successo. Inconsapevole del fatto che vicino a me giaceva il suo cadavere.


Spazio Autrice:

Buondì! spero che questa brevissimissima storia vi sia piaciuta. :D


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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 02, 2015 ⏰

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