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"Portate tutto via" sentivo dire a quell'uomo, quasi con tono irritato e senza alcun rispetto per tutto ciò che lo circondava. Stava per levare anche un taccuino dalla scrivania della mia stanza. Quello, era senza dubbio "penny" il taccuino che ospitava tutti i miei pensieri e le mie riflessioni più profonde, magari scritte grammaticalmente errate ma piene di sogni che al pensarci capisco quanto mi manca la mia vita. Per fortuna l'uomo fu richiamato da un vociare che proveniva dal salone e così io, mi poté avvicinare alla scrivania . Quel piccolo libro mi aveva più volte salvato la vita (e non scherzo) mi faceva compagnia durante le dure giornate invernali e, soprattutto quando mi sentivo particolarmente triste. Aveva la copertina rossa, amavo quel colore, in particolare un rosso piuttosto acceso, si lo ricordavo con precisione perché quando lo vidii quella volta era piuttosto invecchiato addirittura ingiallito e logorato, forse era dovuto al troppo "peso" che portava dentro, o forse chissà sarà stato solo il tempo, perché dopotutto anche se quel taccuino mi consolova, restava pur sempre un oggetto.
La finestra accanto alla scrivania si aprii di botto, e una folata di vento fece aprire delle pagine. Non so se è solo un caso ma in quelle pagine Vi era descritta la mia famiglia e il bene che provavo per loro, accanto una fotografia riempiva l'intera pagina. Eravamo tutti noi al completo, ricordo ancora quella foto, mi fa male ricordare perché purtroppo mi faceva sentire solo. Avevo perso troppo tempo davanti quel taccuino, quando ad un tratto rumore tempestoso alla porta di casa mi "svegliò" e così mi catapultai lì davanti in attesa di una dolce sorpresa ma forse, adesso ne sono convinto, era meglio se rimanevo nella mia camera e contemplare i miei ricordi, perché, quello che ho sentito davanti la porta avrebbe distrutto la mia anima.

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