Capitolo 101

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Tornammo in hotel e andai in camera dove c'era Sofia.
-Che cosa è successo? Sei scappata senza aspettarmi e hai tutto il mascara colato.
-È successo di tutto.
Cercai lo struccante mentre Sofia studiava ogni mio singolo movimento.
-Hai pianto ma stai bene.
Le raccontai tutto e lei rimase a bocca aperta.
-Quindi tu e Antony... ?
Sorrisi e annuii.
-Ah, sono così felice!
Mi prese le mani e iniziò a saltellare per tutta la stanza.
-Smettila o ci cacciano.
Risi e mi sedetti sul letto.
-Non posso credere alla storia di Cristian e Kiara, io li uccido.
Disse lei sedendosi accanto a me.
-Già.

Bussarono alla porta e quando Sofia andò ad aprire si ritrovò Cristian davanti. Si girò verso di me chiedendomi con lo sguardo il consenso di picchiarlo.
-Che cosa vuoi?
-Solo parlare, poi me ne andrò.
Disse lui più calmo possibile cercando di convincermi. Mi alzai e appoggiai una mano sulla spalla di Sofia.
-Sta tranquilla, torno subito.

Andai di fuori e incrociai le braccia al petto aspettando che Cristian parlasse.
-Adesso ti dirò veramente come è andata.
Inarcai un sopracciglio.
-Forza allora.
-La storia di Kiara è vera, io all'inizio non ti conoscevo, lei mi ha aiutato in passato e mi fidavo. Poi quando ti ho conosciuta è cambiato tutto, all'inizio sì, recitavo, ma poi mi sono innamorato di te.
-Ah davvero? Potevi pensarci prima!
Alzai il tono di voce senza rendermene conto.
-Non sei stata per niente una preda facile e questa è stata la prima cosa che mi ha colpito di te.
Distolsi lo sguardo aspettando che continuasse il discorso.
-Quando sono riuscito a farti lasciare con Antony, Kiara mi ha detto che dovevo portarti al parcheggio e dare la colpa a te per l'incendio delle auto, ma non c'è l'ho fatta. Infatti ti ho portata al murales e il resto l'ho lasciato agli altri. La sera dopo ho chiamato Kiara e le ho detto che non volevo più partecipare, ma non ha funzionato.
-Non ci posso credere.
-Greta, davvero io non posso perderti, tu mi hai insegnato cos'è l'amore. Da quando ti conosco non faccio altro che pensarti e quando abbiamo cantato insieme ho provato un'emozione mai provata!
-Devi capire una cosa: sei uno stronzo, non voglio più avere a che fare con te, e poi sono tornata insieme ad Antony e sono felice così.
-Smettila Greta, se non avessi scoperto questa cosa tu staresti ancora con me, Antony è solo un rimpiazzo, tu ami me!
Mi accigliai.
-Io non ho mai detto di amarti, Cris, hai fatto tutto da solo, pensaci.
Cristian allargò la bocca come se stesse pensando a tutti i momenti passati insieme.
-Io e Antony ci amiamo e questa tua storia ci ha aiutati di più a capirlo, mi dispiace ma è così.
Cristian si inumidì le labbra con gli occhi lucidi, non lo avevo mai visto così.
-Addio allora.
Abbassò la testa e se ne andò distrutto.
Sofia uscì dalla stanza.
-Brava tesoro, gli hai spezzato il cuoricino!
La guardai.
-Hai origliato per caso?
-No, ti pare?
Entrai in camera.
-Stai bene?
Chiese Sofia con tono preoccupato.
-Ho solo bisogno di Antony.

ANTONY POVS

Aspettai Greta davanti all'ascensore per andare a cena, ma scese per primo Cristian. Ci fissammo e mi squadrò da capo a piedi.
-Con che coraggio torni qui?
-Sarà meglio per te che non mi rompi il cazzo.
-Te lo rompo eccome, hai fatto soffrire Greta.
-Non vi darò più fastidio, la tua ragazza mi ha detto chiaro e tondo come stanno le cose, quindi me ne vado.
-Meglio per la tua faccia.
-O meglio per la tua.
-Mi stai sfidando?
Cristian distolse lo sguardo ridendo.
-Non ti conviene.
Continuai a guardarlo in cagnesco mentre mi girava in torno. Prima che potesse tirarmi un pugno o viceversa, l'ascensore si aprì e uscirono Greta e Sofia.
-Che succede?
Chiese Greta preoccupata.
-Niente, andiamo via.
Le presi la mano e andammo a cenare.

Dopo uscimmo di fuori e ci sedemmo sulle comode poltrone insieme a Muriel, Matteo, Lorenzo e Sofia. Quest'ultimi erano un po' a disagio visto che eravamo tutti fidanzati tranne loro.
Misi un braccio in torno alle spalle di Greta che intanto parlava con le ragazze. Avvicinai la mia testa alla sua e le morsi il lobo dell'orecchio. Lei alzò la spalla infastidita e si girò verso di me sorridendo.
-Smettila.
Sorrisi.
-Perché?
-Mi dai fastidio.
-Ragazzi!
Ci girammo e tutti ci stavano guardando.
-Sì?
Chiese Greta imbarazzata.
-Ho chiesto se vi va di giocare a obbligo o verità.
Ripeté Sofia ormai stufa.
-Ah sì, ok.

Così giocammo tutta la sera tra domande imbarazzanti e obblighi assurdi. Ogni tanto io e Greta ci guardavamo e sorridevamo, mi era mancata davvero tanto.
Mi mancavano serate così con lei accanto, vederla ridere per qualsiasi cosa stupida mi scaldava il cuore. Capitò che Greta doveva scegliere l'obbligo per Lorenzo.
-Ehm ok, bacia la ragazza più bella nella stanza.
-Sta attento a quello che fai, Paggi.
Lo ammonii scherzando.
Ma prima che potessi battere ciglio le sue labbra si ritrovano su quelle di Sofia. Greta si girò verso di me allargando la bocca e trattenendo una risata.
-Wow!
Esclamò Matteo. Lorenzo si staccò da Sofia.
-Era l'unica single.
Si giustificò lui. Greta guardò Sofia con sguardo malizioso e lei le tirò un pugno sul ginocchio.
-Vado un'attimo al bagno.
Annunciai prima di alzarmi.

Quando uscii di nuovo di fuori andai in giardino, avevo bisogno un'attimo per pensare. Lo avevo già fatto abbastanza ma adesso Greta era tornata con me. Anche se i pensieri di Cristian forse mi tormentavano ancora, io l'amavo ma la cosa brutta era se io mi fidassi ancora di lei.
-Ehi.
La sua voce mi distrasse dai miei pensieri. Mi girai verso Greta.
-Che succede? Ti stavamo aspettando.
Camminò verso di me con le mani dietro la schiena mentre sopra la testa aveva il cappuccio della felpa nera.
-Non mi va più di giocare.
Cercai di sorridere.
-Hai visto che carini Jar e Sofia?
Annuii.
-Già.
-Antony, che cos'hai?
Mi accarezzò la schiena con una mano.
-Stavo pensando a te e Cristian.
-E?
-Non lo so.
-Che c'è? Pensi anche tu, come lui, che se non avessi scoperto quella cosa non ci saremo messi di nuovo insieme?
-No Greta, non lo so sinceramente.
-Antony, è normale che tu abbia perso la mia fiducia, forse non sarà più come prima, forse dovremo aspettare per tornare a vivere insieme, ma ti giuro che non ti mentirò più.
La guardai dritta negli occhi.
-Non ti prometto che non farò cazzate, ma ti prometto che se le faccio te le dirò e le risolveremo insieme, ok?
Sorrisi.
-Ok.
Mi prese le mani e sorrise.
-Posso dirti una cosa?
Chiesi.
-Vai.
-Con questo cappuccio nero sembri una barbona.
Iniziai a ridere ma lei rimase impassibile.
-Adesso ti uccido.
Mi allontanai da lei.
-Che cosa fai tu?
-Ti bacio.
Disse avvicinandosi a me.
-Non era: ti uccido?
Greta chinò la testa e sorrise.
-Nah, avrai capito male.
-Quanto sei stupida?
Mi avvicinai a lei e le sfiorai le labbra chiudendo gli occhi.
-Mai quanto te.
Mi baciò.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora