Lettera n° 3

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Mercoledì 11 Febbraio


Caro George,

Te ne prego, non darmi del lei! Mi fai sentire vecchio!

Ad ogni modo certo: mi spiace se son parso altisonante e vanitoso parlando in un certo modo, ma certo, tenterò di parlare più semplicemente.

E non serve alcun impegno: non c'è alcun particolare tipo di registro da usare! Parla come parleresti se ci trovassimo uno accanto all'altro, sii naturale.

Se ci sforziamo di esser formali, a parer mio, roviniamo la vera ragione per cui scriviamo: non lasciare che gli avvenimenti successi scalfiscano la nostra vita.

Ora, riguardo ciò che è accaduto, sono sinceramente disgustato.

E penso che tu abbia completamente, pienamente ragione.

Vorrei poterti aiutare, e, teoricamente, potrei; quanto meno sul piano giuridico. Insomma, sono un avvocato, fino a prova contraria!

Però, sai, non penso sia il caso ora, mentre le voci ancora girano. Temo che il tutto s'ingigantirebbe ancora più...

Mi dispiace.

Sul piano affettivo invece non sono il migliore. Non saprei realmente come aiutarti, confortarti.

Però sentiti libero, quando vuoi, di sfogarti. Io leggerò sempre tutto, e questa è una promessa.

Di musica si parlava, non è così?

Ebbene, mi dispiace molto cambiare argomento ma volevo ringraziarti.

Sì, perché grazie a te ho spolverato la tastiera del mio caro pianoforte, da anni intoccata!

Penso che la musica sia la cosa che ho trascurato maggiormente in questi anni di studio e lavoro. Certo, queste non sono le sole cause, sia chiaro.

E mi irrita molto questa cosa, perché la musica era una delle cose che apprezzavo maggiormente, un tempo!

Mi sono reso conto che ricordo quasi tutto. O meglio, le mie dita ricordano tutto; sono solo un po' arrugginite.

Dovrò lavorare un po', per recuperare la fluidità nelle mani di cui andavo tanto fiero, perciò spero solamente di non perdermi di nuovo nel lavoro.

Quasi dimenticavo! Se hai bisogno di qualsiasi cosa, non esitare a chiedermi. D'accordo?

Capisco possa sembrare strano, certo.

Ma mi rendo conto questa tua situazione sia in parte colpa anche mia, e così il mio atto caritatevole verterebbe al contrario: tu faresti un favore a me, togliendomi questo senso di colpa!

Ebbene, è giunto il momento di concludere questa lettera, temo.

Con affetto

Edward Boyd Hall




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