Era un giorno di inizio settembre, Bella stava uscendo di corsa dalla porta di casa dopo l'ennesima litigata con la madre. Gli occhi le pizzicavano e le si stava formando un groppo in gola ma comunque corse fino al bosco lì vicino e arrampicandosi su di un albero molto robusto si rifugiò nella sua casetta sull'albero, costruita con assi di legno prese da degli scarti ma piuttosto pulita, provvista di un largo tappeto che copriva la maggior parte del pavimento, uno specchio attaccato ad una parete e un baule con diverse utili cianfrusaglie.
Conteneva un fornellino da campo, un paio di borraccie da un litro ognuna piene di acqua; che ogni volta che veniva cambiva; un paio di padelle, una coperta e un cambio d'abiti.
Era attrezzata per stare lì un po' senza il bisogno di andare a casa.
Posò il piccolo zaino che teneva per le emergenze di questo tipo; conteneva del cibo, tra cui cracker, dei panini ben conservati, della carne secca e della frutta disidratata. Poi c'era anche una spazzola e un portafoglio con dei soldi per degli eventuali bisogni, in più c'era anche un caricabatterie portatile, utile per ricaricare torcia e cellulare.
Si stese sul tappeto e chiuse gli occhi. Sentì qualcuno entrare e si mise subito in guardia. Appena vide chi era entrato rilassò i muscoli e si stese nuovamente.- Ciao Francesco - disse tra un sospiro e uno sbuffo.
- Ero andato a casa tua ma non ti ho trovato e visto che è già sera ho sospettato che fossi qui - disse sedendosi accanto a lei e accarezzandole i morbidi capelli castani.
Lei puntò i suoi occhi sul viso di lui maledicendolo coi suoi smeraldi ambrati.
Lui ridacchiò e smise di toccarglieli.- Ti infastidisce ancora che ti tocchino i capelli vedo - lei si mise seduta a gambe incrociate e gli tirò uno schiaffetto sul petto.
Lui la squadrò da capo a fondo e lei deve lo stesso. I corti capelli biondo cenere del ragazzo e i suoi vivaci occhi di un azzurro cristallino la ipnotizzavano.
- Ehi? - Francesco le passò una mano davanti al viso e lei su riscosse subito.
- Sì sì ci sono. Stavo solo pensando scusa - sorrise falsamente e lui lo notò immediatamente.
- Dimmi che è successo, ti ascolto - le disse.
Dopo quelle parole le lacrime che aveva represso cominciarono a scivolare silenziose sulle sue rosee guance.
- È sempre la stessa storia, mia madre si incazza perché non sono la figlia perfetto che avrebbe voluto. In più a scuola mi prendono tutti in giro e mi isolano, sono bersaglio di stupide bullette che si credono chissà chi e io...io...non ce la faccio più! - disse lei tutto d'un fiato.
Lui la strinse tra le sue braccia.
-Shh, vedrai che si sistemerà tutto - gli tirò pian piano su le maniche della felpa per scoprire delle cicatrici più recenti , a
quella visione sbarrò gli occhi e si fece più serio mantenendo la voce gentile e il tono calmo.- Bella dovresti smetterla di usare quelle lamette, non risolvi nulla così -
Lei alzò gli occhi verso di lui.
- Lo so...ma mi fa stare meglio - disse con un tono più calmo di prima.
- Promettimi che proverai a smettere però - le chiese lui.
- Okay ci proverò - gli promise e si asciugò gli occhi mentre lui le puliva e fasciava le ferite.
- Rimarrai qui stanotte? - Bella annuì.
- Ok, allora rimango qui con te -Sì distesero entrambi sul tappeto e si coprirono con le coperte prese dal baule.
Bella si accoccolò a Francesco e cadde tra le braccia di Morfeo.
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Il Marchio
AdventureBella è una ragazza con una vita difficile, tutti la prendono in giro a scuola perché è stata adottata, è autolesionista e soffre come nessun'altro. Un giorno come tanti scappa da casa, perché ha litigato con la madre adottiva, e va nella sua casett...