CAPITOLO 3

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Tornai a casa sentendo Dimitri parlare.

Davanti all'ascensore, bloccò il fiume di parole dalla sua bocca. -Mi stai ascoltando?-.

-Eh?-.

-Anouk...-.

L'ascensore arrivò con il cigolio strano e aprii le porte per sfuggire allo sguardo di Dimka. Al pianerottolo sentimmo l'odore di papà e lui in nostro, visto che aprì la porta e si appoggiò allo stipite sorridendoci.

Il mio olfatto (e quindi quello di Dimitri), era molto più sviluppato rispetto a quello degli umani, così come la vista e l'udito, mentre quello dei lupi purosangue era ancora più sviluppato del nostro.

Non che di ibridi ce ne fossero tanti: i lupi non amavano incrociarsi con gli umani.

Comunque, avevamo stabilito che grazie ai geni umani di nostra madre, io e Dimitri eravamo molto più forti di un lupo della nostra taglia e della nostra età. E questo era un vantaggio.

-Come è andato il primo giorno?- domandò.

Sbuffai e lo sorpassi per entrare in casa.

-Anouk si è fatta un'amica, papà- esordì Dimitri.

-Ah sì?-.

Papà chiuse la porta e Dimitri ricominciò il fiume di parole mentre posavamo gli zaini; poi loro si spostarono in cucina e io ne approfittai per infilarmi un paio di pantaloni della tuta al posto dei jeans. Mi sedetti sul letto, indecisa se parlare al mio branco di Logan e di quello che mi aveva detto in biblioteca.

Scossi la testa e mi alzai per andare in cucina. Stavano parlando ancora e Dimitri gesticolava, rapendo l'attenzione di mio padre. Gli disse qualcosa che lo fece ridere e pensai che anche papà era così: carismatico al massimo.

Carismatico e scorbutico. Ecco da chi avevamo preso.

Invece nostra madre era...lei era tutto: la vita di papà e il cuore del nostro branco; la sua morte aveva scatenato l'ira di papà, che lo aveva accecato e non gli aveva permesso di organizzarsi per contrattaccare il branco che voleva eliminare me e mio fratello.

Il suo acerrimo nemico. Il suo nemico giurato. Si odiavano fin da ragazzi, quando lottavano per il ruolo di Alfa, entrambi discendenti di un Alfa che si era accoppiato con due lupe.

Ovviamente noi non avevamo mai avuto dubbi su chi dovesse prendere il ruolo di Alfa di papà. In primis spettava al maschio primogenito (anche se tecnicamente io ero nata dieci minuti prima di lui), poi io ragionavo per istinto, Dimitri era più calcolatore (e questo gli permetteva di organizzare un branco, per non parlare di quanto gli fosse utile il suo carisma).

Sorrisi, quando mi accorsi che si erano interrotti per guardarmi.

-Tutto bene?- mi chiese papà.

-Pensavo alla mamma. Alla mamma e a Kevin- risposi sedendomi accanto a mio fratello.

Papà si irrigidì e per un attimo temetti che scoppiasse in una ramanzina della serie "non parlare di loro", invece scosse la testa e sul suo viso si dipinse un sorriso molto amaro.

Dimitri si preoccupò subito. -Papà...- disse con tono addolcito.

Papà alzò una mano. -Tranquilli. Prima o poi tornerà, spesso il vento porta l'odore della sua vendetta-.

Come per confermarlo, la finestra si spalancò per colpa del vento che portò il buon profumo della pioggia di Londra.

-Andiamo a sentire Caroline- proposi.

Caroline era l'unica ragazza a essere riuscita a conquistare la mia fiducia e a non sbavare per mio fratello. Ci eravamo promessi di sentirci via Skype almeno una volta alla settimana.

Cuccioli di AlfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora