*Il vero sbaglio in me..* (Terapia di un disastro)

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Michela's pov
*Faranno un concerto?!* mi rispose Ares dall'altra parte del telefono. La notizia del concerto mi ha lasciato esterrefatta, forse non è stato per la notizia, forse credevo che Francesco me l'avrebbe detto.
*Già.* mi limitai a rispondere senza aggiungere alcuna traccia di delusione.
*Ma é fantastico! Dove lo fanno? Qui a Roma? Ci daranno posti vip? Oppure si andrà subito dietro le quinte?...* mentre Ares continuava a fare domande di cui io non ne avevo la ben che minima idea delle loro risposte (in verità non so neanche se ci dovrei andare), io guardavo Francesco dialogare con i suoi compagni e vedevo che le sue espressioni cambiavano rapidamente: arrabbiato, triste, sicuro. Non riuscivo a capire niente, niente tranne una frase di Riccardo Cosa Francesco secondo te? Che c'hai un sacco di ragazze che ti vanno dietro e ti stalkerano ventiquattro ore su ventiquattro. Ragazze? Francesco ha altre ragazze? Già come fa a non averle Matteo mi aveva avvertito, ogni notte una ragazza; ma perché allora sono ancora insieme a lui? Perché mi vuole accanto? Non ha già avuto abbastanza? Perché continuare con questa bufala? La testa mi stava scoppiando.
*Michela? Michela ci sei?* la voce di Ares mi riporta nel nostro mondo.
*Si. Si, mi ero distratta* dissi balbettando alcune parole.
*Okay?! Nulla di nuovo fino a qui! Ci andiamo?* disse
*Dove?*
*Da mio nonno! Secondo te dove? Al concerto!* disse lei quasi urlando
*Ah! No, cioè non lo so. Ho tante cose da fare in questi giorni e non ho voglia*
*Già! Ora devo andare, mio fratello ha una visita e non so il perché ci devo andare anche io* disse concludendo la chiamata. Vorrei chiacchierare ancora un po' con lei è l'unica che mi fa passare il mal di testa per colpa dei troppi pensieri.
-Principessa?- mi girai e trovai Francesco con le chiavi della macchina in mano -Andiamo? Abbiamo tutta la serata per noi.- dice facendo un ghigno. Sinceramente non so più cosa pensare di lui forse dovrei farmi riaccompagnare a casa e finirla davvero qui con questa storia, ma se mi sto sbagliato? Lui mi guarda come se volesse che io reagissi, ma io stavo ferma lì in mobile a fare ordine nella mia testa.
-Michela? Qualcosa non va?- disse in tono davvero preoccupato. Non sapevo cosa fare troppo disordine troppe emozioni, in quel momento credevo che stare lì in piedi senza reagire fosse la cosa migliore.
-Ha-hai sentito?- disse lui balbettando e nel frattempo si avvicinava più a me, come se avesse paura che io sarei scappata. Io alzai le spalle; effettivamente non avevo sentito tutta la conversazione.
-Cosa hai sentito?- ogni volta che parlava prendeva un pezzo della sua sicurezza. Finalmente trovai la capacità di parlargli.
-Hai già altre ragazze?- dissi. Lui fece un sorrisetto e scosse la testa.
-No! Non potrei. Ho trovato finalmente qualcuno che mi possa amare per quello che sono e non per quello che sono diventato.- disse sfoderando un grande sorriso. Poi quel sorriso si spense e lui si avvicinò di tantissimo a me, mi prese le mani e appoggiò la sua fronte alla mia. -Sei tu quella che amo.- disse sottovoce. Alzai il mio sguardo dal pavimento e incontrai i suoi occhi. Appena mi vide con quella faccia incredula mi fece un piccolo sorriso, mi alzo il mento e mi baciò sulle labbra. Chiusi gli occhi e socchiusi la bocca per lasciargli spazio.
-Mi perdoni?- disse lui fermandosi per un secondo.
-Per cosa?- chiesi
-Per tutto.- mi rispose ora guardandomi negli occhi.
Io gli feci un piccolo sorrisetto.
-Forse..-
-Ah! Allora mi devo impegnare molto di più per farmi perdonare.- disse anche lui con un ghigno. Mi avvicinò ancora a lui e mi prese il mento per farmi inclinare la testa e iniziò a baciarmi avanti e indietro nel collo. Poi aggiunse -Forse so come farlo. Ma bisogna essere da soli perché ti faccia sta cosa. Non tanto per me..- disse tra un bacio e l'altro. Avevo già una mezza idea, ma non so se essere felice o essere preoccupata, così rimasi neutra.
-Francesco. Il regalo deve essere per me non per te.- dissi in tono di rimprovero, ma molto meno di quello che volevo.
-Non è quello che credi.. Forse.- disse e intanto mi mordeva il lobo dell'orecchio.
-Sei pazzo!- dissi ridendo.
-Te l'ho detto. Te mi fai diventare pazzo.- disse e anche se non lo vedevo sapevo che stava sorridendo.
-Mai quanto me.- gli risposi in tono sarcastico.
-Si infatti lo sono di più.- rispose guardandomi negli occhi. È il momento perfetto. Infatti...
-Francesco vieni o no?- urlò Riccardo. Dove doveva andare?
-Non credo...- disse lui scuotendo lentamente la testa.
-No! Aspetta! Dove devi andare?- dissi io senza apparire spazientita.
-Emm.. Da Matteo, ma non ci voglio andare senza di te e so che te non ci vuoi andare.- disse un po' intimidito, forse il mio tono di voce non era così calmo come mi è sembrato.
-Non mi stai mentendo vero?- gli dissi guardandolo negli occhi. Lui distolse lo sguardo
-N- No, non potrei.- disse balbettando. Non mi sembrava sicuro quindi mi girai verso Riccardo che, dopo di aver visto che stavo cercando un'approvazione, annuì.
-Bene.. Andiamo allora.- cosa cazzo stai dicendo? Il mio cervello ripete queste parole ogni secondo del lungo silenzio tra me e Francesco, ma ormai la mia bocca ha parlato.
Francesco era incredulo
-Co-cosa?- disse balbettando.
-Emm..- le mie parole mi erano sembrate così strane.
-L'hai sentita. Dai Fra muovi quel culo!- disse Rick saltellante di gioia.
-Okay.. Come vuoi.- disse sforzandosi di sorridere. Che cazzo ho appena fatto. La tortura inizierà fra poco ed è solo colpa mia. Sono davvero matta!

La terapia degli incubi /Francesco Viti/. SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora