Trentaquattresimo giorno di primavera dell'anno 2013
Apparentemente, era una giornata come tante altre, il sole stava albeggiando dietro una coltre di nuvole, un'aria primaverile volteggiava tra le fronde degli alberi ed io stavo per iniziare la mia avventura più grande.
Era il primo giorno del mio nuovo lavoro, era il giorno dell'apertura ufficiale della mia nuova pasticceria.
Era la realizzazione del sogno della mia vita, stavo per vivere ciò che fino a quel momento avevo solo desiderato. Non avrei mai creduto che le mie fantasticherie sarebbero divenute realtà.
Da bambina, quando mi chiedevano che cosa volevo fare da grande, io rispondevo sempre allo stesso modo: voglio diventare una pasticcera!
Era il mio sogno più grande, era ciò che volevo essere, era tutto ciò che potevo essere, ed ora: lo ero diventata!
Per tutta la vita, non avevo fatto altro che rincorrere questo sogno.
Dopo le scuole superiori iniziai subito a lavorare come apprendista pasticciera in un modesto negozio di pasticceria. Lavoravo dal martedì alla domenica mattina e guadagnavo all'incirca 600 euro al mese. Preparavo pasticcini, torte e deliziose creme alla vaniglia. Imparai a riconoscere gli attrezzi e a scegliere il ripieno migliore per una torta al cioccolato e dopo quattro anni di lavoro intenso e gratificante, me ne andai e fui assunta da un'altra pasticceria che lavorava con la tecnica del "cake design". In tre anni, perfezionai la tecnica di modellazione della pasta di cioccolato ed imparai tutti i segreti sulla pasta di zucchero.
Quei sette anni furono la mia rampa di lancio. Grazie ai soldi che avevo messo da parte e all'esperienza che avevo accumulato, avevo l'opportunità di poter finalmente aprire una pasticceria tutta mia.
Mi misi subito alla ricerca di un locale adatto e dopo mesi di ricerche, trovai un fantastico negozio con annessa cucina, era al piano terra ed aveva un'ampia terrazza interna con ringhiera in ferro battuto che si affacciava sulla sala. In quanto ex ristorante, era abbastanza spazioso, conteneva benissimo sedici tavolini e subito affianco all'entrata, c'era un lungo bancone con banco frigo per i dolci e una fantastica macchina per bevande calde.
Il parquet era in legno di rovere e le stanze erano illuminate dalle grandi finestre poste su tutti e quattro i muri.
Da dietro al bancone, attraverso un'ampia porta a vetri, si accedeva alla cucina, alla cui sinistra, c'era un salottino privato, perfetto per riposare dopo il turno della mattina.
Affianco a quest'ultimo c'era poi il bagno, mentre la scala per accedere alla terrazza, era posta affianco all'entrata.
I muri, lasciavano un po' a desiderare, avevano bisogno di una ritinteggiata, il bagno doveva essere rifatto, la cucina modernizzata, ma nonostante questo, non riuscì a non innamorarmi a prima vista.
Entrando in cucina, sentivo già l'odore dei pasticcini al miele, dei muffin al cioccolato e degli Èclair appena sfornati. Camminando in sala, vedevo già i clienti fare allegramente colazione seduti ai tavoli e salendo in terrazza, ebbi la certezza che quello sarebbe diventato il mio posto perfetto.
Affittai subito il locale, pagando i primi tre mesi di affitto in anticipo. Alla fine il mio risparmiare era servito a qualcosa!
Non appena entrai in possesso del locale, iniziai i lavori di ristrutturazione fai da te.
Ricoprii le pareti della sala e del bagno con carta da parati rosa corallo chiaro con greche bianche, in cucina tinteggiai i muri di bianco e sulla parete dietro al bancone incollai della carta da parati rosa quarzo con sopra disegnate delle farfalle. Decisi poi di utilizzare una carta da parati bianca con rami e fiori rossi per il salottino privato ed una con un intreccio di rose rosse per la terrazza. I soffitti erano tutti ricoperti con carta da parati chiara, leggermente decorata.
Comprai tutti i lampadari a metà prezzo in un mercatino dell'usato; a candelabro vintage colorato in terrazza, a sospensione in bronzo in sala e in cucina lampade nere.
Alle finestre misi delle tende lilla chiaro e azzurre, erano così leggere che al minimo soffio di vento svolazzavano subito.
In sala, distribuì su quattro file da quattro, sedici tavoli in legno bianco con annesse sedie e sul muro a fondo sala, sotto alle finestre, ai lati di un comò in legno bianco, sistemai due divanetti in legno bianco adorni di confortevoli cuscini rossi. Alle pareti affissi stampe e quadri colorati, per rallegrare l'atmosfera.
Affianco alla scala per la terrazza, sistemai un altro comò e arredai il salottino privato con un divano a tre posti bianco, una poltrona rossa, due tavolini ed un semplice cassettone.
La terrazza era il vero fiore all'occhiello.
Su tre angoli della terrazza, collocai tre divani ad angolo affiancati da tavolini in vetro, e sotto la grande vetrata misi delle poltrone bianche con cuscini rossi.
In terrazza prendevano posto cinque tavolini e sulla parete, affianco all'accesso tramite scala, avevo sistemato un piccolo plasma.
La mia pasticceria era diventata bellissima e anche la cucina non era da meno, era attrezzata con tutti i macchinari più moderni in circolazione ed era pronta per sfornare ogni genere di dolci.
Nel banco frigo c'erano tutti i cartoncini colorati con i nomi dei pasticcini e sui tavoli avevo messo delle candele rosse profumate.
Finalmente il mio sogno si stava realizzando, ero pronta per l'apertura, ogni cosa era al suo posto, i volantini erano pronti, la cucina pronta a funzionare ... mancava solo una cameriera.
E qui entrò in gioco Lakisha.
Avevo condiviso con lei tutta la mia vita fino ad allora e non potevo di certo metterla da parte proprio ora che stavo per realizzare il mio sogno!
Lakisha, dopo molteplici suppliche da parte di nostra madre, divenne la nuova cameriera nella mia pasticceria e la mia compagna in questa grande avventura.
Era il giorno dell'inaugurazione della mia pasticceria e quella mattinata, apparentemente normale, io stavo per vivere il mio sogno, con l'invadente presenza di mia sorella.
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Un istante di noi
RomansaCassandra è proprietaria di un negozio di pasticceria, nel quale lavora anche la sorella Lakisha, esuberante ragazza che non si può non amare. Tra pasticcini, clienti singolari e battibecchi bislacchi, le giornate in pasticceria passano lietament...