Nightmare

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Camminavo per strada, mentre mi guardavo attoro. A destra.
No, non ci sono
A sinistra.
No, non sono neppure lì.
'Forse oggi mi è andata bene e hanno fatto filone?'
Pensai.
Poi la mia speranza evaporò quando li vidi. Poggiati al muro vicino al cancello blu. Con le loro scarpe costose, i cappellini al contrario e gli abiti sempre nuovi ogni settimana.
Abbassai la testa, avanzai il passo sperando che almeno quel giorno me l'avrebbero fatta bene e mi avrebbero ignorato. Completamente.

«Ehy Dayane! Quanti ne hai presi ieri?»

'Oh no... ora ricominciano con quell'argomento...'
Pensai. Ignorai le parole, ma non potei ignorare le risate.
Crack.

«Perché non ti sei tagliata le vene, direttamente? Avresti fatto prima!»

'Okay, basta solo non pensarci.'
Cercai di autoconvincermi. Poi sentii un 'Ben detto amico!' e un 'Fantastico bro'!'
Altro crack.

«Fa freddo, perché non ti metti qualcosa al collo? Tipo una corda...?»

'Fa' finta di nulla. Ignorali. È facile!'
No, non era facile. Non era facile sopportare ed ignorare quelle parole ogni giorno. Poi tante risate. Ennesimo crack.

Entrai nel cortile più interno della scuola. Sperai di trovare qualcuno che conoscevo, così avrei potuto fare qualcosa che avesse impedito loro di prendermi in giro.
Nessuno. Eppure mancavano solo dieci minuti al suono della campanella...

«Ehy ehy Dayane!! Sei sempre più affascinante, sei tu la più bella!»

Urlò un ragazzo basso e grasso, ovvero il mio compagno di banco. Già. Il mio compagno di banco, che in classe era tanto gentile con me, fuori scuola mi prendeva in giro.

«Sai che sei proprio perfetta...?
Si, perfettamente rotonda!»

Tutti iniziarono a ridere. Mi prendevano in giro per ogni mio difetto e, credetemi, ne avevo molti. Ero grassa, ero brutta, avevo i brufoli, portavo gli occhiali e vestivo con roba di mercatino.
Presi la tracolla e mi alzai, salendo le scale dell'entrata secondaria.
Aspettai lì, sapendo che la mia amica sarebbe passata da quel cancelletto.
Non arrivò.
Chiusi gli occhi. Amai fino all'ultima lacrima che scendeva sulle mie guance paffute e con dei puntini rossi. Quando li riaprii mi vidi accovacciata a piangere da sola in un posto tutto nero. Dove l'unico rumore era il mio singhiozzare, che cercavo di nascondere nel modo migliore possibile.
Tutti vedevano, tutti ascoltavano, tutti ridevano ma nessuno li fermava, nessuno mi difendeva, nessuno mi abbracciava...
Poi le loro voci, le loro fottute voci che per notti e notti mi avevano perseguitato. Le loro risate che in giorni e giorni mi avevano dedicato con cattiveria.
Mi avevano sempre presa in giro, ma mai come in quel periodo. Si era sparsa in tutta la scuola una voce, una voce annunciante che io ero autolesionista. Era vero. Ma il punto era che nessuno lo doveva sapere. Ero andata in contro a diversi problemi personali, e avevo deciso di smettere.
Non so come, qualcuno aveva scoperto che io mi tagliavo.
Forse mi avevano visto, mi avevano vista nel bagno scolastico mentre mi tagliavo sulla spalla. Doveva essere per questo. Altrimenti non c'era altra risposta.
Tutti avevano iniziato a dire che sarebbe stato meglio se mi fossi tagliata più in profondità, fino a toccare le vene. Questo, perché nessuno mi voleva.

Aprii gli occhi. Girai la testa e controllai l'ora. Neppure lei sei del mattino. Ma ero già sveglia. Mi strofinai le mani sul volto e mi accorsi che la mia pelle era bagnata.
Avevo pianto nel sonno, di nuovo. Era stato lo stesso incubo, lo stesso incubo che mi aveva svegliato quella mattina a Londra. Ricordate?
Era un incubo orribile, che mi faceva comprendere che io ero sola...

