«Ciao.»
Quando la porta si aprii, mi trovai davanti Kendall con un enorme sorriso.
Sorrisi anch'io. Lo salutai cordialmente, e il suo sorriso si fece ancora più ampio.
'Okay, ora devo concentrarmi solo sul lavoro...'
Pensai appena varcai la soglia di casa sua. Mi tolsi il cappotto e la borsetta, per poi cercare inutilmente di arrivare ad appenderli sull'attaccapanni.
Sentivo lo sguardo di Kendall sul mio corpo, particolarmente sulla mia schiena.Kendall's pov.
Cercava di appendere il cappotto all'attaccapanni, mentre era sulle punte.
La piccola camicia si alzò lasciando intravedere stoffa nera, che si alzò a sua volta scoprendo la pelle dei fianchi e un poco della sua schiena.
Rabbrividì in modo evidente.
Ero indeciso se andarle vicino e abbassarle la camicia, segno di grande confidenza, o fare la parte del cattivo ragazzo ed osservare la sua pelle.
'Oh ma dai! Ti ha parlato del suo incubo, svegliandoti alle cinque del mattino, e vuoi dirmi che non avete confidenza?!'
Pensai. In effetti...
Mi avvicinai a lei e le presi la roba da mano per appenderla. Poi mi voltai a guardarla, si stava abbassando la camicia e sorrideva imbrazzata.«Sono proprio una nana...»
Disse quasi ridendo. Poi spostò lo sguardo altrove, più precisamente verso lo specchio appeso al muro di fianco alla porta. Seguii il suo sguardo. Sorrisi, mentre guardavo la nostra immagine riflessa da lontano.
Morivo dalla voglia di chiederle come stava, ma avevo paura. Paura del fatto che forse aveva dimenticato, e chiedere poteva portarglielo di nuovo in mente. Ma non volevo passare per la parte della persona menefreghista...
Abbassai lo sguardo imbarazzato, e poi mi grattai la testa.«Senti, io... io volevo chiederti come stai...?»
Mormorai tremendamente imbrazzato. Neppure io capivo l'origine di quell'imbarazzo, ma credevo, in parte, che fosse normale. Più o meno.
«Se ti riferisci al sogno... bhe... si, sto bene.»
Mi disse, ma sembrava terribilmente imbrazzata e... forse irritata dalla mia domanda...
Dayane's pov.
Okay, mi aveva fatto piacere che si fosse interessato, ma avrei preferito che evitasse di mettere in mezzo quell'argomento.
'Forza Dayane, fatti coraggio!'
Mi dissi nella mente.
Andai al piano superiore, lasciandolo lì impalato. In effetti mi dispiaceva dover essere così antipatica, ma ripeto dovevo esserlo, se volevo evitare di soffrire a causa di ricordi del passato.▪~~▪~~▪~~▪
«Sono a casa!»
Urlai per farmi sentire da mia madre e da mia zia, mentre mi chiudevo la porta alle spalle. Non c'era nessuna risposta, quindi pensai che probabilmente non c'era nessuno in casa.
Andai in camera mia e mi gettai sul letto. Presi il cellulare in mano, indecisa se mandare un messaggio a Kendall oppure no.
Insomma, l'avevo ignorato per tutta la mattinata, senza motivo, e lui di certo non lo meritava dopo quello che aveva fatto per me.-Scusa per come mi sono comportata questa mattina. Non lo meritavi, non dopo ciò che hai fatto per me... Mi dispiace moltissimo, non era mia intenzione e non so cosa mi sia preso, fatto sta' che mi spiace e mi sento terribilmente in colpa. Sorry :(
Dire che ero indecisa era poco. Ma alla fine, quasi inconsciamente, cliccai su quel maledetto tasto e il messaggio fu inviato.
Kendall's pov.
Mi arrivò un messaggio su whatsapp. Era da parte di Dayane.
Mi chiedeva scusa, scusa per ciò che aveva fatto e per come si era comportata.
Osservai la sua foto profilo, come poteva essere così semplice e allo stesso tempo così bella?!
Non avevo mai visto una ragazza così bella, ma che fosse sé stessa senza atteggiarsi... era anche per questo che l'adoravo...
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You'Re Not Invisible To Me ||Kendall Schmidt||
FanfikceDayane è costretta a trasferirsi, assieme a sua madre, da Londra, a Los Angeles per essere ospitata da sua zia. Cercando lavoro, si imbatte involontariamente a casa del suo idolo Kendall Schmidt. Da qui iniziano ricordi, incubi, speranze, paure, emo...