Only one heart ( Un solo cuore )

Tutto iniziò al mattino, lo vidi davanti a casa sua. Sinceramente avrei urlato. Urlato per la gioia. Lo feci dentro di me però, perchè se no mio padre mi avrebbe presa per pazza, bhe lo sono.

( Cazzo è stupendo! )

Stupendo? E un dio!!

( Trapoco sarete vicini.. )

Già peccato che potrò godermelo solamente più tardi.

[...]

- Ehi! - dissi abbassando lo sguardo, istintivmente, per la vergogna. Avrei pazzamente voluto saltargli addosso.

- Ehi! - dise avvicinandosi a me e mio padre.

- Salve..

- Ciao.. - lui e mio padre si dettero la mano.

Ci uno scambio di parole tra loro due, di cui io nn ne afferrai nemmeno una, essendo andata in uno stato di trace mentre fissavo il mio dio.

Entramo poi in macchina, aspettai che mi prendesse lui per mano, ma la mia impazienza di avere un contatto fisico, nonostante riusciì a controllarla parecchio, si fece avanti e presi quindi la sua mano e a quel gesto lui mi sorrise.

Un'intenso scambio di sguardi ebbe luogo in quel momento tra noi. Mi sembrava che fossimo solo noi due se in quel momento se mio padre non ci avesse interrotti chiedendo l'indirizzo del posto dove dovevamo andare. Allora abbassai lo sguardo in quel attimo e li lasciai parlare; appena lui diede l'indirizzo a mio padre gli presi il cellulare di mano e cominciai a guardarlo stuzzicandolo dicendo che la foto sullo sfondo ( cioè una con me ) è brutta, cosi giocammo un istante come due bambini a strapparci i cellualri di mano perchè lui prese il mio facendo la stessa cosa mia.

Lunghi silenzi coperti da scambi di sguardi e di messaggi in cui ci dicevamo cose che davanti a mio padre non ci saremmo detti.

Nel frattempo che tutto questo accadeva, mio padre girava smarrito perchè il navigatore lo mandava dalla parte sbagliata.

Era iniziata un'altra conversazione tra lui e il mio dio. Solite cose.. si spiegavano la strada.

Inizialmente ci fermammo in un parcheggio a chiedere indicazioni verso Riovalli, il luogo verso il quale eravamo diretti.

Lui insistette a scendere per chiedere qualcosa e nonostante i miei tentativi di tenermelo vicino, lui lo fece lo stesso. Quando tornò disse a mio padre ciò che riuscì a sapere. Cosi ripartimmo, noi cominciammo a parlarci e messaggiare dicendoci le cose 'proibite'.

Eccoci arrivati. Scendemmo dalla macchina e prendemmo gli zaini, il suo pallone ecc. Lui e mio padre allora si misero d'accordo con il solito 'fatte i bravi' di mio padre e altre cose noiose che tutti i genitori dicono quando lasciano soli una coppietta di 'ragazzini' di 15 anni.

Appena fummo soli gli saltai addosso e lo baciai.. cosa che davanti a mio padre se avrei fatto sarebbe andato tutto.. bhe sinceramente non ne ero sicura, ma non sarebbe di certo stato qualcosa di bello.

Entrammo a Riovalli, un parco acquatico, e cominciammo, tra baci e morsetti sulle labbra a chiederci come mai ci fosse tanta gente in quel giorno bellissimo pieno di sole ( ironicamente.. visto che non faceva caldo tanto da andare in piscina e di gente c'e ne'era davvero pochissima.

Andammo a sistemarci in un posto più nascosto dove avremmo potuto farci i cazzi nostri, detto proprio così, se dopo poco tempo non fossero arrivati un gruppo di ragazzi con la loro mamma che si misero leggermente più lontani da noi.

Stammo un pò a chiaccherare mentre cercavamo di toglierci i vestiti a vicenda per poi rimanere in costume.. Nel frattempo visi il messaggio di mia mamma 'sei arrivata?', risposi di si e lei mi chiamò.. parlammo un attimo poi mi disse di passarle Antonio, ebbero uno scambio di parole poi saluto anche me e ci lasciò tranquill, non gli chiedetti cosa gli avese detyo mia mamma, senza, tra l'altro, darne tanta importaza. Tornammo subito a toglierci l'un l'altra i vestiti e dopo tanti 'sforzi' e 'no, sono cicciona/e' miei e suoi riuscimmo, e allora ci mettemmo sugli stesi sugli asciugamani a farci come dei drogati.