CAPITOLO 1

844 18 3
                                    

Ciao io sono Sophia una ragazza di 16 anni. Non c'è molto da dire su di me apparte che io e la mia "famiglia" ci siamo trasferiti a Londra da quasi un mese. Il rapporto a casa con i miei genitori non è dei migliori tanto da farmi perdere anche l'amore in ciò che sognavo avere nella mia vita: amici e ragazzi. Da sempre ho visto persone essere amiche davanti e nemiche da dietro. Così ho perso la fiducia di tutti. Quando ci siamo trasferiti mamma e papà mi iscrissero a una scuola abbastanza valida ma non adatta a me. Sono figlia unica pertanto sono molto gelosa delle mie cose e se una cosa o qualcuno entra nel mio cuore prendo seriamente in considerazione la cosa. Comunque,adesso basta con la presentazione e continuiamo. Domani andrò alla nuova scuola,non c'è bisogno della presenza di mamma e papà,le carte di iscrizione sono tutte pronte;spero di trovarmi meglio della precedente perché non ho nessuna intenzione di ricambiare istituto. Ho paura dei compagni che mi potrei ritrovare una volta arrivata lì,sono sempre stata una ragazza taciturna e per questo motivo non ho mai socializzato molto, ma una cosa è certa, se qualcuno è contro di me la risposta non me la toglie nessuno.

Vado in camera mia,devo decidere cosa indossare domani per la scuola. Così chiedo a Meiko, un'amica della vecchia scuola, cosa indosserà lei. Meiko è stata l'unica ragazza con cui ho stretto davvero un buon rapporto, sa tutto di me e viceversa,ma non posso dire ancora di volerle bene;non lo dirò mai a nessuno. Meiko mi risponde velocissimamente e mi descrive ciò che avrebbe indossato. Al che mi avvicino all'armadio,apro le ante e afferro un paio di legging jeansato,un maglioncino bianco un po lungo e le all star☆rosse. Ecco cosa indosserò domani.

Sono le 7 del mattino,alle 8 mi devo presentare nell'ufficio del preside per firmare una copia di iscrizione definitiva a questa scuola. Sono agitata ma nonostante questo e nonostante i continui pensieri negativi vado in bagno mi lavo e mi vesto. Raccolgo i lunghi capelli castani in una coda alta,traccio una spessa (ma non troppo) linea di eleyner,mascara e fondotinta per ravvivare le fossette sulle guancie. Un ultimo sguardo allo specchio ed esco. La scuola dista un'oretta circa da casa quindi dovrò prendere il pullman. Ogni mattina dovrò sopportare il tragitto del pullman...noooo. Prendo le cuffiette,saluto mamma e papà e mi dirigo alla fermata.

Quando salgo sul pullman mi siedo ai posti centrali,ne troppo avanti ne troppo dietro,in modo tale da poter guardare tutto...sia avanti che dietro. Infilo le cuffie nelle orecchie e sento la canzone degli One Direction "Little Thinghs" non so perché ma questa canzone mi rispecchia alla perfezione e mi fa sentire bene. La musica credo che sia l'unica cosa che mi fa sentire bene e credo che sia l'unica cosa che mi fa assomigliare alle altre ragazze. Appoggio la testa al finestrino e fisso fuori, il pullman non è ancora partito,starà aspettando quel gruppetto di ragazzi in lontananza che si stanno affrettando per arrivare in tempo. Il mio ascolto tranquillo viene interrotto da un frastuono allucinante, da voci che iniziano ad aumentare sempre più. Giro la testa e vedo tre coppiette di ragazzi e ragazze mano nella mano che cercano un posto dietro libero. Sembrano sentirsi importanti,i capi di non so cosa ma in realtà sono solo dei patetici chi si credono fighi solo per i vestiti firmati che indossano e per il comportamento del tutto sgarbato che intimorisce gli altri ragazzi. Anche nella vecchia scuola c'erano tipi come questi ma sono sempre stata alla larga.Rido nel vedere le loro espressioni,sembrano tutte così innamorate ma poi,la ragazza guardava un ragazzo in fondo e il ragazzo guardava la ragazza accanto a lui. Giro la testa e accavallo le gambe.

CAPITOLO 2
Sento un peso accanto a me. Giro la testa e vedo questo ragazzo che ad alta voce urla e gesticola ai suoi amici dall'altra parte del pullman praticamente. Tutti gli altri ragazzi sul pullman lo fissano. Mi tolgo una cuffietta scocciata e con un dito gli busso sulla spalla rivolta verso di me. Si gira e mi lancia un'occhiata. "Scusami potresti fare silenzio? Stai disturbando tutti" inizio. Mi guarda,si gira verso gli amici che ridono alla scena,si alza in piedi nel corridoio del pullman e dice " Uououo,ragazzi avete sentito?" Sì avvicina a me abbassandosi su se stesso. "Dovrei essere impaurito?" Lo guardo e scosto lo sguardo. Preferisco non rispondergli per non creare altri problemi ma la mia impulsività vince ancora e ha la meglio su di me. "Non ho detto che devi avere paura di me,sai,non voglio essere considerata un mostro come certi altri." Continuo decisa fissandolo negli occhi. "Sai chi sono io? Bhè se voglio posso metterti a tacere quando voglio" mi dice guardandomi negli occhi e vedo un accenno di risata. "Non sono di certo la ragazza che si tira indietro e che si lascia intimorire da qualcuno,soprattutto da uno come te. So che tipo sei e sinceramente non voglio continuare la tua 'conoscenza' quindi scusami ma devo scendere." Mi alzo,afferro la cartella e gli passo accanto. Una cosa so ed è che non devi mai mostrarti indifesa e debole davanti a quelli prepotenti come lui. Scendo mi giro e guardo su,al finestrino. Vedo gli amici che gli corrono incontro dicendogli qualcosa.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 21, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Credevo Di OdiartiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora