30. Abbandono

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"Non posso fidarmi di te" disse Lucien.

"Sei venuto per uccidermi, sono io che non posso fidarmi di te" Si era messa a passeggiare, lungo le stanze buie e fredde della sua Dimora. Era arrivato dove voleva essere ed era più confuso che mai. All'inizio del loro folle viaggio in quel mondo da incubo, aveva pianificato di ucciderla con i caleidoscopi al magnesio, e ora non sapeva nemmeno perché era venuto a ucciderla. Visse quei momenti come la fase più confusa e assurda di un sogno. Quel posto era assolutamente deserto, di tanto in tanto, in qualche stanza più appartata, vide delle scalinate perdersi in bui antri sotterranei. Gli vennero i brividi a pensare a cosa tenesse nascosto la sotto. Il soffitto era alto e buio, le entrate e le uscite erano grossi fori squadrati, non c'era un senso, un ordine. Sembrava tutto costruito alla cieca.

"Prima di fare qualsiasi cosa per te, voglio delle risposte"

"Tu vuoi delle risposte? Non mi sembri nella posizione di poter avanzare richieste"

"Mi hai fatto rapire da quel Vampiro, mi ha tenuto prigioniero e torturato. Quindi si, mi devi delle risposte"

"Oh, parli di Vyctor. Hai ragione, sono stata scortese, ti chiedo scusa. Tuttavia, non potevo farmi sfuggire l'occasione di sapere perché dei semplici umani hanno questa stupefacente capacità di condizionare il comportamento delle Bestie" Lucien era perplesso.

"Condizionare le Bestie? Mio padre è stato ucciso da un Orso Intelligente, un animale del mio mondo che quel Vyctor cercava di trasformare in una Bestia. Io non ho quel potere"

"Quello che è successo con Andreas è stato un incidente. Non che abbia molta importanza, ma tu davvero credi che i tuoi incontri con le Bestie siano finiti bene... Per merito delle tua capacità di guerriero o di inventore. O, semplicemente, per pura fortuna?" Lucien si fermò.

Ripensò alla tigre, e al fatto che l'aveva aiutato per reciproco beneficio.

Ripensò alla Viverna, che avrebbe potuto ucciderlo in qualsiasi momento, che probabilmente avrebbe potuto uccidere anche Valerie. Quando i suoi pensieri vagarono sulla sorella, ricordò il racconto di come lei aveva visto morire l'Orso. Non l'aveva attaccata, l'aveva risparmiata, come aveva fatto col nonno quando, per sbaglio, aveva ucciso Andreas.

"Quel branco di Lupi Mannari ha attaccato tutti tranne te e tua sorella. Curioso, non trovi? Sei umani e solo due ne sono usciti quasi completamente illesi. E l'Arena? Avete ucciso un Behemoth e delle bestie d'Ombra. Sei un uomo intelligente, Lucien, pensaci. E' plausibile che tu e tua sorella siate sopravvissuti così a lungo, dove guerrieri più validi di Valerie e individui più intelligenti te hanno fallito?"

Lucien si poggiò sulla balaustra della terrazza che dava a Sud, sul Grande Mare.

Aveva senso, per quanto assurdo sembrasse, quelle Bestie divoravano Aladel e Cacciatori da secoli e lui non sarebbe dovuto sopravvivere così tanto. Poteva essere solo pura e semplice fortuna, o c'era davvero altro di così misterioso?

"Non puoi esserne sicura"

"Vieni – disse Lei – Ti faccio vedere una cosa"

Scesero all'esterno della tenuta, sulla spiaggia nera. Camminarono fino alle sponde del Grande Mare osservando la pigra risacca.

"Vyctor era uno dei tanti che abitano quella Fortezza diroccata. Io l'ho istruito, l'ho plasmato per diventare Re di quella gente e quando ho avuto la sua totale e completa fiducia, l'ho tradito" Lucien, rapito dall'inquietante immutabilità del Mare Nero che aveva di fronte agli occhi, a malapena riusciva a seguire il discorso della Dama Sorridente.

"Vi ho tenuto d'occhio, sia tu che tua sorella, per tutto il tempo da quando avete attraversato il Portale. Sei un individuo molto intelligente, Lucien, ti sarai sicuramente accorto della più sconcertante delle verità" Lucien si volse a guardarla. Si, se n'era accorto.

"Questo Mondo non è più malvagio dell'altro. Inganni e tradimenti sono all'ordine del giorno sia qui che lì, muovono le coscienze e le azioni dei suoi abitanti. Con la differenza che qui non si fa di tutto per mascherarli con una facciata di buonismo" Lei sorrise. Quando Lucien vide quel sorriso, un sorriso pulito e pieno di compassione e comprensione, capì l'origine del suo soprannome.

"le azioni del singolo sono sempre mosse dalla ricerca di un tornaconto personale, per quanto quest'ultimo possa essere considerato malvagio o no" disse infine Lei. Le acque nere s'incresparono leggermente, creando una lenta risacca. L'imponente figura del Minotauro comparve alle loro spalle, gli occhi puntati sull'acqua. Dal Mare Nero cominciò ad emergere una creatura deforme la quale, passo dopo passo, mentre si dirigeva verso la spiaggia, perdeva colate di fango.

Giunto sulla spiaggia, ansimante e col corpo devastato dalle ferite, cadde in ginocchio, boccheggiante, annaspava alla ricerca di un po' di ossigeno.

Aveva la pelle cinerea, solcata da centinaia di ferite e piaghe che andavano rimarginandosi velocemente. Una vistosa tumefazione viola lungo il collo faticava a riassorbirsi completamente. Arti scheletrici, unghie delle mani e dei piedi lunghe e appuntite, marce e sbeccate in diversi punti.

Un Vampiro. Ma c'era altro.

Quando il Minotauro lo aiutò ad alzarsi per dirigersi verso la dimora della Dama Sorridente, Lucien lo riconobbe.

"Nonno..."

Era Lucas, morto ormai da diverso tempo e solo ora riemerso in quel Mondo oltre la vita, da quelle inquietanti acque nere, come un Non Morto. Sconvolto da quella vista Lucien non si accorse di quanto Lei si fosse avvicinata.

"A tua sorella toccherà un destino peggiore, lo sai. Io posso impedire che succeda" Lucien faceva fatica a ragionare lucidamente. Quante altre cose dovevano succedere? Si maledisse per aver intrapreso quel viaggio, per tutto il dolore che a causa sua aveva fatto soffrire a tutte le persone che amava.

"Anche mio padre è qui?" Lei sorrideva.

"Altrimenti non vi avrebbe aiutato a scappare dalla fortezza" Il Vampiro che lo aveva torturato, che lo aveva rinchiuso in quella caverna. Suo padre. Lucien sentì cedere il terreno sotto ai piedi. Si sentì sconfitto, in tutto e per tutto. Lei aveva vinto, aveva annullato ogni sua sicurezza, lo aveva spezzato ed ora sentiva che assecondare il suo volere era l'unico modo per farla finita con quell'incubo.

"Quelli che avevo mandato prima di lui avevano fallito, come con l'Orso, per esempio. Tua padre invece, riusciva a farsi ascoltare dalle Bestie meglio di chiunque altro" concluse la Dama Sorridente. Non aveva più dubbi su ciò che gli rimaneva da fare.

"Qualunque cosa deciderai di fare d'ora in poi, ormai dovrebbe esserti chiara una cosa. Tu non tornerai mai più nel tuo Mondo. Devi solo decidere come entrare a far parte di questo"

"Farò qualsiasi cosa mi chiederai" disse infineLucien.

Le Cronache Delle Sei Armate - Vol.1:Sangue ConnorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora