Lettera di una figlia ad un padre troppo lontano per leggerla;
Ciao papà,
Ora che sei diventato eterno dedicarti un'attimo della mia vita sembra così sciocco e banale. Vagavo nei miei ricordi, quando mi sono imbattuta in una piccola bambina che aspettava lieta il suo eroe tornare dalla sua missione per salvare il mondo. Perché è così che ogni piccola donna vede il suo grande uomo. Mi vedo correre e nascondermi dietro il divano, e saltare fuori non appena sento la tua voce e rimanere un po' delusa nel vedere quel viso stanco. Bellissimo sì, ma stanco. Il mio forte eroe sempre stanco. Ti vedo sdraiarti, guardarmi e dirmi dolcemente 'Ciao bella di papà, vieni a darmi un bacio'. E mi vedo correre nelle tue braccia, e vedo una bambina protetta. Felice ora, nessun cenno di delusione. Il suo papà è proprio lì che la sta stringendo. Continuo a camminare e ti vedo ancora, tornare stanco da lavoro. E ancora. E ancora. Il mio instancabile papà. Ti vedo ingelosirti per il troppo trucco, ti vedo arrabbiarti per i voti troppo bassi. Ti vedo ridere per i scherzi della domenica, e dormire per la stanchezza della tua vita. Corro, non voglio ricordare. Non voglio accettare. Corro più veloce che posso. Ma mi imbatto in qualcosa, e alzando lo sguardo mi accorgo che sei proprio davanti a me. E allora visto che sei qui, qualcosa voglio dirtela.
Sai, sono successe tante cose in questo poco e infinito tempo senza tempo. Quando qualcuno muore, il tempo si annulla. E per te non ci sono più lancette che reggano. Volevo chiederti come stai? Sta andando bene questo nuovo viaggio? Ti fermi a pensarmi qualche volta? Sai il mio viaggio su questa terra sta procedendo bene. Mi sono imbattuta in una nuova sfida, sono sicura che saresti stato orgoglioso. Mi sto facendo grande papà. Il viso pian piano prende le sembianze di una giovane donna. E la mia vita sta decollando. È dura, senza di te. Ma ce la sto mettendo tutta.
Ora ho capito tante cose. Ho capito quanto sia importante che quella bambina aspetti suo padre tornare da lavoro, ed ho capito quanto è dolce il Natale in famiglia. O i pranzi della domenica. Ho capito che il suono di un grido di rimprovero è una cornice perfetta per essere una Donna, e che i tuoi occhi severi hanno segnato il mio percorso fino ad ora. Che l'amore che condividevi con la mamma è stato l'esempio più bello di tutta la mia vita e che i sacrifici nobilitano l'animo. Volevo dirti papà che anche se non ci sei più io ti sento. E ti vedo ridere dei miei guai. Volevo dirti che sei il sangue che mi scorre nelle vene. La stella più luminosa nella notte più buia. È il silenzio assordante nella giornata più difficile. Volevo dirti che la tua bambina aspetta che tu torni a casa da lavoro, perché a lei manca il suo eroe. Volevo dirti che ti amo, che lo farò per sempre. E che puoi venire a stringermi ogni volta che ne hai bisogno, se ancora ti ricordi di me. Volevo dirti che ti ringrazio, di essere stato un Padre. Di quelli con la P maiuscola. Volevo dirti che la tua bambina è dietro il divano, se non riesci a trovarla. Vorrei dirti tante cose, ma rimango qui, a stringerti nei venti freddi di Inghilterra.
Per sempre tua,
Sharon.
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Lettera di una figlia ad un padre troppo lontano per leggerla.
Short StoryUna lettera, un piccolo pensiero, un modo per far conoscere una piccola parte di me.