Chapter 14

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"Capii di essere innamorata di lui quando mi accorsi che mentre ero con gli altri mi mancava lui, ma quando ero con lui non mi mancavano gli altri".

Diana
Sono a scuola, è la seconda ora, Danilo oggi non è venuto ed io sono sola nel banco,mi manca. Fare matematica è realmente stressante, ma ciò che più mi preoccupa è l'ora di greco. Mi fermo a pensare a cosa accadrà,spero che faccia finta di niente,potrei passarci sopra e non dire nulla. La prof di questa odiosa materia mi richiama all'attenzione.
Finalmente o purtroppo arriva la ricreazione,finalmente perché adesso posso staccare la spina e scrivere a Danilo il perché non è a scuola,cosa che faccio subito,purtroppo perché so che dopo la pausa ci sarà il mio incubo che assedia la mia mente da venerdì. In questi 10 minuti parlo con Giada,il che mi fa distrarre da tutto,questa ragazza è fantastica,sono felice di aver trovato almeno lei. Ecco è suonata la campanella,segno che ricominciano le lezioni. Eccome già so,non sono 2 ore semplici.
Perdo un attimo del mio tempo per prendere una bottiglia d'acqua alla macchinetta. Arrivo in classe e lo trovo seduto che mi fissa, Dio ma perché doveva succedere a me, i miei compagni sono intenti a ripassare per l'interrogazione, il suo sguardo cerca il mio ma non lo trova perché io non ho nessuna intenzione di alzare la testa e guardarlo. Prendo il mio cellulare per spegnerlo,nel frattempo controllo se ci sono messaggi ma nulla.
Il professore interroga due miei compagni di classe;come al solito non hanno studiato. Mi sento chiamare,alzo il volto e me lo ritrovo davanti:«signorina Mancini,venga ad aiutare i suoi compagni alla lavagna.»Mi alzo alla svelta ed in 5 minuti correggo gli errori nelle frasi tradotte da loro. Il professore in tutto ciò non fa altro che squadrarmi dalla testa ai piedi soffermandosi su determinati punti, che schifo, sarà un bel ragazzo ma mi viene da vomitare,mi guarda come se non avesse mai visto una ragazza;RIPETO CHE SCHIFO. Finalmente mi manda a posto.
Le due ore di tortura sono finite,cerco di mettere tutto nello zaino il più velocemente possibile. La campanella suona e io mi inoltro nella confusione così che lui non mi possa vedere,ma la sua voce mi ferma:«Mancini,dovrei parlare di un concorso,avrebbe ottime possibilità di vincerlo,dato che il greco è la sua seconda lingua praticamente.» I miei compagni sono tutti usciti, resto a fissarlo,si avvicina;chiude la porta alle mie spalle,poi dice:«siediti,dobbiamo parlare.»Mi gela il sangue a quelle parole.
«professore,non credo che ci sia nulla di cui parlare.»sto per alzarmi,mi ferma.
«io credo di sì.»sussurra al mio orecchio.
Si avvicina e mi bacia di nuovo,cerco di staccarmi,è più forte di me. Si stacca ed inizia a dire:«non sai quanto ti desidero.»
«la prego,perfavore mi lasci stare,non dirò nulla a nessuno la prego». Inizio a piangere,lui non si stacca,continua a baciarmi e a toccarmi. Non so cosa fare, vorrei urlare ma credo che i bidelli non mi possano sentire essendo al piano superiore. Ho paura che mi faccia del male; mi dimeno il più che posso. Mi spinge contro il muro, in un attimo, non so come ma riesco a spostarlo,corro fuori dalla classe,cerco di essere il più veloce possibile. Mi ricordo di aver detto a Franco di non venire,mi sarei fatta dare un passaggio da Danilo. Non voglio chiamare il mio autista,non voglio che mi veda in questo stato,farebbe troppe domande e direbbe tutto a mia madre. Chiamo Lila e le dico che oggi starò fuori tutto il giorno. Non so dove andare sto girando per la strada. Danilo non mi ha risposto più e non capisco il motivo,perché tutto sembra andare bene e quando non te l'aspetti ti cade il mondo addosso lasciandoti una stretta allo stomaco,un dolore che ti lacera dentro. Decido di andare a casa di Danilo,è vicino, posso andare a piedi.
Sono davanti casa sua,ho paura che mi possa dire qualcosa di male,spero che non noti come sono ridotta. Suono il campanello, mi apre lui.

Danilo
Oggi non ho proprio voglia di parlare con lei,come ha potuto mentire per tutto il tempo,nascondendo il fatto che è fidanzata con questo Ludovico. Sono seriamente incazzato,non voglio vederla,almeno adesso non mi interessa parlarci. Sento il campanello suonare,deve essere mia madre che ha finito il turno,ogni volta sempre la stessa storia hanno le chiavi ma non le usano. Apro la porta, davanti a me non c'è mia madre ma Diana. Ha il viso sporco di mascara ed a dei segni sul collo e la maglietta stropicciata.

Diana
Danilo mi guarda dalla testa ai piedi, mi fa entrare. Scoppio a piangere e lo abbraccio.
Lui mi dice:«che cosa è successo?!». Non parlo,l'unica cosa che faccio e tenerlo stretto a me.
Alza il mio viso e mi ripete la domanda in maniera più severa.
«I-io,non volevo, l-lui mi ha presa e mi ha baciata,ha chiuso la porta e..e mi ha sbattuto al muro,continuava a dire che ero bella,che mi desiderava.» Cerco di parlare mentre le lacrime scorrono come un fiume in piena nel mio viso. Lui mi abbraccia e mi chiede:«dimmi chi è stato?!». Sto zitta,lui ripete la domanda quasi urlando:«DIMMI CHI CAZZO È STATO!!!!». Mi fa anche paura adesso;
«I-il....prof di greco». Dopo aver detto chi fosse stato, lui è rimasto sconvolto, mi abbraccia fortissimo. Gli dico una cosa che mi viene dal più profondo del mio cuore:«ti prego non lasciarmi,mi sento così sola,mi sento sola anche se ci sono migliaia di persone intorno a me, invece quando sto con te,sono felice sono piena di amore,quello che nessuno mi ha mai dato, io credo di amarti anzi io TI AMO».

Spazio autrici❤️:
Siamo tornate con un nuovo capitolo, si abbiamo concluso nel momento più bello,almeno secondo noi, aggiorneremo il più presto possibile.
Un bacio
-S&M😘

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