Il freddo del vento di Los Angeles riuscì a tranquillizzarmi. Ero uscita fuori al balcone, con il pleid di lana sulle spalle. Ossevai il mare, a me non piaceva l'estate, il blu di quella distesta d'acqua mi rilassò. Pensai al giorno precedente, pensai al fatto che avevo conosciuto Kendall Schmidt e sapevo che lo avrei rivisto ogni giorno. Pensai a quanto era stato dolce con me quando mi ero ferita. Mi sorse un sorriso spontaneo sulle labbra.

-Ciao, scusa se ti disturbo a quest'ora... ma non mi sento bene...

Riflettei a lungo prima di inviare quel messaggio. Quando poi, convinta, pigiai tasto di invio, me ne pentii. Chiusi gli occhi e mi maledissi mentalmente, sperando che avesse il cellulare spento.

~Ehy. Tranquilla, dimmi tutto :)

Arrivò la risposta. Sospirai. Ormai era fatta, quindi tanto valeva iniziare a parlare.

-Io... ho avuto un incubo e mi spiace averti svegliato, non volevo...

Digiatai rapidamente e poi inviai. Avevo sbagliato, non potevo parlargli del mio passato... ancora non mi sentivo pronta...

~Nah, tranquilla. Sono stato io a dirti che potevi contattarmi, se avevi bisogno.

Sorrisi davanti allo schermo del cellulare.
'Ma questo ragazzo esiste sul serio?! Ha un cuore infinito!'
Pensai, mentre mi rendevo conto che non a caso era il mio idolo.

-Grazie di cuore Kendall... mi sento triste...

Scrissi. Oh cavolo, sembravo una bambina cui era stata rotta la bambola preferita.

~Ma di nulla! Ti va' di parlarne? :)

Rispose quasi subito. Mi sorse un dubbio. E se forse lo stava facendo solo per mostrarsi gentile? E se non gli importava davvero nulla di me?
'No Dayane, lui ci tiene. Hai visto come si è comportato quando ti sei fatta male!'
Cercai di autoconvincermi. Giusto!

-Ho sognato un uomo, con una maschera, e una pistola. Poi ha sparato un colpo. Improvvisamente attorno a me c'erano delle anime dalla faccia triste che si lamentavano. Ho avuto paura, e la cosa più brutta è stata che quell'uomo poi si è tolto la maschera e... mi sono trovata davanti i tuoi bellissimi occhi verdi...

Scrissi la prima cazzata che mi venne in mente. Quando mi resi conto di aver scritto: "i tuoi bellissimi occhi verdi" divenni completamente rossa. Ma purtroppo era troppo tardi per rimediare a quel 'fatale' sbaglio.

~Hahaha grazie per il complimento! Comunque, quando ero piccolo, mi hanno detto che i sogni vanno interpretati all'inverso...

Mi rispose.
'Ti supplico terra inghiottimi!'
Pensai quando vidi la risposta.

-Quindi, significa che se io sogno di avere un gatto ciò non succederà mai?

Chiesi. Controllai tipo mille volte, per evitare di aver scritto un qualcosa di sbagliato.

~Esatto :)

La risposta arrivò praticamente subito. Sorrisi, e mi resi conto che stavo disturbando tantissimo a quell'ora.

-Anche perché io odio i gatti!

Scrissi quasi senza pensarci. Non avevo mai adorato particolarmente i gatti, ma se erano cuccioli allora erano me ne innamoravo.
La risposta non arrivava, per cui pensai che si fosse addormentato. Mi crollò addosso un enorme senso di colpa e dispiacere, sapendo che lo avevo svegliato ancor prima che il sole sorgesse.

~Hahahaha visto?

Non so perché, ma non fui affatto sollevata quando mi arrivò il suo messaggio.
L'avevo disgurbato, svegliandolo prima dell'alba, eppure non mi aveva rimandato a letto cercando di farmi dimenticare il mio incubo per mettere in primo piano il suo riposo.
Altre farfalle. Tante farfalle che volavano nel mio intestino.
Non alleggerivano affatto l'enorme macigno che si era pesantemente poggiato sul mio stomaco e al centro del petto, sul cuore.
Poi, dentro di me si fece strada una nuova ed immensa paura.
'E se un giorno scoprisse com'ero in passato...?'

~☆~
Ciao miei cari wattpaddati, mi scuso per questo mostruoso ritardo...
Ma avanti, AMATEMI perché il capitolo dura ben 1189 parole!!

You'Re Not Invisible To Me  ||Kendall Schmidt||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora