-Cosa dovrei dire?- riesco a chiedere in un sussurro.
-Qualsiasi cosa, ma parla.- risponde lui facendo balzare il suo sguardo dai miei occhi alle mie labbra e viceversa.
Io inghiotto rumorosamente quello che mi sembra un groppo enorme. –Non l'avevo mai fatto prima d'ora.-
Lui sorride debolmente. –Questo lo hai già detto, ritenta.-
Questa vicinanza non mi permette di ragionare, mi trovo a pochi centimetri di distanza dal viso di un ragazzo di cui conosco solamente il nome. Le nostre labbra si sono appena toccate per un motivo che non ho ancora ben capito e lui vuole che parli. Cosa dovrei dire?
- Ti posso chiamare Genn?- non so come mi sia potuta venire in mente una cosa del genere, giuro.
Lui rimane sorpreso quanto me dalle mie parole. – Uhm, tutti mi chiamano Genn.- dice con un'espressione indecifrabile, poi aggiunge..- Genn Butch.-
- Che vuol dire Butch?- chiedo curiosa.
- Niente.- mi risponde sorridendo.
A quel punto sento il mio telefono squillare, esito un attimo ma lui mi incita a rispondere. E' strano allontanarsi da lui, quella vicinanza mi faceva sentire in imbarazzo ma allo stesso tempo mi faceva star bene. Prendo il mio telefono e guardo lo schermo. Edo, ma non faccio in tempo a rispondere. Gennaro mi sfila il cellulare dalle mani ed io non ne capisco il motivo. Digita qualcosa, presumo sia il suo numero e sento il suo cellulare squillare. Okay, voleva salvarsi il mio numero. Quindi ha intenzione di usarlo, no? Sento leggermente il cuore accelerare. Lui mi restituisce il cellulare giusto nel momento in cui comincia a squillare nuovamente.
- Oh, dimmi.- rispondo cercando di sembrare tranquilla.
- Dove sei? Sei scomparsa da un sacco.- dice Edoardo stranamente calmo.
- Sono salita al bar e poi ho pensato di fumarmi una sigaretta in pace.- come sempre ometto qualche particolare. Con me c'è Genn.
- Se mi dici dove sei ti raggiungo.- nel sentire quelle parole mi blocco e vado nel panico. Genn lo nota e mi chiede con lo sguardo quale sia il problema.
- No Edo tranquillo, sto ritornando io lì.- dico infine. Il biondino non mi sembra d'accordo con la mia scelta, soprattutto nel sentire il nome del mio amico.
- Come vuoi, fai veloce.- risponde Edo prima di attaccare.
Poso il telefono al mio fianco e guardo il ragazzo che ho davanti. Non riesco a capire la sua espressione, è ritornata ad essere poco chiara, anzi per niente chiara.
- E' la seconda volta che mi dai buca per lui.- dice inespressivo. Si alza e va via, come aveva già fatto. Senza dire nulla. Anche questa volta sento il bisogno di fermarlo, ma non lo faccio. Mi alzo, getto la sigaretta ancora sana e mi dirigo verso gli altri. Durante questo tragitto non penso a nulla, non ci riesco. Non sento delusione, rabbia, nulla.. semplicemente cammino.
Appena arrivata i miei amici mi chiedono di andare a fare un bagno con loro ed io acconsento. Elena mi guarda per chiedermi spiegazioni ed io scuoto la testa facendole capire che non è il momento adatto, lei mi sorride amichevolmente e insieme ci immergiamo in acqua. Adoro il suo modo di essermi amica, capisce sempre i miei momenti no e li accetta senza fare storie.
Passiamo l'intera giornata in spiaggia e pranziamo in un ristorante lì vicino, niente male devo dire. La strada di ritorno è più stancante di quanto mi ricordassi ma quantomeno adesso il sole non è forte come questa mattina. Arriviamo a casa distrutti e di comune accordo scegliamo di rimanere a mangiare una pizza, per questa sera faremo a meno di uscire. Sono già le undici passate quando finiamo di cenare, abbiamo impiegato un sacco per lavarci tutti. Decidiamo di giocare a obbligo o verità, pur essendo amici da un sacco non ci giochiamo dai tempi dei quattordici anni. E' stato proprio grazie a questo gioco che siamo diventati amici, sembra una cazzata ma è la verità. Ci sediamo a semicerchio e mettiamo una bottiglia d'acqua vuota al centro. Gli obblighi saranno tutti preceduti dal bere un bicchiere di vodka. Poco sano e maturo come gioco, ma sappiamo autocontrollarci ormai. Comincia Alessandro a girare la bottiglia e questa si ferma davanti Giorgia.
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-Che vuol dire Butch? -Niente.
FanficBeh, non saprei cosa dire. E' una storia che non so descrivere semplicemente perchè non l'ho ancora inquadrata nemmeno io. Il ragazzo di cui parlerò è ispirato alla figura di Gennaro Raia, componente degli Urban Strangers. So che stanno facendo la m...