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Salve gente! :)

Avevo in mente di pubblicare ieri ma ho una bruttissima influenza e me ne sono dimenticata, però ho rimediato subito con oggi! Quindi perdonatemi!
Questo capitolo diciamo che è un capitolo di stabilizzazione, più o meno, è fondamentale per capire quello che avverrà nei prossimi anche se non molto avvincente!

Spero comunque che vi piaccia e spero che me lo facciate sapere :3 visto che probabilmente posterò anche lunedì! <33

Grazie mille in ogni caso, Anna.

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Lissa Hale non era la ragazza che avevo creduto di conoscere fino a quell'anno, frivola, stupida e facile. Ma era semplicemente una ragazza che dalla vita aveva ricevuto tutte le cose sbagliate, come i soldi e il lusso, anziché che l'amore di una famiglia e l'affetto di amici sinceri. Sostanzialmente aveva tutto e non aveva niente e io sapevo di averla giudicata sempre male senza nemmeno conoscerla, perché in realtà era dolce ed intelligente e non aveva mai avuto la possibilità di essere davvero se stessa; quando ti circondi di persone false e meschine alla fine per piacere loro e sfuggire dalla solitudine, perdi te stesso. D'altronde, chi va con lo zoppo, impara a zoppicare...
Così avevo deciso di darle una possibilità, anche se Nina mi aveva consigliato più volte di non fidarmi di una come lei. Ma sapevo che la mia migliore amica un po' era di parte per via della storia di Niall e inoltre non le piaceva l'azzardo, lei era una di quelle persone che dovevano sapere esattamente quello che stavano facendo prima dell'effettivo svolgimento dei fatti. Nina non era molto curiosa e difficilmente cambiava idea o concedeva una seconda possibilità, perciò per tre giorni -nei quali avevo visto Harry poco e niente a causa degli allenamenti- mi aveva lasciato pranzare da sola con Lissa, sostenendo che, se proprio dovevo conoscerla e starci insieme, l'avrei fatto lontano da lei che non voleva averci nulla a che fare.
Comunque sia quel giovedì Castro ci aveva dato appuntamento al parco di fronte la chiesa per mettere in scena un'altra delle sue diavolerie e temevo che questa volta avesse decisamente esagerato, e a giudicare dalla faccia dei miei compagni di progetto non ero l'unica a pensarlo.
«Odio questo posto» si lamentò Fred «ci sono insetti ad ogni angolo» aggiunse sventolando una mano per aria.
Ethan ed Harry alzarono gli occhi al cielo, il primo s'infilò una sigaretta tra le labbra totalmente incurante del professore e il secondo le mani in tasca «vi starete chiedendo perché siamo qui» cominciò Castro.
«Ormai ho smesso di farmi questa domanda, professore» ribatté Harry.
Lui ridacchiò «volevo proporvi un gioco, una caccia al tesoro» annunciò entusiasta adocchiando uno dei tre fogli che aveva per le mani.
Ethan sbuffò una nuvola di fumo «e con proporci intende: obbligarci a fare questa cagata?» commentò scocciato e controvoglia.
«Esattamente» il professore non perse il sorriso nemmeno per un attimo, sospettavo si divertisse un mondo a metterci alla prova «e vi dividerete a coppie» aggiunse, Lissa mi lanciò uno sguardo e mi sembrò di cogliere una muta quanto strana richiesta: ti va di venire con me?
Ma poi guardò Harry al mio fianco e rimase in silenzio «scommetto che con il tuo cervello e la mia innata bravura nel riuscire praticamente in tutto, li stracceremo» disse lui facendomi l'occhiolino, io roteai gli occhi al cielo e risi sarcastica.
«Facciamo solo col mio cervello, eh?» lui mi diede una spinta scherzosa e poi mi sfiorò le dita della mano come se volesse intrecciarle con le sue ma alla fine non lo fece, perché avrebbe dovuto farlo?
«Non così in fretta Harry» rispose il professore, il suo sorriso era quasi sadico «le coppie le sceglierò io, quando sarete fuori da questa minuscola cittadina e andrete per la vostra strada in giro per il mondo, non avrete sempre l'occasione di scegliere i vostri compagni d'avventura o i vostri colleghi di lavoro. Lo scopo di questo stupido gioco, come direbbe Ethan» il ragazzo rise appena continuando a consumare la sua sigaretta «è quello di aiutarvi a collaborare»
«Sembra divertente» se ne uscì Brent.
Tutti gli sguardi dei presenti lo fulminarono, tranne quello di Castro s'intende, che allargò le braccia meravigliato e allo stesso tempo soddisfatto.
«Questo è il mio ragazzo!» rispose il professore facendolo ridere, appoggiò un gomito sulla sua spalla di qualche centimetro più in alto e continuò «allora vediamo un po'...» parve riflettere per un attimo scrutandoci attentamente «Ethan tu andrai con Fred» sentenziò.
«Che cosa?!» sbottò il moro e nella foga la sigaretta gli volò via dalle dita.
«Io non ci vado con questo qui, è un teppista!» sbraitò Fred.
«E lui è frocio!»
«Non essere omofobo» lo riproverò Brent, Ethan gli lanciò uno sguardo omicida e se fossi stata al posto suo avrei fatto quanto meno una decina di passi indietro rannicchiandomi contro un albero.
Castro parve ignorare completamente le lamentele che avevano avanzato i due «Lissa con Harry e Brent con Jess» nel momento in cui il professore pronunciò quell'esatte parole sentii una morsa allo stomaco, come se una mano invisibile l'avesse afferrato e stritolato, per poi strapparlo via e gettarlo da qualche parte.
Harry sbuffò e Lissa mi rivolse uno sguardo di scuse, perché diavolo si scusava con me? Non era stato scritto da nessuna parte che Harry dovesse per forza passare tutto il suo tempo con me e in ogni caso non avrebbe dovuto interessarmi in alcun modo, con me non aveva nessun impegno e probabilmente mai l'avrebbe avuto.
Il professor Castro consegnò un foglietto a ciascuna coppia con le indicazioni sugli oggetti da trovare e le diverse strade da percorrere, il parco era abbastanza grande da impedire a ciascuno di noi di intromettersi sul sentiero dell'altro.
«Avete un'ora a disposizione, se collaborerete come si deve vincerete qualcosa» c'invoglio il professore.
Nonostante recentemente avessi scoperto proprio da Lissa che Harry aveva una preferenza per quelle più grandi di lui, ciò non toglieva che la sua compagna di squadra era di una bellezza sconvolgente e nessun ragazzo sano di mente avrebbe avuto qualcosa da obbiettare.
Un'ora. Cosa diavolo vuoi che succeda in un'ora Jess?
Mi rassicurò una voce nella testa «Che genere di premio?» chiese Fred interrompendo il flusso impazzito di pensieri che mi vorticava in testa.
«Lo scoprirete a cose fatte» come al solito Castro aveva sempre voglia di fare lo spiritoso. Comunque sia Harry mi rivolse un ultimo sguardo prima di dividerci e cercai d'imparare le sue iridi verdeggianti a memoria, giusto per tenere la mente occupata da qualcosa di bello. Poi io e Brent c'incamminammo per la stradina che passava per il lago -fulcro della leggenda che mi aveva raccontato Harry la prima volta che c'eravamo stati insieme- che era anche quella principale.
Rimasi in silenzio rimuginando su questo stupido ed inutile progetto, non avevamo bisogno di collaborare e più ci pensavo, più mi arrabbiavo. Comunque sia non passò troppo tempo prima che Brent trovasse il primo oggetto -che consisteva in una paperella di plastica gialla e un foglietto di carta che recitava una frase in rima- tra la sterpaglia in riva al lago. Sul serio: a cosa mai ci serviva prestarci a fare quella pagliacciata?
Non mi presi nemmeno la briga di leggere cosa c'era scritto e proseguii a grandi passi, prima avremmo finito quello stupido percorso e prima me ne sarei tornata a casa a studiare, che evidentemente era l'unica cosa che riuscivo a fare meglio.
«Jess» il tono di voce di Brent era divertito e questo non fece che darmi sui nervi già abbastanza scossi «secondo te gli altri hanno già trovato il primo indizio?» chiese come se ne sapessi qualcosa, ma il punto era che io non sapevo assolutamente niente di quello che stava o non stava accadendo in quel dannato parco.
«Può darsi» borbottai fumante di rabbia. Sentivo questa forza uguale e contraria irradiarsi e ritirarsi come una sfera pulsante nella mia gola, come se volessi urlare e allo stesso tempo trattenermi.
«Da bambino facevo sempre le caccie al tesoro, mio nonno si divertiva un mondo a nascondere le uova pasquali, e anche mio padre ora che ci penso» rivelò nostalgico, sospirai. Non potevo prendermela con Brent per essere finita in coppia con lui invece che con Harry, non era colpa di nessuno e nemmeno avrebbe dovuto crearmi così tanti problemi.
«E adesso?» gli chiesi.
Lui alzò le spalle «mio nonno è morto otto anni fa e mio padre non ha molto tempo, ogni tanto però mi porta a pesca» ribatté con un sorriso stanco. Raggiungemmo un bivio e la mappa ci condusse verso destra dove tra i rami di un frassino trovammo il secondo oggetto, il professor Castro doveva avere una vera e propria fissazione per gli animali di gomma, perché questa si trattava di uno scoiattolo legato al tronco.
«Come accidenti facciamo a prenderlo?» sbottai spazientita, Brent osservò l'albero.
«Salta su» disse intrecciando i palmi delle mani ed allungandoli verso di me, come una specie di scalino «lo scopo è collaborare, mi sa che il professore intendeva questo, letteralmente» spiegò, così riluttante poggiai un piede tra le mani di Brent, con un braccio mi aggrappai alle sue spalle sottili e lui m'issò tra i rami.
In quel momento mi chiesi se anche Harry e Lissa avrebbero dovuto fare lo stesso e mi venne il voltastomaco quando mi resi conto che lei stava indossando una gonna, indubbiamente negli ultimi giorni Lissa si era dimostrata diversa da quello che in realtà appariva, come Harry del resto, ma sostanzialmente né l'uno e né l'altra nel complesso avevano fatto grossi progressi. Rimanevano gli stessi di sempre, lui con le sue mille facce e lei con i suoi cento vizi, quindi non era detto che non si stessero ritrovando a collaborare un po' troppo.
Le suole delle mie Converse slittarono sulla corteccia umida e per poco non finii di sotto «Jess, sta attenta!» sbraitò Brent dal basso.
«Scusa, mi sono distratta» borbottai impiegando poi un paio di minuti buoni per slegare lo scoiattolo, tornai giù con il suo aiuto e glielo consegnai, nemmeno questa volta prestai attenzione alla frase in allegato e anche lui ne fece a meno.
«Già, l'ho notato» commentò alla fine, feci finta di non sentire e proseguii osservando le mie scarpe. Di tanto in tanto lo sentivo ridacchiare e quando proprio non ce la feci più, tornai a guardarlo e sbuffai.
«Cosa c'è di tanto divertente?» chiesi stizzita, lui scosse la testa.
«Tu» rispose indicandomi, corrugai la fronte «avresti dovuto guardare la tua faccia nel momento in cui il professore ha messo Harry e Lissa insieme» bene. Era così evidente che quell'idea non mi piacesse nemmeno un po'?
«Davvero?» mi finsi sorpresa e lui rise di nuovo, evidentemente non riuscivo ad ingannarlo e probabilmente non riuscivo ad ingannare più nemmeno me stessa, e in quel momento avrei soltanto voluto scavarmi una fossa a mani nude e sotterrarmici.
«Non mentirmi Jess, so riconoscere le bugie. Ho tre fratelli più piccoli, sono abbastanza allenato» mi comunicò, che fortuna.
Comunque il terzo ed ultimo oggetto distasse entrambi per un po', un fiore di gomma nascosto tra un centinai di altri fuori, per il quale perdemmo quasi mezz'ora a trovarlo tra le imprecazioni di entrambi.
Dopo di che Brent si prese un paio di minuti sedendosi su una panchina «è uno schifo avere il diabete, sono sempre stanco» si lamentò, io alzai le spalle sedendomi accanto a lui.
«Questa caccia al tesoro è stata davvero una pessima idea» commentai incrociando le braccia al petto.
Brent fece un sorriso «sai Jess, non è un dramma se ti piace qualcuno» mi fece notare.
«Se ti piace uno come Harry Styles lo è e come» rivelai più a me stessa che a lui, fu una vera e propria doccia fredda ammetterlo: io odiavo Harry Styles; cioè, non è che proprio l'odiassi ma non mi era mai andato a genio.
O almeno prima era così, era sempre stato così e non sarebbe dovuto cambiare! Perché sapevo che da quel momento in poi le cose non sarebbero andate più come prima. La mia mente avrebbe interpretato ogni gesto ed ogni frase che sarebbe uscita dalla sua dannata bocca attraente come qualcosa di diverso dalla realtà e io odiavo dipendere dalle parole qualcun altro.
«Se non puoi fidarti del tuo cuore, di cosa puoi fidarti?» chiese Brent passandosi una mano tra i capelli rossi.
«Puoi fidarti del fatto che, se tieni a qualcosa, va a finire male» risposi, ed era sempre stato così per me. [*attenzione: non sto plagiando John Green, lo sto semplicemente citando. È una bellissima frase e mi ha colpito molto, pensavo che ci stesse bene qui <33 tratta da: Will ti presento Will]
Brent si rialzò «Jess, io credo invece che dovresti dare una chance al tuo cuore, non tenerlo sempre in uno scrigno custodito gelosamente. E inoltre, io credo che tu piaccia ad Harry. Anzi è palese considerando come si comporta, perciò non essere pessimista» mi offrì una mano e quando l'afferrai mi catapultò su dalla panchina, ridemmo entrambi quando gli finii addosso.
«Grazie Brent» risposi desiderosa di accantonare quell'argomento, almeno per il momento.
Ci avviammo lungo il sentiero di ritorno con i lampioni cominciarono ad accendersi ad uno ad uno «figurati siamo amici adesso, quando vuoi» gli sorrisi, riflettendo su una cosa molto importante: poteva essere che il tesoro o il premio di cui stava parlando il professor Castro fosse un nuovo amico?


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