CAPITOLO 4

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Abigail, chiusa in bagno, fissò il pezzo di plastica che stringeva tra le mani.

Chiuse gli occhi e poi li riaprì, fissandosi nello specchio.

Erano passati quattro anni da quando aveva visto Darius per la prima volta, durante quel corso di sopravvivenza. Pochi giorni dopo del suo ventesimo compleanno, si era fatto vivo, presentandosi sotto casa sua.

Si era arrabbiata perché non l'aveva più cercata, mentre lei aveva esaudito la sua richiesta di non dimenticarlo, tanto che non era più riuscita a stara tanto vicino a un ragazzo. Lui aveva sorriso e le aveva spiegato che, dopo averla trovata, era cresciuto e aveva preso il posto di suo padre come Alfa di un branco di lupi mannari. Una sera, sotto la luna, si era trasformato per lei, diventando uno splendido lupo dagli occhi azzurri e dal pelo ramato; le si era accoccolato vicino fornendole un calore meraviglioso e riparandola dal vento freddo dell'aria di gennaio. Poi l'aveva portata via, lontano dai suoi genitori che non sapevano nemmeno di avere una figlia, lontana da una città che non riconosceva come casa, lontana da amici che non riconosceva più e lontana da ciò che non le era mai piaciuto.

Le aveva fatto conoscere il suo branco, che l'aveva accettata nonostante la sua umanità. Ora vivevano insieme in una casa immensa e immersa nel bosco più fitto con tutto il branco e le loro famiglie.

-Lupacchiotta?-.

Abigail sussultò e fece cadere il test di gravidanza. Sbuffò: era stato un caso che Elena, la compagna di Peter (il vice di Darius) ne avesse uno. Aveva avuto un figlio qualche mese prima e si era accorta subito che lei aveva qualcosa che non andava.

Lo riprese subito e lo confrontò con le istruzioni più e più volte, spostando lo sguardo e avvicinando il foglietto agli occhi per accertarsi che non stava vedendo male.

Positivo.

Era incinta.

Le tremò la mano, indecisa se essere felice o preoccupata: se Darius non avesse voluto un figlio?

Bussarono alla porta. -Abigail?-.

-Ci sono!-.

Abigail si sistemò la felpa e i jeans, pronta a scendere per cenare con tutti gli altri. Nascose la provetta e il foglio dietro la schiena e aprì la porta.

Darius le sorrise. -Finalmente. Ci stavamo preoccupando-.

Si sporse per darle un bacio, ma lei arretrò e poi lo superò senza voltargli le spalle. -Darius, io...devo dirti una cosa-.

Lui assunse un'espressione dura, che lei sapeva essere in realtà di paura.

-Io...vorrei...vorrei andare...-.

Darius la raggiunse e le strinse il viso nelle mani. -Non mi lasciare! Cosa stai dicendo! Andare? Dove?-.

Abigail sorrise e gli passò la mano libera tra i capelli. Lui abbassò la testa per aggevolarla.

-Non voglio andare via da te- sussurrò lei -vorrei solo andare a fare degli esami-.

Darius alzò la testa di scatto. -Stai male?-.

Abigail scosse la testa e fece per parlare.

-Silenzio- disse lui.

Lei si irrigidì mentre lui dilatava le narici e inspirava forte tra i suoi capelli.

-Hai uno strano odore- constatò.

-Non so, ho fatto la doccia, forse senti il profumo del bagnoschiuma o dello shampoo...-.

-No- la interruppe mentre si spostava ad annusarle il collo -hai l'odore più vicino a quello di un lupo che al tuo solito umano-.

Possibile che già lo sentiva? Si domandò Abigail.

Darius tornò a guardarla negli occhi e alzò le sopracciglia.

Abigail fece un sorriso malizioso. -Un lupo, eh? Un lupo che non sei tu, immagino- premette il petto contro quello di lui -e se fossi stata con un altro?-.

Darius ringhiò tanto forte da farla tremare. -Dimmi chi è e lo faccio a pezzi-.

-Nessuno, rilassati, lupacchiotto. Però hai ragione, mi sa che tra un po' il mio odore da umana sarà sovrastato dal tuo odore e dall'odore di qualcun altro-.

Gli mostrò il test e il foglietto dove diceva che era incinta.

Darius aggrottò le sopracciglia e poi urlò di gioia. Lasciò cadere tutto e la prese tra le braccia.

-Un cucciolo! Un figlio!-.

Quando la rimise per terra, ancora rideva. La baciò con il fiatone.

Si staccò poco dalla sua bocca e la guardò. -Un cucciolo tutto nostro. È meraviglioso-.

Abigail gli strinse il collo. -Ho pensato che magari non l'avresti presa bene-.

-Qualunque cosa dovrai o vorrai darmi, o dirmi, o farmi, ricorda che l'accetterò sempre-.

Sorridendo lo strattonò più in basso e appoggiò le labbra al suo orecchio. -Allora andiamo a mangiare, poi ti voglio chiuso qui dentro alla mia mercé-.

Darius fu percorso da un brivido e dal petto gli uscì un mugolio che la fece uscire di testa.

Sulle scale, la strinse contro di sé per infilarle un braccio sotto le ginocchia e sollevarla. Lei scoppiò a ridere, mentre lui correva verso il branco che stava cenando. Fecero irruzione mentre lui urlava.

-Un cucciolo! Un cucciolo!-.

I suoi compagni smisero di mangiare e applaudirono. Toccò a Peter, come braccio destro dell'Alfa portare il saluto di tutti.

I piedi di Abigail erano tornati per terra e la mano di Peter era posata sulla sua pancia.

-Arriva presto tra noi, cucciolo di Alfa-.

Cuccioli di AlfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora