Capitolo 2

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Andò avanti così per due mesi. La mia vita era monotona, ma non chiedevo altro. Le 'migliori amiche',come si chiamavano a scuola, erano tutte false,magari per soldi. Qualcuna ha anche cercato di attaccare con me,ma per esperienza, so che queste sono solo 'leccaculo' proprio come mi hanno chiamata.

«Kat svegl» disse mio padre sorpreso di trovarmi già in piedi e pronta.

«È un sogno o cosa?» chiese sbigottito

«Davvero simpatico papà. Ma non voglio andare a scuola... sto male»

«Vero?» chiese dubbioso

«Si! Lo giuro!» risposi a mia volta.

Guardó il mio calendario e disse

«Bhe in effetti sei un pó pallida. Resti qui, ma aiuti Albert ok?»

«Ok».

In quel calendario oltre che a mie foto come sfondo,c'erano i giorni in cui avevo il ciclo,ma non mi vergognavo di mio padre. Solo di una cosa mi vergognavo, del mio corpo messo a nudo.

Mi sdraiai sul letto quando Albert mi richiamò.

«Signorina Kat,cosa vuole che cucini?» chiese gentilmente.

«Non ho fame,grazie comunque»

«Ma signorina» disse poi entrando con la sua tuta da giardiniere addosso  «Non può continuare a non mangiare, è da ieri a pranzo che non lo fa!» continuò rimproverandomi in modo sempre formale.

«Stia tranquillo signor Albert» dissi spontaneamente.

Mi guardò con aria confusa e solo dopo mi resi conto di come lo avevo chiamato.

Scoppiammo a ridere contemporaneamente e dopo ciò mi disse

«Come mi ha chiamata?»

«È colpa sua che mi da sempre del lei!» dissi questa volta di proposito.

«Io sono costretto signorina»

«Ah si? E da chi?»dissi questa volta facendomi seria.

«Vede signorina» si sedette sul letto «Circa trent'anni fa,frequentai un corso per diventare maggiordomo di case ricche,senza offesa, e questa associazione non mi permette di darle del tu»

«Mio padre lo sa?»

«No, non glielo dica la prego»

«Certo!» dissi abbracciandolo.

«Perciò cosa vuole che cucini?»

«Davvero,niente»

«Daccordo, se vuole che cucini qualcosa, me lo dica pure»

«Ok. Se dovessi avere bisogno di lei,la informerò» dissi atteggiandomi per finta

**********
«Kat oggi ci vai a scuola e senza fare storie» mi disse duro mio padre svegliandomi.

Come si dice? Ah si! Se il buongiorno si vede dal mattino....

«Ok» dissi preparandomi.

Mio padre mi accompagnò a scuola e quando se ne andò, proprio prima che io entrassi dal portone, una voce disse

«Uh guardate, la figlia di papà si fa ancora accompagnare a scuola dal suo paparino» e tutti si misero a ridere. Andavo praticamente a fuoco,ma non lo diedi a vedere e mi girai calma quanto uno in coma.

«Scusami,ma chi sei?» chiesi gentile e con un falso sorriso. Sapevo che ciò che volevano era il mio sclero, e sapevo anche che rimanendo calma li avrei sfottuti tutti.

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