NELLA RETE

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CAPITOLO 2

Sette ragazzi e sei ragazze. Sono tredici in tutto le persone che hanno deciso di partire alla volta di Maramh per intraprendere l'avventura prima dell'esame finale.

L'appuntamento è per le sette di mattina all'aeroporto ma già da verso le sei, l'intera struttura era affollatissima, tra atterraggi e decolli, gente che andava in vacanza o a lavoro e macchine che scaricavano bagagli, la struttura di Charleston era movimentata a livelli estremi e migliaia di persone erano pronte a partire.
Tra la folla spicca un uomo vestito con pantaloni cargo neri, una maglietta bianca con sopra una camicia blu a tinta unita con le maniche ripiegate fino al gomito e un orologio dal cinturino nero sul braccio sinistro che guardava in continuazione con impazienza.
Si tratta di Steve che, essendo un maniaco della puntualità, arriva sempre in anticipo rispetto all'ora stabilita facendogli certe volte aspettare anche a lungo.

Passati una decina di minuti, il soldato si sente chiamare da una voce femminile. Volgendo lo sguardo verso la voce, Steve si rende conto che si tratta di Emily. La ragazza si fa notare alzando una mano con la quale regge anche una mappa dell'isola di destinazione e ha accanto a lei una ragazza e un ragazzo di nome Britney e Jason, due Marines.
La ragazza ha dei capelli biondi e leggermente mossi con dei begli occhi verdi e altrettanto carina fisicamente, mentre il ragazzo era moro con i capelli a spazzola e rasato ai lati, occhi marroni e abbastanza basso tanto da arrivare alla bocca di Steve che stava sul metro e ottantacinque.
I quattro si riuniscono e si presentano ma dopo qualche minuto arrivano anche Brandon e Mark con tutti gli altri aspiranti SEAL: Carl, Maggie, Alex e una ragazza italiana di nome Giulia.
All'appello mancavano solo tre Marines, due delle quali, entrambe ragazze, arrivano subito dopo. Sembravavano due opposti. La prima ragazza di nome Elly era bionda con i capelli lisci, occhi azzurri, magra e molto chiara di carnagione. La seconda di nome Anne era invece mora, riccia, abbronzatissima e un po più robusta, in termini muscolari, di Elly.
Mentre il gruppo comincia a legare, Brandon informa "Il nostro pilota, Max, non può più venire con noi, ha detto che ci accompagna e basta" "Ci dispiace" risponde Carl, il ragazzo castano con i capelli mossi e leggermente lunghi, occhi maroni e il meno muscoloso di tutti. Subito dopo Emily aggiunge "Comunque bravo eh, mica ce lo hai mai fatto conoscere il tuo amico pilota" "Non vorrei deluderti ma non è il pilota più affascinante del mondo" risponde sorridendo e continua Alex con tono ironico "Ma ti pare che Emily è interessata a queste cose?". Alex viene da fuori Boston ed è il più inventivo del gruppo. È praticamente rasato a zero con una barba nera e pronunciata, così come sono neri anche gli occhi tanto che non si riesce a distinguere l'iride dalla pupilla.

Mentre il gruppo scherza, arriva con svariati minuti di ritardo anche Danny, l'ultimo Marines assente all'appello che dice "Scusate ragazzi ma sono rimasto bloccato nel traffico". A rispondergli è Steve, il maniaco della puntualità "Già... o forse dovevi farti bene quella specie di capello?" "Tu devi essere il comico della situazione, ti senti simpatico per caso?" Replica Danny che riceve come risposta un netto "Sì!" "Bhe non lo sei" aggiunge il Marines.
Prima che Steve possa ribattere Giulia lì interrompe "Okay bambini, basta così. Dobbiamo arrivare all'aereo". Giulia è la più pacifica, a quanto sembra, del gruppo. È castana con capelli lisci che gli arrivano fino alle spalle, gli occhi marroni e un piccolo neo tra il naso e la bocca concludono il suo volto per poi passare al bel fisico, magari un po' troppo magro.
Mentre si dirigono all'aereo Steve dice a Carl "E quello sarebbe amico tuo?" e rispondendogli afferma "Andrete sicuramente d'accordo".
La battuta del SEAL sulla pettinatura di Danny era dovuta al fatto che lui aveva dei capelli biondi molto curati, pettinati all'indietro insieme a degli occhi azzurri e una barba leggera. Era anche lui abbastanza muscoloso e un po' più basso di Steve.

Arrivati all'aereo il pilota di nome Max si presenta al gruppo in modo solare "Salve a tutti ragazzi, io sono il pilota, mi chiamo Max. Brandon vi avrà già parlato di me e spero bene. Mi piace volare, soprattutto in posti avventurosi, per questo ho deciso di accompagnarvi. Ci sono domande?" Steve prende subito la palla al balzo una volta visto il lussuoso aereo privato chiedendo "Posso sapere come ha fatto a comprarsi l'aereo e a mantenerlo così bene?" "Ma certo" risponde l'uomo "Mio padre gestisce una ditta che fabbrica aerei, ha voluto regalarmene uno quando ho preso la licenza di volo". Dopo la risposta, Danny si intromette nel discorso dicendo "Non è di suo gradimento altezza?" "Ehi, nessuno ti ha chiesto niente" risponde con tono minaccioso il rivale che ribatte prontamente dicendo "Senti, non sono venuto qui per stare a discutere tutto il tempo con te, va bene?" "Va bene" replica il Marines.
Nonostante Steve ha ancora dei dubbi, il gruppo sale sull'aereo alla volta dell'isola di Maramh e dopo nove ore di volo arriva a destinazione senza problemi.

Una volta atterrati, tutti i ragazzi scendono dall'aereo e si guardano intorno spaesati trovandosi di fronte un aeroporto non troppo tenuto bene. L'erba ha spaccato certi pezzi di cemento e aveva coperto di poco alcune piste, i terminal sono sporchi e in alcune parti arrugginite e la gente che è lì, non oltre le cinquanta persone, sono quasi tutto personale o militari, probabilmente anche loro lì per l'avventura.
La prima a parlare, dopo un minuto abbondante di silenzio, è Anne che dice "Sapevo che era un posto del terzo mondo ma non pensavo di trovare un aeroporto ridotto così male". A rispondergli interviene Brandon "Sapevamo di trovare un posto del genere, gli standard di sicurezza ci sono e non potevamo pensare di trovare un aeroporto migliore di questo".
La struttura non è brutta come si può pensare ma vedere un aeroporto non in ottime condizioni può stupire anche dei corpi speciali.
Il gruppo decide di dirigersi verso la città dopo aver chiesto informazioni ma non trovandola decide di tornare indietro all'aeroporto. Una volta giunti a destinazione però, tutti sono spariti e la struttura risulta completamente deserta. Si chiedono come sia possibile che neanche l'aereo con cui erano arrivati loro era presente e la stazione per le comunicazioni che pensavano di trovare non c'era. Naturalmente non avevano mezzi per comunicare come cellulari o radio, considerando che non ricevono segnale in mezzo all'oceano. Dopo aver passato del tempo terrorizzati a cercare di capire, decidono di accamparsi con le loro tende e l'attrezzatura portatasi, lungo la pista, in modo da attirare l'attenzione del prossimo aereo di passaggio.

Cala la notte e l'asfalto è piena di sangue. Steve, con indosso una divisa militare, trascina un suo commilitone dietro un muretto mentre spara all'impazzata con un M4A1. Il paesaggio circostante è confuso e non si capisce bene dove siano. Le uniche cose che si sentono sono delle urla e dei colpi di pistola.
Steve si sveglia di colpo e capisce che le urla e gli spari non venivano dal suo incubo ma da fuori il suo rifugio. È già l'alba e il Navy SEAL vede l'ombra sulla tenda di un uomo armato e decide di uscire velocemente per aiutare ma rimane stordito dalla luce del mattino che gli limita la visibilità tanto che viene immediatamente colpito dal calcio di un fucile e perde i sensi.

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