Capitolo 22.

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Pensai di essere ormai morta quando una mano mi afferrò il braccio, arrestando la mia caduta nel vuoto.
Sentii un gemito, sicuramente dovuto allo sforzo nel tirarmi su. Dopo alcuni secondi mi ritrovai fuori dalla Scatola, stesa sull'erba a respirare affannosamente. Mi portai le mani ancora legate al petto, sentendo il cuore battere all'impazzata per lo spavento.
Guardai negli occhi il mio salvatore e mi accorsi che si trattasse di Minho, non di Newt come avevo pensato. Il Velocista mi tolse frettolosamente il bavaglio dalla bocca e mi chiese come stessi. Annuii con la testa incapace di formulare qualsiasi tipo di frase, ma questo a lui bastò per rassicurarsi. Con un coltellino tagliò le corde che ancora tenevano i miei polsi attaccati l'uno all'altro, liberandomi definitivamente.

Minho tornò con l'attenzione su Glader e Zart, che nel frattempo se ne stavano in disparte impauriti.
Non capii immediatamente perché non se la stessero dando a gambe, ma poi compresi che non avrebbero comunque potuto scappare da nessuna parte.
Cercai di tirarmi in piedi, ma senza successo. Nessun muscolo del mio corpo sembrava volermi rispondere. Ero pietrificata.

"Cosa vi è saltato in testa? Brutte teste di caspio!" urlò Minho inferocito.
Zart balbettò qualcosa e per tutta risposta ricevette un pugno nello stomaco dal Velocista, che lo fece piegare in due per il dolore.
Poi venne il turno di Glader che con occhi spalancati fissava l'asiatico, ogni secondo sempre più inferocito. Quest'ultimo fece per tirargli un pugno in piena faccia, ma prima che potesse farlo, Glader si accasciò a terra svenuto.

Solo allora Minho tornò veloce verso di me e si accovacciò per potermi osservare attentamente.
"Sei ferita?" chiese girandomi il volto in diverse direzioni.
Scossi la testa continuando a respirare affannosamente. Non sentivo l'aria raggiungermi i polmoni. Sapevo che stavo respirando, mi sentivo inalare l'aria, ma non riuscivo a sentire i miei polmoni riempirsi. Un formicolio fastidioso si diramò per il palato, mentre un peso iniziò a schiacciarmi il petto.

Non riuscivo a parlare e neanche a muovermi. Ero completamente paralizzata, solo la bocca tremava ed era aperta per inalare ossigeno, che però non sembrava mai essere abbastanza. Ebbi un giramento di testa e dalla mia bocca uscì un suono gutturale, come quello che produrrebbe una persona che sta per morire asfissiata.
Cosa mi sta succedendo? Pensai iniziando a preoccuparmi.
"Riesci ad alzarti?" chiese Minho preoccupato.
Scossi nuovamente la testa e riuscii a comporre una frase: "Non... r-ries-sco... a m-muovermi."
Iniziai a sudare freddo, poi il mio volto si incendiò, facendomi colare il sudore lungo le tempie.

Senza esitare oltre Minho mi prese in braccio e con passo veloce mi portò verso il Casolare.
"Ragazzi! Mi serve aiuto svegliatevi!" urlò spalancando la porta con un calcio.
Si sentì il suono di movimenti bruschi e veloci – sicuramente tutti stavano uscendo dai loro sacco a pelo – e poi qualche passo affrettato verso di noi.
La testa continuava a girare, persa nella confusione dei miei pensieri. Le voci si fecero sempre più caotiche, impedendomi di afferrare quello che dicevano.

Una figura uscì dal buio, seguita da altre.
La luna illuminò il volto del ragazzo, facendomi sentire improvvisamente più tranquilla. Newt. Newt era finalmente lì.
"Cosa è successo?" chiese preoccupato.
Minho parlò per me: "Zart e Glader hanno provato a buttarla giù per la Scatola."
"Cosa? E ora dove sono?" intervenne Gally, facendosi strada a gomitate.

"Glader è svenuto vicino alla Scatola mentre Zart, se non è scappato, è ancora con lui." spiegò.
Gally si allontanò velocemente mentre Newt iniziò a fissarmi preoccupato.
"Cos'hai?" chiese. "Sei viva, sei qui con noi. Calmati, ti prego."
"N-non r-riesco... a r-resp-pirare." spiegai sforzandomi.
"Posala a terra, Minho. Jeff!" urlò Newt.
Minho mi appoggiò lentamente a terra e tutti mi circondarono.
Sentivo il mio corpo tremare ed era come se non fossi più io a controllare le mie azioni. Percepii la voce di qualcuno, ma per l'ennesima volta la domanda non arrivò alle mie orecchie. Non capivo più nulla, mentre il panico continuava a crescere dentro di me.

The Maze Runner - RememberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora