Sogni.

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* È un mondo distorto.
Vedo delle anime che pian piano si trasformano in sfere di luce per poi scomparire.
Il cielo è di un colore rossastro, le nuvole sembrano di tessuto.
Ma il luogo..Dio io lo ricordo..
Le lacrime rigano improvvisamente il mio viso.

Qui sono morti i miei genitori.

Passa una macchina, la loro macchina.
Li vedo sono loro. Cerco affannosamente di fermarli, correndogli dietro come una cretina ma loro sembrano ignorarmi , quando ad un certo punto una creatura con delle ali nere e degli occhi neri come la pece esce dalla loro macchina.

Cosa cazzo era?

Vedo la creatura smembrare i loro corpi, strappare i loro organi per poi mangiarsi il cuore di mia madre.

La macchina inizia a sbandare e fare tanti giri su sé stessa, per poi schiantarsi contro un camion.

Mi avvicino lentamente, è tutto così spavent...*

《ALEE! ALEEEEXIIIIIIIIIIIIIS, DEVI ANDARE A SCUOLA, TI STO CHIAMANDO DA TRE ORE MUOVITI.》

Mi sveglio sudata e mi accorgo che era tutto un sogno.

"Impossibile" borbotto tra me e me, scuotendo la testa.

Tutto così reale..
vabbe meglio darmi una mossa senno già farò tardi, ed è solo il secondo giorno di scuola.

Prendo l'intimo, un reggiseno nero con dei fiorellini rosa e le mutandine della stessa fantasia. Prendo un jeans strappato, ovviamente nero e la mia maglia preferita delle vans.

Corro nel bagno, mi faccio una doccia veloce; mi lavo i denti, lego i capelli in una coda e mi trucco con un pó di matita.

Scendo frettolosamente le scale e trovo mio fratello pronto sulla soglia della porta con un sacchetto in mano.

《È tardi, ti ho preparato un cornetto》dice per poi avviarsi alla macchina.

Sospiro e chiudo la porta alle mie spalle, non smettendo di pensare a quel sogno.

Entro in macchina e durante il tragitto cerco di mangiare quel cornetto che sembra veramente squisito, ma non ho per niente fame.

《Che hai?》mi chiede Leo guardandomi dritto negli occhi.

《No, niente》rispondo scuotendo la testa.

Arriviamo fuori l'istituto e scendo dalla macchina salutando Leo.

Cerco con lo sguardo Emily ma non la trovo.

Sento il cellulare vibrare:

Da:Emily
Oggi non vengo a scuola, problemino! Mi farò perdonare, promesso.

Sbuffo all'idea di restare sola in quel buco che chiamano "classe" con quelle persone stupide e superficiali.

Entro in classe e mi siedo al mio solito posto, poco dopo entrano tutti ridendo.

Cosa cazzo avranno da ridere a prima mattina?

Entra il prof di Matematica sorridendo, come mai stamattina sono tutti così felici?

《Buongiorno ragazzi,vi presento il vostro nuovo compagno di classe: Austin Steven》

Tutte le ragazze iniziano a parlare tra di loro, troie di merda.

Bene, un'altra persona da odiare a morte.

Entra un ragazzo alquanto strano: capelli neri, occhi neri, vestito completamente nero.

Okay, abbiamo qualcosa in comune.

Il ragazzo inizia a fissarmi costantemente.

《Allora Austin, siediti di fianco a Emily》esclama il prof indicandomi.

Che bel buongiorno, iniziamo bene.

Tutti iniziano a parlare: chi ride compiaciuto, chi sparla e chi si limita a guardare con un filo di disprezzo.

Austin si siede 《Piacere Austin》si presenta porgendomi la mano.

Lo fisso per poi distogliere lo sguardo, non ho voglia di fare amicizia.

Con la coda dell'occhio vedo che gli è spuntato un sorrisetto sul viso, strano.

Le ore passano fortunatamente in fretta, mi sono persa in quel sogno.

Rivedere I miei genitori, io non sono convinta che siano morti solo a causa di un'incidente stradale ma è tutto così complicato.

La campanella suona, mentre sto per uscire dalla classe, sento qualcuno fermarmi prendendomi il polso.

Austin'pov.
Questa notte sono apparso nei sogni della piccola preda.
È ora che ti svegli.
Non puoi pensare davvero che i tuoi genitori siano morti in un incidente stradale, mi viene da ridere.
È ridicolo.
È ridicolo come voi mortali, stupidi ed insignificanti, vi beviate tutto ciò che vi viene detto.

Oggi sarà il mio primo giorno di scuola.
Buffo pensarlo se rivelassi la mia età.
Prima di cominciarmi a preparare, ho bisogno di mangiare. Sono assetato.
Ho bisogno di carne fresca, sangue, addentare qualcosa. Qualcuno.
Mi dirigo verso un quartiere malfamato, lì la mattina è pieno di creaturine. Bambini.
Appena arrivo non posso far altro che decidere chi sarà colui che mangerò.
Apro le mie enormi ali nere, gli occhi mi si spalancano. Sto perdendo il controllo di me stesso. Vado verso il primo bambino che gioca da solo, lo squarcio con i miei denti affilati e gli mangio gli organi.《Il cuore!》Esclamo con un tono soddisfatto.
Il mio preferito.

Dopo essermi sfamato, noto che si sta facendo ora.
Quindi mi preparo e cerco di rendermi il più umano possibile, cercando di nascondere il più possibile il mio lato cattivo.
Entro in classe.
Quella specie di essere umano, che crede di essere superiore a tutti, mi presenta alla classe.
Quante teste di cazzo che ci sono.
Noto Alexis, senza compagna di banco. Decido di sedermi accanto a lei.

Più la guardo, più sento qualcosa dentro di me..

《Ciao!》esclamo ad Alexis, porgendole la mano accantonando i miei pensieri.
Non mi caga minimamente. Cattiva la ragazza. Manco il tempo di poterle chiedere qualcosa, che il professore comincia subito a spiegare, così ci sediamo composti e assistiamo alla lezione.
Non riesco a fare a meno di guardarla.
Ha un fisico da urlo, jeans stretti che le risaltano le forme, una maglietta nera che le cade a pennello.
Noto che ogni tanto con la coda dell'occhio mi guarda accendendo un piccolo fuoco dentro me.
Le sorrido.

" Cosa mi sta succedendo? Basta Austin. Basta! " penso tra me e me.

Le ore passano in fretta.
Suona la campanella e decido così di fermarla fuori dalla classe e..

L'altra faccia dell'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora