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Vengo svegliata dalla vibrazione del mio telefono, che prendo in mano borbottando.

Sono le 8, chi osa svegliarmi così presto?

È Franco, per fortuna.

Se fosse stato qualcun'altro l'avrei mandato subito a quel paese!

Da Franco: Ehi, svegliati! Tra un'ora ti passo a prendere e andiamo in ospedale. (Ti ho svegliata così presto perché so quanto ci metti a cambiarti! :P )

Come faccio a non volergli bene?

A Franco: E hai fatto bene, si vede che mi conosci troppo! Alle 9 fatti trovare sotto casa.

Lascio il telefono a caricare un altro po' e vado in cucina per fare colazione.

Mi faccio un cappuccino, una spremuta d'arancia e mangio un cornetto al cioccolato confezionato.

Finisco tutto di fretta e corro in bagno per farmi una doccia.

Dopo 15 minuti di relax sotto il getto di acqua calda esco dalla doccia e vado in camera per vestirmi, coperta solo da un'asciugamano che mi cinge la vita.

Indosso una t-shirt rosa con il simbolo del Palermo che mi aveva regalato Franco e un paio di leggings neri, poi ai piedi indosso un paio di sneakers bianche.

Mi trucco leggermente, solo con un po' di fondotinta e con un velo di mascara.

Non ha senso truccarsi per andare in ospedale, poi piangerò di nuovo e non voglio tornare a casa che sembro un panda.

Guardo l'orologio, e sono le nove.

Esco di casa e chiudo la porta, poi entro nell'auto di Franco, che è appena arrivato.

"Ciao nanetta" mi dice salutandomi affettuosamente Franco.

"Ciao alto" rispondo ridendo io.

Ci dirigiamo verso l'ospedale e, una volta arrivati, parcheggiamo ed entriamo.

Andiamo alla reception e chiediamo alla ragazza che ci lavora informazioni su Paulo, e lei ci dice che si trova nella stanza 9 del terzo piano.

Ci incamminiamo verso il reparto dove è ricoverato Paulo, ma un urlo ci blocca.

"Oh mio dio quello è Vazquez!"

Sento Franco sbuffare, a lui fa piacere accontentare i fan, ma dovrebbero essere più comprensivi nei momenti come quelli.

Franco si gira e abbraccia il ragazzino che aveva urlato il suo nome poco prima, gli fa un autografo e si fanno una foto insieme, poi lo saluta e torniamo a fare quello che stavamo facendo.

"Sai, a volte è un po' pesante essere famosi, non hai privacy" dice.

Faccio spallucce, avvolta nei miei pensieri.

Arriviamo al terzo piano e cerchiamo attentamente la stanza nove, che si trova dieci metri più avanti.

Entriamo, e troviamo subito Alicia, sua madre, che piange sul corpo di suo figlio, attaccato a macchinari di tutti i tipi.

"Alicia.." sussurro.

"Oh mio Dio! Daniela! Da quanto tempo!" risponde la donna.

La abbraccio e lei ricambia.

"Sono felice che tu sia qui, la sua ragazza non si è degnata di farsi vedere" continua, trattenendo le lacrime.

"Si sono lasciati" dico inespressivamente.

"Ah, e perché?"

"Paulo ha capito che lei era solo un'approfittatrice."

Sposto gli occhi sul corpo di Paulo, immobile sul lettino.

you skilled into my heart 2 // paulo dybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora