Capitolo 107

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-Devo farti delle domande, Greta tu intanto vai a chiamare i suoi genitori.
Mi ordinò il dottore. Annuii e continuai a guardare Antony incredula fino a quando non uscii dalla stanza.
Andai a chiamare la sua famiglia e ritornammo nella stanza. Lo assalirono di domande e il dottore li ammonì dicendo che non faceva per niente bene.
-Signora, deve venire con me così le trascrivo i medicinali.
Disse il dottore alla madre di Antony. Lei annuì e uscirono.

Quando si chiusero la porta alle spalle mi girai verso Antony sorridendo.
-Finalmente soli.
Disse lui abbozzando un sorriso, era ancora scosso da tutto il casino che era successo.
-Già.
Ricambiai il sorriso e mi sedetti in quella sedia, che mi aveva fatto compagnia per tutta questa settimana di inferno.
-Se non ti fossi svegliato io...
Antony scosse la testa e mi prese la mano.
-È tutto ok adesso, non pensiamoci, l'unico problema sono quelle.
E indicò con la testa le sue gambe.
-L'importante è che sono salve, anche se probabilmente uscirai da qui con la sedia a rotelle.
Antony storse la bocca.
-Togli il probabilmente.
Gli strinsi la mano.
-Che spavento che mi hai fatto prendere, ancora non mi sono ripresa.
-Mi dispiace.
-Non fa niente, sono così contenta che tu sia qui adesso.
-Non me ne andrò mai, te l'ho promesso.
Mi avvicinai a lui e finalmente ritrovai le sue labbra. Erano fredde e screpolate, per non essere state usate per una settimana, ma non mi importava.

Il pomeriggio vennero a trovarci: Carlo, Lorenzo e Matteo.
-Sono contento che stai meglio.
Mi disse Matteo mentre gli altri due parlavano con Antony.
-Grazie di essermi stato vicino, sei il migliore dei migliori amici!
Matteo rise.
-Questa non l'avevo mai sentita.
Una ragazza entrò di corsa in stanza. Aveva dei lunghi capelli castano chiaro, sul caramello, e degli occhi marroni, era vestita un po' troppo scollata per essere in ospedale, ma dettagli. Non la riconobbi fino a quando Antony non disse il suo nome.
-Leila!
Tutti e tre i ragazzi si girarono a guardarla e spalancarono la bocca. Matteo emise un lamento soffocato.
-Oh, che Dio la benedica.
Mormorò. Gli diedi una gomitata.
-Andate un po' di là voi tre.
-Calmati...
Provò a dire Matteo.
-Andate!
-Come vuoi.
Fece cenno ai ragazzi e uscirono.
-Antony l'ho saputo solo ora, va tutto bene?
Chiese Leila avvicinandosi al suo letto preoccupata, come se io fossi invisibile. Antony le sorrise.
-Sì va tutto bene, grazie per essere passata.
Mi avvicinai a loro.
-Ciao, piacere sono Greta, la ragazza di Antony.
Dissi porgendole la mano. Leila mi guardò e me la strinse sorridendo.
-Piacere... Giulia?
-No, Greta.
-Ops, scusa.
Le strinsi la mano più forte.
-Stai stringendo un po' troppo forte.
Disse lasciandomi la mano e cercando di sorridere.
-Ops, scusa.
Antony spostò lo sguardo da me a lei trattenendo una risata. Leila si rimise la borsa in spalla.
-Allora stammi bene.
Disse rivolgendosi ad Antony, non mi guardò negli occhi e mi salutò uscendo.
Antony si lasciò sfuggire una risata.
-Che c'è?
Chiesi addolcendo lo sguardo.
-Fai paura quando sei gelosa.
Mi morsi il labbro e mi avvicinai a lui.
-Come scusa?
Lui sorrise.
-Niente.
Lo baciai.

Passarono due giorni e ritornai all'università,fortunatamente non avevo perso molti giorni. Avevo chi mi dava gli appunti persi.

ANTONY POVS

-Ce la fai?
Chiese il dottore mentre cercavo di sedermi nella mia nuova sedia a rotelle. Mi sforzai tantissimo.
-Sì, sì, ce la faccio.
-Antony, sei sicuro?
Scossi la testa sdraiandomi di nuovo sul letto.
-No.
Sbuffai.
-Sta tranquillo, è normale.
Mi aiutarono e finalmente mi sedetti.

Era una vita che ti stavo aspettando//Greta Menchi e Antony Di FrancescoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora