Caro Derek....

692 48 14
                                    

Caro Derek,
Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto: so che quello che sto per dirti in questa lettera ti farà stare davvero male, davvero molto male e magari farti sentire in colpa, magari per una colpa che tu non hai, che non dovresti sentire di avere; ti scrivo per farti sapere quanto ho sofferto in quest'ultimo periodo, soprattutto a causa tua ( ma non voglio fartene una colpa, tu non hai colpe!), ho provato un gran dolore in tutti i sensi che sicuramente non è comparabile con quello che stai provando tu ora.
Lascia che ti spieghi tutto dal' inizio.
Qualche settimana fa sono arrivato in ufficio, come faccio tutte le mattine,e ti cercavo, come è mio solito fare. Quel giorno non ti ho trovato, cioè tu fisicamente c'eri, la tua persona c'era, ma non per me. Tu eri quel giorno freddo, distante e lo eri solo con me! Quel giorno non ci ho fatto caso, ho pensato che eri semplicemente nervoso, magari ti eri alzato con il piede storto o magari avevi iniziato male la giornata. Però col tempo le cose iniziarono a peggiorare.
Per me non ti ho mai trovato, con me non ridevi e non scherzavi più, quelle rare volte che mi parlavi era sempre di lavoro e nient'altro, e se provavo a dirti qualcosa, anche una stupidaggine, mi guardavi con degli occhi di ghiaccio, di disprezzo.
Se ripenso a quegli occhi ancora oggi mi vengono i brividi.
Col tempo iniziai a preoccuparmi, a preoccuparmi veramente, ad analizzare ogni micro-evento, ogni discussione che abbiamo avuto, anche la più stupida, a cercare di capire se ti avevo detto la parola sbagliata al momento sbagliato o se avevo fatto qualcosa che ti avesse potuto urtare in qualche modo. Volevo capire se avevo fatto qualcosa per farti comportare in questo modo con me.
All'inizio ho provato a cambiare qualche atteggiamento che avrebbe potuto urtarti, ma le cose peggiorarono ben presto e ne ebbi davvero paura.
Ho provato a sopportare la situazione, fino a quella fatidica sera di una settimana fa quando fuori dal BAU ti chiesi se c'era qualcosa che non andava, se ti avevo fatto qualche torto, ti chiesi il motivo per il quale tu ti comportavi in quel modo così freddo con me. Non mi hai risposto, anzi te ne sei andato lasciandomi interdetto e più in ansia di prima. Mi sono fatto di nuovo un analisi per capire che ti avevo fatto, ma più mi analizzavo, più avevo paura e più avevo paura, più ero preoccupato per te e ricominciavo ad analizzare me stesso entrando in un circolo vizioso da cui non riuscivo più ad uscire.
Ti chiesi di nuovo se c'era qualcosa che non andasse ieri sull'aereo con gli altri, l'ho fatto sottovoce, così non ci avrebbero sentito, ho pensato che ti vergognavi tanto che era grave la situazione, che non lo volevi far sapere in giro, dato che nessun nostro collega a cui chiesi mi sapeva spiegare perché tu mi trattassi in quel modo. Aprii tutto il mio cuore a te e ti dissi tutte le mie preoccupazioni
Che stupido sono stato!
:-Davvero me lo stai chiedendo?-: hai chiesto prima seriamente, poi ridendo e mettendomi in ridicolo davanti a tutti. Era uno scherzo! Uno stupido e maledettissimo scherzo( di pessimo gusto) nel quale hai finto di essere arrabbiato con me per tutto il tempo. Tu hai riso della mia apprensione, della mia ingenuità, qualcuno del gruppo ha sorriso, altri hanno scosso la testa, io non sapevo che fare: volevo piangere, ma non volevo dartelo a vedere perché credevo ti saresti messo a ridere, ho provato a ridere con te, ma non riuscivo neanche a sorridere. Ero paralizzato e impotente, mi sentivo un ingenuo stupido e idiota. Quando tornai a casa mi sono sfogato, ho pianto molto.
Ma la vera batosta me l'hai data oggi: quando stamattina sono tornato a lavoro, dopo una notte passata a piangere, tu hai iniziato a scherzare su ciò che era successo ieri. Non sono neanche entrato dalla porta e tu subito mi hai preso in giro!
Derek mi dispiace ma a quel punto ci ho visto nero: ho iniziato a gridarti in faccia che ti odiavo, che tu eri un pessimo collega e il più schifoso degli amici, che non ti volevo più vedere, che ti preferivo morto. Ho capito solo poi cosa ti avevo detto e per la vergogna e l'imbarazzo sono tornato a casa tra le lacrime. Ancora tra le lacrime ti sto scrivendo, anche se non ho iniziato subito: quando sono tornato a casa mi sono chiuso in camera e mi sono sfogato, ho iniziato a riflettere su noi e sul nostro rapporto di amicizia. Da quando ti conosco tu ti rivolgevi a me sempre con parole scherzose. Analizzando quelle parole dopo gli eventi di ieri e di oggi mi appaiono sotto una nuova luce, quelle parole erano di scherno, tu ti sei sempre preso beffe di me, ripensandoci tu non hai mai scherzato con me, hai sempre scherzato su di me; a volte giochi con me, ma non come fanno due amici, ma come un bambino con il suo giocattolo. Io non voglio essere trattato come un giocattolo, sono una persona vera con dei sentimenti e che si può far male( e nel mio caso io mi faccio male molto facilmente). Ripensando a te mi sento usato, tradito, mi sento come quando mio padre se ne andò di casa quando avevo dieci anni. Mi sento abbandonato e sinceramente non voglio più sentirmi così di nuovo; già lo sono stato troppe volte
Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto Derek, non ce l'ho fatta, ma in questo momento questa mi sembra la soluzione migliore, anzi è l'unica che vedo. Quando ho finito di piangere in camera ho intravisto la mia pistola di servizio sulla scrivania della mia stanza(chissà come si trovava lì) e ripensando a tutto il dolore che ho provato in tutta la mia vita e al probabile dolore che dovrò ancora sopportare mi è sembrata accattivante, una portatrice di salvezza e di pace.
Derek, te lo ripeto non sentirti in colpa, non è colpa tua, non è assolutamente colpa tua, è tutta colpa mia, mia e delle mie debolezze, del mio non stare allo scherzo, delle mie reazioni infantili, del mio essere infantile.
Quando leggerai questa lettera, che ho lasciato in cucina apposta per farla trovare, probabilmente sarà troppo tardi, mi troverai in bagno, con una pallottola in testa e in un mare di sangue. Quando mi vedrai non piangere di sicuro starò bene, di tu agli altri cosa è successo e lasciati consolare. Ricordati che ti ho sempre voluto bene e quello che ti ho detto stamattina non lo pensavo davvero, ero solo molto confuso e arrabbiato e ricordati che non è colpa tua

CARO DEREK, MI DISPIACE....Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora